A meno di due settimane dall'inizio della ventiduesima edizione del mondiale di calcio, Joseph Blatter dichiarava che - in qualità di ex numero 1 della FIFA - si assumeva la totale responsabilità per l'assegnazione della massima competizione internazionale al Qatar, considerato un Paese «troppo piccolo» per un torneo di simili dimensioni.
Le principali contestazioni sollevate dall'opinione pubblica si riferiscono invece al tema dei diritti umani.
L'ambasciatore dei mondiali 2022 Khalid Salman ha rilasciato recentemente un'intervista all'emittente televisiva tedesca Zdf e le sue parole hanno scioccato il mondo intero: "L'omosessualità è un danno psichico, una devianza mentale. La cosa più importante è che tutti quelli che accettano di venire qui accettano anche le nostre regole", ed ha sottolineato il tema relativo ai "problemi con i bambini che vedono i gay. Perché allora imparerebbero qualcosa che non va bene".

L'omosessualità per il governo qatarino è di fatto illegale e punita con l'incarcerazione.
Per questo, popstar mondiali come Dua Lipa e Shakira si sono rifiutate di cantare alla cerimonia di apertura, prendendo una posizione decisa a fianco della comunità LGBT+.
Rasha Younes, ricercatrice di Human Rights Watch, dopo aver denunciato arresti, violenze e aggressioni da parte della polizia qatarina nei confronti di persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender tra il 2019 e il 2022, ha criticato la FIFA per non essersi impegnata a favore dell'inclusività.
Il Comitato supremo per la Consegna e l'Eredità del Qatar ha dichiarato che la Coppa del mondo sarebbe stata libera da qualsiasi discriminazione: "Tutti sono benvenuti in Qatar, ma siamo un paese conservatore e qualsiasi manifestazione pubblica di affetto, indipendentemente dall'orientamento, è disapprovata. Chiediamo semplicemente alle persone di rispettare la nostra cultura".
Il presidente della FIFA Gianni Infantino ha parlato di "ipocrisia verso il Qatar. Noi europei dovremmo scusarci per i prossimi 3 mila anni prima di dare lezioni morali", queste le sue parole alla vigilia del torneo.
Durante la stessa conferenza, il capo della comunicazione FIFA Bryan Swanson ha deciso di fare coming out.

Ma le ambiguità non finiscono qui. Annunciato come il primo mondiale di calcio ad emissioni zero, Qatar 2022 genererà almeno il 71% in più di emissioni rispetto all'edizione precedente: 3,6 milioni di tonnellate di CO2, che equivalgono alle emissioni prodotte da 1,1 milioni di famiglie italiane in un anno.
Inoltre, non sono mancate accuse di "sportswashing" ovvero l'uso di un evento sportivo di rilevanza globale per migliorare l'immagine o la reputazione di un paese nascondendo problemi di fondo come la violazione dei diritti.

A questo proposito, il quotidiano inglese The Guardian ha messo in luce le controversie sulle condizioni di lavoro per la costruzione degli stadi e delle infrastrutture del paese. I dati parlano di 2 milioni di lavoratori migranti costretti a lavorare in condizioni massacranti, 7 mila dei quali sono morti.
Infine, il dibattito si è concentrato anche sul divieto di bere alcol all'interno degli stadi e sull'adozione di eventuali sanzioni disciplinari da parte della Fifa nel caso in cui i capitani delle nazionali decidessero di indossare la fascia 'One Love'.
Tutto ciò lascia presagire che le polemiche sono solo all'inizio.