Uno dei tanti lati oscuri in cui si divide il calcio moderno, è il gioco d'azzardo, il calcioscommese. Un vizio capace di condizionare la mente umana a tal punto da contorcerla e spingerla a compiere (meschine) azioni di cui spesso non ci si reputa capaci. 

Uno dei casi a cui abbiamno assistito negli ultimi tempi, è quello di Joey Barton. Quella del calciatore ex Burnley, non si può proprio descrivere come una vita tranquilla. Il calciatore passava spesso da un eccesso all'altro. Per ultimo, quello delle scommesse. Burton ha definito così la sua dipendenza dalla scommesse che gli è costata 18 mesi di squalifica e una multa di 30 mila sterline. Il calciatore, secondo la FA, avrebbe effettuato 1.260 giocate tra il 26 marzo 2006 e il 13 maggio 2016. Queste le sue dichiarazioni dopo la squalifica:   

"La FA ha annunciato la mia squalifica per 18 mesi e la multa di 30 mila sterline per aver violato le regole della federazione sulle scommesse. Sono molto deluso per la durezza della sanzione. La decisione effettivamente mi costringe ad un ritiro prematuro dal calcio giocato. Per essere chiari fino in fondo, non si tratta di calcioscommesse e in nessun momento di tutto questo è mai stata in discussione la mia integrità. Accetto il fatto di aver violato delle regole che riguardano i calciatori professionisti, ma sento davvero che la pena sia molto più pesante di quanto sarebbe stata per un giocatore meno controverso di me. Ho lottato contro la mia dipendenza al gioco e ho fatto avere alla FA un report medico del mio problema. Sono deluso che tutto questo non sia stato tenuto in considerazione..."

Un altro caso analogo a quello di Joey Barton, è stato quello del calciatore Nord-Irlandese che abbiamo avuto la possibilità di vedere in Italia con la maglia del Palermo. Stiamo parlando di Kyle Lafferty. Dopo centinaia di migliaia di euro buttati in scommesse, il calciatore ha dichiarato:  "Ho una dipendenza dal gioco e non mi vergogno a dirlo".  Laffery ha confessato alla Bbc: "C'è stato un periodo, nel corso della mia esperienza con i Rangers di Glasgow (tra il 2008 e il 2012), in cui non avevo niente di meglio da fare che scommettere, fisicamente oppure online. Non potevo puntare sul calcio, mi era vietato. Scommettevo persino sui cavalli e sui cani, anche se non sapevo nulla al riguardo. Sono finito anche a giocare alle roulette online, perdendo somme molto grandi senza mai preoccuparmi. L'aiuto dei compagni di squadra è stato fondamentale, sia prima che adesso ... Svolgevo sedute bisettimanali con uno psicologo. Tuttavia qualcosa non andava: dai l'impressione di chiedere un aiuto ma poco dopo sei già fuori a giocare ancora".

Naturalmente, quello della dipendenza dal gioco d'azzardo, è un problema che riguarda anche altri sport e altri professionisti. Ma siamo sicuri di voler scaricare tutta la colpa su chi è colpito da questa dipendenza?. Guardiamoci intorno, appena un giocatore mette piede in campo, la prima cosa che vede è uno sponsor sui cartelloni pubblicitari che spesso rappresenta un Bookmaker. Come se non bastasse, questi sponsor, finiscono sulla stessa maglietta di quello stesso calciatore. Bisognerebbe fare un passo indietro, e allontanare almeno un pochino il business dal calcio, per farlo tarnare lo sport che ha fatto appassionare intere generazioni. Ogni cosa nasce pura e può con il passare del tempo sviluppare un "lato oscuro", ma ancora più oscuro è l'animo di chi guarda marcire una cosa tanto bella per la sola sete di potere.