Il 4 a 2 allo Zenit ha permesso alla Juventus di conquistare la qualificazione alla fase finale di Champions League con un certo anticipo, ma ciò non toglie che arrivare al primo posto (per altro non ancora garantito) aiuterebbe economicamente, lasciando stare tutto il resto dato che negli ultimi due anni non si è superati gli ottavi di finale. Adesso si parla di prestazioni brillanti in Champions, come se si trattasse di un mondo a parte mentre in realtà i giocatori impiegati sono quasi gli stessi visti all'opera nelle deludenti sfide in Serie A. Giocare tra le mura amiche ed a seguito di un inevitabile ritiro, peraltro già concluso, a dimostrazione che per risolvere il problema serve ben altro, ha generato un risultato che non deve ingannare. Già in passato ci siamo trovati a certificare una crescita di rendimento e di punti miseramente vanificati in appena 5 giorni. La statistica non aiuta a migliorare le prestazioni poichè ogni partita va affrontata come se fosse decisiva ed unica. Resto dell'idea che il ritiro sia servito solo per dare un segnale di disagio della dirigenza ed accontentare i tifosi sconcertati da una classifica che se paragonata agli stipendi corrisposti è quantomeno oscena. La barzelletta dello psicologo poi, merita di essere proposta su Zelig, se pensiamo che il professionista non è stato appositamente assunto e svolge questo lavoro da tempo e se davvero grazie al suo intervento ha ottenuto un tale riscontro, parleremmo di un genio nel suo settore, sprecato in una squadra che corre dietro al pallone. Continuo a pensare che per salvarci le coronarie, Allegri debba partire da questi 11 anche nel prossimo incontro, favorendone la conoscenza sul campo, gli scambi, le posizioni, utilizzando le sostituzioni in maniera scientifica, immettendo forze fresche e caratterialmente motivate da non far perdere la concentrazione offrendo agli avversari pericolosi varchi per altrettanto pericolose rimonte. Fa bene il tecnico a rimarcare gli ultimi 5 minuti, ma anche quelli successivi all'1 a 0 dove lo Zenit prendeva coraggio e si faceva sempre più minaccioso perchè i facili entusiasmi non portano risultati e questi ci servono. I giocatori non sempre sono impiegati nei ruoli a loro congeniali e lo stesso Dybala dalle indubbie capacità tecniche, spesso si ritrova a fare il regista di centrocampo lasciando solo il compagno d'attacco, mentre altri vengono sperimentati così tanto che alla fine non riescono a fare bene niente. Se compro Kulusevski per come giocava al Parma, devo impiegarlo in quel ruolo o nelle immediate vicinanze perchè renda al meglio, altrimenti prenderlo per toglierlo alla concorrenza non serve a niente, dato che la stessa concorrenza sta ritornando a livelli d'eccellenza. Dybala è un eccezione che se manca impoverisce la caratura tecnica della squadra e le soluzioni d'attacco, e non possiamo basarci esclusivamente su di lui, dato che spesso è soggetto a infortuni o risentimenti muscolari. Occorre un regista arretrato con le stesse qualità tecniche che non teme l'uomo e detta le linee di passaggio pulite come faceva il "Maestro Pirlo" e non posso credere che al mondo con tutti questi software di scouting ed osservatori, non esista uno che si avvicini a quelle qualità. Se gli interni non sono un mix di determinazione, piede educato e capacità di sporcare i fraseggi avversari, servono a poco, così come rallentare sulle fasce permettendo agli avversari di posizionarsi e raddoppiare e costringendo allo stucchevole passaggio all'indietro.
Sinceramente ho visto ancora troppi passaggi prevedibili e lenti, pochi scatti a suggerire inserimenti in area avversaria, l'endemico arretrare sull'1 a 0, iniziative singole ma non movimenti di squadra.

​Dal facile entusiasmo all'afflizione il passo è breve, sopratutto nel mondo del calcio dove vieni valutato per l'ultimo risultato e l'eventuale ultimo trofeo, se ne conquisti uno.