Oramai il web ha allargato il pacchetto di conoscenze a nostra disposizione. Ai tempi del contratto a vita era praticamente impossibile strappare un campione ad una grande del calcio italiano, vedi Riva, Rivera e Mazzola e quando avveniva era per scambiarsi i giocatori: vedi ad esempio quando la Juventus cedette Anastasi all’Inter per Boninsegna e Capello al Milan per Benetti. Rarità che facevano scalpore e delle quali si parlava per mesi, per non dire anni. L’abitudine a vedere un calciatore affermato indossare per quasi tutta la carriera la stessa maglia, salvo concluderla in una medio-bassa per un inevitabile calo di rendimento, ne faceva una bandiera. Non circolavano tutti questi denari e quello previdente preparava il dopo carriera investendo su una attività in proprio o restando nell’ambiente. Grazie alla legge Bosman, il calciatore da esclusiva proprietà del club è diventato padrone del proprio destino e grazie ad un procuratore in gamba ed un discreto talento, riesce a raccogliere il massimo e campare di rendita. Immaginate se un mito come Pelè avesse giocato ai tempi nostri, di quanti soldi disporrebbe. Se non fosse stato per la militanza nei Cosmos ed i relativi contratti pubblicitari stipulati, lo troveremmo davanti ad una umile dimora nella provincia di Rio a fumare un sigaro, mentre il dopo carriera gli ha fatto guadagnare molto più di quanto prendesse giocando. Il calciomercato è diventato un argomento di cui parlare praticamente tutto l’anno, come se fosse sempre aperto, e magari in futuro lo sarà. Ma se fino a poco tempo fa, l’attenzione e le informazioni del tifoso erano limitate alle capacità del calciatore, alla sua resa sul terreno di gioco ed al semplice cambio della maglia, adesso, quando commentiamo una trattativa, sembra di trovarci davanti ad un componente del consiglio d’amministrazione o al responsabile finanziario di quella società. La Juventus vuole acquistare Raul Mozziconi, nuovo talento della cantera del Palestra Argentina di Buenos Aires? E prima di capire se effettivamente il suo talento possa essere utile alla causa già si fanno i conti in tasca ad un paio di pantaloni che non sono i nostri e nè mai lo saranno. Ha un contratto biennale, ha una clausola di rescissione di 50 milioni, il procuratore prenderà la commissione per il disturbo, il pagamento avverrà a rate e solo a partire dall’anno prossimo per non pesare sul bilancio già fortemente ingravidato quest’anno, la famiglia ha diritto a parte della somma come bonus familiare, il diritto di sfruttamento dell’immagine non viene concesso, lo i potrebbe acquistare con un prestito biennale ed un obbligo di riscatto al verificarsi di determinate condizioni del tipo 20 presenze minimo, l’85% dei passaggi riusciti in media e la realizzazione di più di 15 reti, il conseguimento di almeno un titolo nazionale e la chiamata in nazionale. Il tifoso è diventato un contabile, un esperto di marketing e magari se gli chiedi se usa solo il sinistro o se è ambidestro, se pensi se sia compatibile con il reparto non ne hai idea. Quando arriva è un crack, un campione di sicuro, poi tra una lesione muscolare ed un gol fallito sotto porta in Coppa Italia il povero Mozziconi finisce tra gli scarti e vai con altri ragionamenti economici perché il deficit non deve aumentare ed il fair play finanziario di cui conosciamo ogni dettaglio, non deve essere sforato.
L’importante è comprare, il tifoso è diventato un compratore compulsivo, poi se riesce, bene, ma se tutti potessero mantenere le promesse della vigilia, qualsiasi grande del nostro campionato potrebbe giocare contro il Paris Saint Germain con la sigaretta in bocca ed una tazza di caffè in mano.

Beata Ignoranza!