Personalmente non ho voluto guardare la partita dell’Italia contro l’Irlanda del Nord, avevo la sensazione che non sarebbe andata bene. Ma da questo a dire che tutto sia compromesso fa parte del solito italico vittimismo. Lo dice la storia, non è una novità, che le più gloriose imprese della nazionale hanno coinciso con periodi molto negativi, perché quando il gruppo viene attaccato da ogni parte e sbeffeggiato per manifesta incapacità, si compatta e reagisce con veemenza sorprendendo l’avversario di turno.
Qualche esempio? I mondiali del 1982: Paolo Rossi era appena rientrato dalla squalifica del Calcioscommesse e durante il ritiro non passava giorno che non si criticasse quel brav’uomo di Bearzot e le sue scelte e l’inizio della competizione, con lo stentato passaggio al turno successivo, dava ragione ai loro detrattori. Finiti in un girone proibitivo con l’Argentina campione del mondo in carica ed un Brasile straordinario per talento che se avesse avuto un portiere ed un centravanti di pari livello sarebbe diventato leggenda, l’Italia vittima sacrificale, riuscì a sorprendere tutti e da quel momento fu un crescendo impetuoso. Nel 2006 lo scandalo di Calciopoli accompagnò la nazionale di Lippi, anch’essa non tra le favorite, eppure quella squadra espressione di un campionato di falsari e delinquenti ma ricca di talento ed orgoglio, conquistò la finale ed in questo caso la buona sorte aiutò ai rigori. Gli Europei disputati quest’anno non ci vedevano favoriti perché negli anni l’Italia ha perso talenti e danari diventando la tappa di passaggio di potenziali talenti in rampa di lancio o l’approdo finale di campioni in declino in cerca dell’ultimo lauto ingaggio. Lontani i tempi dei Totti, Del Piero, Cannavaro, Buffon, capaci di risolvere una partita con una singola giocata, eppure questa diffidenza generale, permise a Mancini di costruire una squadra coesa ed orgogliosa che mieteva successi, giocava bene ed in finale vinse meritatamente ai rigori contro i padroni di casa. E’ come se il Dio del pallone infondesse forze a loro sconosciute che nel prosieguo della competizione prendono sempre più consistenza fino a raggiungere l’inaspettato successo. Inutile sottolineare che i più critici salgono sul carro dei vincitori e pochi, per la verità ammirevoli, ammettono l’errore di valutazione e certa politica ne approfitta perché il calcio è l’oppio dei popoli e le vittorie servono a distogliere le attenzioni da problemi che purtroppo continuano a rimanere senza soluzione.

Sembra trascorsa un’eternità e non qualche mese, eppure tutto questo entusiasmo, l’ottimismo e diciamo anche l’effetto sorpresa che ha reso più facile certe vittorie sono calati fino al punto che alcuni evocano e riabilitano addirittura Ventura, ai tempi dell’eliminazione dai mondiali del 2018 definito il Mondino Fabbri del XXI secolo. Nulla è compromesso e Mancini rimane il bravissimo tecnico che è, ma anche il materiale è quello che è, non erano dei fuoriclasse alzando la coppa, non sono degli scarponi adesso, semplicemente gli avversari ci vedono con rispetto e ci temono, quindi preparano la partita in ogni particolare e se a questo aggiungiamo che qualcuno dei convocati ha perso il sacro fuoco, abbiamo trovato la radice del problema.
Quando si vince è difficile ripetersi a meno che il gruppo non sia composto da autentici ed inarrivabili campioni. Oltretutto le convocazioni delle nazionali sono più fluide di quelle di un club che deve necessariamente acquistare sul mercato per variare la propria rosa. Potrebbe anche accadere che l’Italia venga sorprendentemente eliminata ma Mancini, che gode di un carisma indubitabile e di esperienza da vendere, non ha nessuna voglia di dichiararsi sconfitto e di certo motiverà il gruppo senza modificarlo radicalmente perché non appaia come una sentenza di condanna. Questo è un momento difficile che fortunatamente sarà affrontato l’anno prossimo.

Di certo stampa ed opinione pubblica nell’imminenza torneranno a martellare con giudizi anche severi e preoccupati e queste, come nelle tradizioni citate prima, susciteranno una reazione d’orgoglio che ci porterà in Qatar, ma che si vinca il mondiale ho i miei dubbi, a mano che non arrivino altre Calciopoli delle quali da sportivi faremmo certamente a meno.
Italia Forza!