Cosa dice Lucio? Che racconta Luciano? Cosa fa Spalletti? Tre domande racchiuse in una risposta pressoché univoca da parte della Capitale: "Spalletti chi?".  A Roma hanno ormai dimenticato l'era di spallettiana memoria, tornando a riassaporare il calcio. Il calcio che conta, il calcio che profuma di Champions e di scudetto. Uno scudetto che manca alla Roma dal 2001 ma che presto potrà essere raggiunto se il club saprà ricominciare, dopo la pausa estiva, da ciò che di ottimo si è riusciti a fare nella passata stagione al servizio di Di Francesco, abile ad arruolarsi in un ambiente tradizionalmente non semplicissimo da gestire. A far la differenza la ricetta griffata Eusebio Di Francesco, l'aspirina che ha curato ogni tipo di "malattia" facendo tornare a sognare, ben supportato dal "Pupone" Totti dietro le quinte. Champions ma non solo. Di segreti non ce ne sono, guai utilizzare bacchette magiche. La difesa della Roma, le cifre parlano chiare, è risultata tra le migliori a livello europeo ed internazionale. I meriti relativi all'equilibrio di squadra, solidità e vicinanza dei reparti, in primis alla compattezza difensiva praticamente impermeabile, vanno in larga parte attribuiti all'ex tecnico del Sassuolo. Al buon Eusebio, pronto ad abbracciare pedine del calibro di Kluivert, Cristante, Coric e Marcano. Quell'Eusebio che, grazie a umiltà, razionalità e carica a livello mentale, è riuscito a lavorare sulla forma mentis dei giocatori e a far tornare il sereno anche nella testa di chi talvolta, come Gerson, era considerato l'oggetto del mistero o il bidone delle passate stagioni. Senza il carisma di Totti, senza la rapidità e il dribbling di Salah e con un De Rossi diventato anima eterna della truppa giallorossa, Eusebio Di Francesco, va ribadito per l'ennesima volta, sta facendo il bello e il cattivo tempo, ottenendo ottimi riscontri e apprezzamenti da parte della piazza romana, giustamente esigente a livello di risultati. Una piazza che vive grandi emozioni e che ha sempre aspettative sul piano calcistico. Una piazza che, in realtà, ad inizio campionato non lo vedeva proprio di buonissimo occhio, ma che si è poi ricreduta grazie a bel gioco associato ai risultati. I risultati, si sa, alla lunga fanno la differenza. L'idea di calcio di Eusebio Di Francesco è chiara, trasparente, cristallina. La si è vista in Champions League, un'anima combattiva come non mai, un appetito che si sazia molto poco facilmente. Elementi di carattere, giocatori duttili e versatili, che sanno spingere sull'acceleratore e sfondare le difese avversarie con movimenti repentini e inserimenti senza palla, sfruttando la caparbietà e le doti realizzative di uno "special one" come Dzeko sempre più leader in Italia e in Europa.  L'era spallettiana è ormai alle porte. "Chi è Spalletti", è questo il motto che regna sovrano nella Capitale. I fischi a inizio campionato, in occasione del match contro l'Inter, rappresentano un altro dato emblematico e indelebile riguardo alla frattura tra le due parti. A Roma in pochi, è inutile nasconderlo, vogliono sentire pronunciare il nome di Spalletti, specie dopo il rapporto "particolare" con Francesco Totti che ora può sorridere in tribuna e gustarsi una Roma versione "international". Ne vedremo delle belle. Roma capitale. Chapeau Di Francesco.