Il tecnico dell'Inter Antonio Conte ha parlato dal palco del Festival dello Sport di Trento, facendo tra le altre la seguente dichiarazione: "Io penso che credere non costi niente, per i tifosi dell’Inter, Napoli e le altre squadre. Poi bisogna essere obiettivi e guardare la realtà. Mi sono espresso fin dall’inizio, rispetto a noi ci sono due squadre, Juventus al top e poi anche Napoli, che hanno costruito di più negli anni".

Frasi che in prima analisi potrebbero sembrare pura circostanza, ma che studiate un po' più in profondità rappresentano esattamente ciò che sembrano: parole di resa. 

E' bastato poco più di un mese al neo tecnico nerazzurro per rendersi conto che la rosa attuale non solo non è all'altezza delle squadre più forti, in primis la Juve, ma che pur con tutto l'impegno possibile (e la fortuna, perché no) questa formazione è tecnicamente troppo distante dalla prima della classe (e anche dalla seconda) e il tempo necessario per trovare l'alchimia giusta porterà inevitabilmente ad altri scivoloni, dopo quelli contro il Barca e la Juve nell'ultimo match. 
E la situazione di certo non può considerarsi migliore visti i recenti infortuni di Sensi, Sanchez e D'ambrosio (questi ultimi due con le rispettive nazionali) e le condizioni fisiche di Lukaku non ancora ottimali. 

In pratica nella prossima sfida contro il Sassuolo in trasferta, il tecnico nerazzurro si ritroverà con una rosa ridotta e con giocatori non in forma o non ancora entrati perfettamente negli schemi del nuovo modulo, come Godin e Skriniar, calciatori che stanno pagando fortemente l'utilizzo della difesa a tre.
Ciò non farà altro che accentuare ancor di più quello che è il principale problema della rosa attuale dell'Inter, a parte la tecnica dell'undici titolare: la scarsa resa e qualità delle riserve. Infatti proprio pochi giorni fa Conte si è lamentato del fatto che molti giocatori ancora non abbiano portato quel contributo che ci si aspettava portassero, come ad esempio Lazaro per citarne uno su tutti. 

Qualcuno potrebbe obiettare che si tratti di frasi di circostanza e che siano affermazione che il tecnico dell'Inter ha esternato fin dalle prime battute. Ma l'ossequio con il quale rivolge le sue parole verso la "sua" Juventus e l'insistenza delle stesse, fanno pensare che il suo non sia soltanto un pensiero transitorio, ma una certezza colata a stampo nella sua menta e raffreddatasi in maniera indelebile.

Forse in origine Conte credeva di poter riuscire nell'ennesima impresa della sua carriera, sebbene con una probabilità bassissima, ma dopo la sfida contro la sua ex squadra, deve essersi reso conto che ormai, neanche a metà di ottobre, i giochi siano già fatti. E per un professionista della sua indole orgogliosa, gettare la spugna in maniera così prematura può essere frustante e motivo d'agitazione. Non è una casualità così remota che possa lasciare la compagine interista già alla fine di questa stagione. Non si è fatto molti problemi a lasciare una Juve in piena rampa di lancio dopo tre scudetti consecutivi, non ha motivo di farlo in una società che sta crescendo sì, ma in maniera fin troppo lenta per poter pensare di ridurre il gap con le top squadre europee in tempi calcisticamente brevi, ossia in due o al massimo tre anni. 

Eppure è possibile che Conte abbia accettato l'Inter solo per il lauto stipendio e non perché ci fosse un progetto almeno sulla carta importante? Ritengo che l'unico modo che la società abbia per evitare qualsiasi rischio e scongiurare ogni pericolo sia quello non solo di rassicurare il tecnico ma di promettergli di avere fin da Gennaio rinforzi che possano consentirgli di chiudere il campionato in maniera più che dignitosa e ribadire il loro impegno a fare investimenti importantissimi il prossimo anno, senza quasi badare a spese. 

L'Inter d'altronde è in mano a uno dei migliori dieci tecnici al mondo e non può farsi sfuggire questa opportunità unica di migliorare e lanciarsi in maniera decisa verso una crescita significativa.

Questa resa di Conte deve essere la perdita di una battaglia, ma non dell'intera guerra. Datagli una squadra all'altezza e sono sicuro che con questo tecnico ci toglieremo delle soddisfazioni.