Di certo non verrà dimenticato, uno come lui. 

Zlatan Ibrahimovic non è mai stato banale durante tutta la sua carriera, dimostrando di trovarsi sempre al posto giusto nel momento giusto. Tutti lo temono, un po’ per la stazza e soprattutto per la tecnica che mette in campo. Per diventare il nuovo beniamino dei Los Angeles Galaxy, club militante in MLS, non ha dovuto nemmeno faticare: soltanto all’annuncio del suo arrivo era già il calciatore più apprezzato di tutti i tempi.

Ma il 9 svedese trasforma la Major Soccer League nella Major Soccer Zlatan: sono bastati 13’ più recupero per far valere la sua forza, nel primo storico derby di Los Angeles contro i Los Angeles Fc, tra cui milita anche l’ex Arsenal Carlos Vela (a segno). Lui non viene schierato dal primo minuto, il suo club è sotto per 0-3 in casa. È un dramma, chissà se Ibrahimovic ha pensato: “ma chi me l’ha fatto fare a venire qui”

Forse ci piace pensare questo: sì, ci piace pensare che Zlatan si sia alzato dalla panchina per rabbia, nel tentativo di ristabilire gli equilibri e vincere la partita. Al suo ingresso in campo, il risultato era sul 2-3. Ci mette pochissimo a entrare nella storia dei Galaxy.

Sfrutta il rimbalzo, da 35 metri, si coordina, spara il siluro guardando anche la posizione del portiere avversario e la palla rimbomba in porta. Come se la rete si fosse gonfiata sul serio dal rumore effettuato. Lui capisce che quello è il suo momento, dalla coordinazione probabilmente lo aveva già immaginato che sarebbe stato il primo gol della sua era americana. Mai banale, feroce: si toglie la maglietta e va sotto la curva, gremita è impazzita. Forse più per vederlo all’opera che per assistere alla partita in sé.

È 3-3: ma la rimonta è servita pochi minuti più tardi, nel recupero, quando ancora Ibra salta in cielo, staccando tutti, colpendo perfettamente la sfera e, di testa, la spedisce dentro. Prima volta, prima doppietta. Un marziano. Basti pensare anche al suo esordio con lo United in Community Shield, quando decise il match contro il Leicester.

Alla fine, il derby va ai Galaxy di Zlatan, che si è già preso una grande fetta di America