Cosa vi viene in mente se pensate ad Antonio Conte ?

Se mettete da parte le questioni di tifo, cercando d'essere obbiettivi, uno dei vostri primi pensieri sarà sicuramente che Il tecnico Salentino sa come si fa ad ottenere successi. Negli anni ha dimostrato d'essere l'uomo giusto per costruire dalle fondamenta un gruppo vincente, lavorando prima di tutto sulla testa dei suoi ragazzi. Quando è stato CT della Nazionale ha regalato a tutti gli Italiani le stesse emozioni che erano esclusiva degli Juventini prima e degli Interisti fino ad un mese fa, quell'entusiasmo coinvolgente, quella grinta in campo, quello sguardo fiero che finiscono per fartelo amare. Ma ciò che più di tutto ha sempre generato una grande sintonia fra Antonio ed i supporter delle sue squadre è la capacità di far rendere i giocatori oltre i lori limiti, principalmente grazie alle motivazioni che dà loro. La prima cosa che chiede un vero tifoso è l'impegno, che la maglia sia sudata a fine partita, chi dà tutto in campo sarà sempre applaudito anche dopo una sconfitta. Pensiamo a Giaccherini che sotto la sua guida, fra Juventus e Nazionale, ha vissuto la parte migliore della sua carriera, guadagnandosi anche l'appellativo di “Giaccherinho”.

Forse è nelle sue parole che troviamo la miglior sintesi del Conte allenatore «Con lui o migliori o muori. È determinante nella maturazione di un calciatore. Un allenatore che ti fa tirar fuori cose che manco pensi di avere».

Solo per restare in ambito Italia potrei citarvi anche Pellè o Eder, la lista è davvero lunga. Come chi taglia diamanti grezzi, Antonio lavora sui suoi giocatori fino a trasformarli in gioielli. Bene, allora abbiamo di fronte un grande allenatore-motivatore ed il discorso è concluso... Beh, non proprio, se lasciamo fluire ancora i nostri pensieri inizieremo a rivedere i suoi addii burrascosi, gli scontri con i dirigenti e con alcuni calciatori. Proviamo a mettere ordine.
Ripercorrendo la sua carriera si potrebbe pensare che Conte è il peggior nemico di se stesso.
Nel 2006 esordisce come primo allenatore con l'Arezzo, che milita in Serie B, i toscani partono da un -6 in classifica, conseguenza di Calciopoli. L'inizio non è dei migliori, la squadra è all'ultimo posto e ad Ottobre viene esonerato, il cambio in panchina non porta nessun miglioramento, così a Marzo viene richiamato. La squadra è sempre in fondo alla classifica ma sta volta sfiora l'impresa, la salvezza svanirà solo all'ultima giornata, fatale fu quel meno sei.

Questa è la prima di tante rincorse per Antonio che l'anno successivo inizierà a mostrare i suoi pregi e i suoi difetti. Lui, un leccese DOC, che alla squadra della sua città deve l'inizio della sua carriera da calciatore, firma per il Bari. Si dice sempre che un professionista non dovrebbe farsi questi scrupoli, vero! Ma è altrettanto vero che la professionalità va dimostrata anche in altre situazioni, ma di questo parleremo più avanti. Dopo un primo anno nel quale ottiene un salvezza tranquilla nella stagione successiva (2008-2009) dominerà la serie cadetta, schierando un 4-2-4 iper offensivo che vede nelle fasce la fonte principale di gioco. Conquista la promozione con quattro giornate d'anticipo e vince il suo primo campionato. Ed ecco che subito dopo le luci arrivano le ombre, rinnova con il club pugliese per un anno e durante la conferenza stampa, che trovate su YouTube, afferma : <<Ho cercato di strappare un biennale e quasi ci riuscivo. Ma poi abbiamo riflettutto e per scaramanzia abbiamo preferito limitarci ad un anno. Antonio Conte (parla di sé in terza persona) non ha mai detto che vuole andare via da Bari, mi è stato garantito un progetto ambizioso>> dopo tre settimane il contratto con i giallorossi verrà rescisso consensualmente. A quanto pare quelle garanzie erano venute meno, dirà che gli furono negati gli acquisti inizialmente promessi.. vi suona familiare?

Nel Settembre del 2009 subentra all'esonerato Angelo Gregucci sulla panchina dell'Atalanta. La sua prima esperienza in A non è delle migliori e terminerà, dopo nemmeno cinque mesi, con le sue dimissioni. Riparte dal Siena in B e conquista subito la promozione, terminando il campionato al secondo posto. Ormai è uno dei migliori allenatori emergenti e finalmente arriva la grande occasione, la Juventus, la squadra con cui aveva militato per 13 anni e con la quale aveva trionfato da giocatore.

I bianconeri stanno provando a ricostruire dopo le ceneri di Calciopoli ma non è ancora arrivato nessun successo, anzi la stagione precedente è stata una delle peggiori di sempre, terminata con un poco onorevole 7° posto. Qui, nella sua Torino, cerca la consacrazione. Inizia schierando il 4-3-3 ma è nella partita con il Napoli del Novembre 2011 che arriva la svolta della sua carriera, decide di cambiare modulo adottando per la prima volta il 3-5-2,che diventerà il suo marchio di fabbrica. La prima Juve di Antonio è forse uno dei suoi capolavori migliori, vincerà il titolo da imbattuto, stabilendo il record di risultati utili consecutivi e ottenendo dai suoi giocatori prestazioni che andarono ben oltre le aspettative. La stagione successiva si conferma in campionato, vincendo nuovamente lo scudetto ma in Champions League la corsa si ferma ai quarti di finale e questo rimane tutt'oggi il suo miglior risultato nella massima competizione Europea. Il terzo ed ultimo anno è quello dei record in campionato, vincerà tutte le partite disputate in casa, terminando con 102 punti in classifica. La Coppa dalle grandi orecchie però resta il tasto dolente; non supera i gironi retrocedendo in UEL, beh la finale è a Torino, si può, si deve vincerla! Niente da fare, la corsa si ferma in semifinale contro il Benfica. Iniziano le prime frizioni, pronuncia la famosa frase: << Con 10 euro non si mangia in un ristorante da 100 >> poi ad inizio ritiro, dopo appena tre giorni, scoppia la bomba: dimissioni! Ancora una volta reputa che la società per cui lavora non faccia abbastanza per soddisfare le sue ambizioni, i fallimenti Europei sono da attribuire alla dirigenza che non gli mette a disposizione una squadra adeguata. Con quella squadra non adeguata Allegri vincerà il campionato, la Coppa Italia e soprattutto raggiungerà la finale di Champions, smentendo pubblicamente Conte.

 

Dopo la parentesi in Nazionale si accomoda sulla panchina del Chelsea, dove spera di trovare la disponibilità economica per entrare finalmente in quel famoso ristorante. Al primo tentativo vince subito la Premier ma l'anno seguente inizia male, Diego Costa viene messo ai margini per far posto all'arrivo di Morata (80mln), l'attaccante non ci sta e accusa il tecnico d'averlo scaricato con un sms, scatenando una tempesta mediatica. In campionato fa molta fatica, chiudendolo solo al 5° posto, ed esce ancora una volta prematuramente dalla Champions, arrivando solo agli ottavi. Non basta la vittoria della FA Cup per risollevare la stagione. Quando il Chelsea lo esonera, si rifiuta di pagargli l'ultimo anno di contratto, per i danni d'immagine provocati dal caso Costa. Conte fa causa (vincerà) e fra tecnico e dirigenza finisce male, as usual.

 

Arriviamo infine all'Inter Cinese.

Dopo un anno sabbatico, nel 2019 accetta l'offerta dei neroazzurri, tradendo ancora una volta i suoi ex-tifosi. A Milano ci sono tante ambizioni, Antonio firma un contratto faraonico; 12 milioni l'anno, roba mai vista prima per un allenatore in Serie A. L'obbiettivo è chiaro, riportare la squadra al top in Italia ed in Europa. Pur chiudendo la prima stagione senza trofei alza notevolmente il livello del club. In Campionato raggiunge il 2° posto, risultato che mancava dal 2010-2011, mentre in Europa ancora una volta non passa il girone di Champions, magra consolazione la finale dell'Europa League persa contro il Siviglia. Durante l'anno attacca più volte la società, lamentando davanti ai microfoni poca protezione mediatica da parte dei dirigenti e lacune nella rosa, questi sfoghi rendono necessario un incontro chiarificatore in estate. La storia sembra essere sempre la stessa, l'ultima Inter e una sua creatura al 100%, capolavoro e schiaccia sassi in campionato ma piccola in Europa. Nonostante le difficoltà economiche, con stipendi che non arrivano, compatta l'ambiente e dopo qualche affanno nel girone d'andata conduce i suoi ad un più che meritato Scudetto. Ma ecco che ci risiamo, nemmeno il tempo di festeggiarlo, passa una settimana e saluta, i soldi non ci sono, bisogna ridimensionare e lui non ci sta. Anzi per andarsene pretende anche la buona uscita, dato che gli accordi erano altri e le sue ambizioni sono state tradite, 7,5 mln per abbandonare la barca che affonda. Si aggiunge un clausola salva faccia, nessun incarico in Italia per il prossimo anno.

Lo so, è stata un po' lunga... ma siamo arrivati alla fine. Conte è un grande tecnico, sa costruire una squadra vincente, sa farsi amare dai tifosi ma il suo carattere e la sua ambizione sono i suoi più grandi limiti. I continui scontri con le proprietà dei club per cui ha lavorato ne hanno minato la credibilità e il suo Palmares in Europa è “agghiacciante”. Vorrebbe una squadra con infinita disponibilità economica, vorrebbe decidere lui chi comprare e chi cedere, vorrebbe la chiamata di una vera grande ma ancora non la merita. Il Real gli ha recentemente preferito Ancelotti, resta forse il PSG, ma ne dubito. Dovrebbe guardarsi allo specchio e applicare a se stesso le sue grandi doti, tagliare le sue parti grezze per tirarne fuori un diamante. Antonio ricordati cosa diceva di te Giaccherini... << Con lui o migliori o muori >> e tu cosa vuoi fare ?