Ciro Immobile, nato a Torre Annunziata il 20 febbraio 1990, è un calciatore italiano, ad oggi attaccante della Lazio, di cui è capitano e della nazionale italiana, con la quale si è laureato campione d’Europa nel 2021.
Ciro intorno al 1988 mosse i primi passi nella scuola calcio della sua città natale, tra periodi negativi e progetti di rivalsa. Il calciatore, a 19 anni, esattamente il 14 marzo 2009, esordì in prima squadra con la maglia bianconera durante la partita Juventus- Bologna, subentrando nei minuti di recupero al capitano della Juve, Alessandro Del Piero, sembrò un passaggio del testimone, ma ancora la prima punta non appariva pronta per il “grande calcio”. La stagione successiva va in modo abbastanza positivo, con un esordio nelle coppe europee e in Coppa Italia, tanto da ottenere due ulteriori presenze in Serie A. Peraltro, nel 2010, vinse il premio “Golden Boy”, grazie al Torneo di Viareggio, nel quale ottenne inoltre il titolo di capocannoniere con 10 reti.
L’estate dello stesso anno passa in prestito al Siena, in Serie B, seguito poi da quello al Grosseto e infine al Pescara l’estate successiva, dove con Verratti e Insigne sotto la gestione del redivivo Zeman riesce a trovare continuità in termini di partite giocate e gol, portando il “Delfino” a vincere il campionato e a sbaragliare l’agguerrita concorrenza nella divisione cadetta.
La grande stagione in serie B lo fa approdare a Genova, sfonda Marassi, ma sembra ancora un acerbo Immobile, tanto che verrà ceduto e girato al Torino dove troverà un ambiente disposto a mettersi al suo servizio, ma soprattutto un allenatore che deciderà di metterlo al centro del progetto granata. Dopo il boom della ditta Cerci-Immobile sotto la guida di Ventura, che oggi ricordiamo come colui che non permise di far giungere la nazionale italiana ai mondiali, e che vide Ciro da Torre Annunziata segnare 27 gol, gli occhi del calcio internazionale si fermarono su di lui. Luci e ombre scandirono il peregrinare del bomber azzurro con la maglia del Dortmund prima e degli spagnoli del Siviglia poi, segnando il tramonto di quell’attaccante che aveva illuminato il palcoscenico della serie A con grandi giocate e una valanga di gol. Una nuova chance però, gli sarà concessa dall’estrema attitudine a concludere buoni affari a basso prezzo di Igli Tare, diretto generale della Lazio. Quest’ultimo lo rivolle portare a casa, esattamente il 27 luglio 2016, in quell’Italia dove si sentiva coccolato e sotto a quel Colosseo dove Ciro Immobile torna a deliziare i palati degli esperti calcistici.
Cosa lo testimonia? La scarpa d’oro (36 reti in campionato) che il Bomber riesce a vincere riuscendo a superare i più in forma attaccanti di Europa e del Mondo, Messi e Lewandowski per citarne qualcuno.

Ciro Immobile esordisce nella Lazio il 21 agosto 2016 nella prima giornata del campionato italiano 2016/2017 nella partita Atalanta-Lazio (3-4) segnando il primo gol in maglia biancoceleste. Da quel giorno l’attaccante entra nei cuori della tifoseria della Curva Nord, tanto da diventarne l’idolo e realizzando record su record, compreso quello che lo porterà a diventare il giocatore con più realizzazioni in maglia biancoceleste, superando le 163 reti di Piola nella partita di Europa League contro il Marsiglia e iscrivendosi così nella storia della squadra della capitale. Per quanto concerne il Ciro Nazionale, l’attaccante è stato convocato con la squadra azzurra fin dai tempi non fortunati di Prandelli e di quel Ventura che lo lanciò in Piemonte, esplodendo con Conte e mettendo in bacheca un Europeo da protagonista con Mancini; ciononostante, sembri non bastare, Ciro Immobile risulta essere l’unico dell’11 titolare sempre in discussione, continuamente snobbato dall’opinione pubblica, quanto criticato dall’opinione giornalistica. L’attaccante campano ha sempre dimostrato un particolare attaccamento alla maglia azzurra e ha sempre dimostrato di mettersi a disposizione per la squadra nonostante i gol non arrivassero. What Else.
Tornando all’ottica di club, ad oggi, il grande Ciro, per la Lazio è solo un vanto, ha onorato la maglia biancoceleste dal primo giorno che l’ha indossata. Cambiano allenatori, tempi, situazioni, ma il Bomber Ciro, così chiamato nella capitale, non è mai cambiato, tanto da poterlo definire come una certezza per l’ambiente laziale.
Bandiera.