Allegri è un romantico, o forse no. Certamente non fa parte degli "illuministi del calcio", che vogliono fare del pallone una scienza. Eppure Allegri non vive di sogni e ideali e sarebbe un errore crederlo. Durante la sua intervista a Sky Sport post Chievo- Juve, Massimiliano Allegri ha affermato che il calcio non è una scienza esatta, provocando un dibattito in studio. Condò, ad esempio, gli ha fatto notare che se Pjanic calcia una punizione da un certa posizione, ci sono più probabilità che possa fare gol. Ma il tecnico livornese non intendeva dire che nel calcio non vi sia alcuna certezza. Allegri ha iniziato il suo intervento a Sky affermando che Pjanic è venti giorni che si allena sui calci piazzati e che questa ripetizione del gesto tecnico rende più probabile la segnatura della rete. Mister Allegri è perfettamente consapevole del rapporto causa-effetto e non lascia le cose totalmente al caso, infatti non ha affermato che il calcio non abbia dei numeri sui cui ragionare, pur non amandoli troppo, ma ha sostenuto che il calcio non è una scienza assolutamente esatta. Possiamo essere sicuri del fatto che Pjanic sfrutti egregiamente la forza di gravità per calciare il pallone, ma non vi è certezza assoluta che esso finisca all'incrocio. Roberto Baggio è stato un rigorista provetto, non ha mai tirato un penalty alto in vita sua prima della finale del Mondiale del 1994. Se all' epoca avessimo fatto una previsione sul quel famoso rigore basandoci su dati statistici, le probabilità che Baggio lo tirasse sopra la traversa sarebbero state minime, eppure è andata così. Il calcio non è uno sport giocato da robot, ma da persone fatte di emozioni, sensazioni ed istinto, ovvero ciò che da vita all'arte. Si, Allegri ha detto che il calcio è una forma d'arte, che pur basandosi su principi matematici, non li segue pedissequamente. Altrimenti non si spiegherebbe come un chitarrista di nome Jimmy Hendrix abbiamo potuto suonare in modo così speciale senza aver fatto il conservatorio, come un uccello che si libra leggero nel cielo senza avere fatto alcuna scuola di aeronautica. In questa sua concezione del calcio, forse un po' romantica, ma nemmeno troppo idealista, Allegri non è attualissimo, anzi, come evidenziato da un articolo di Mario Sconcerti, il calcio sta prendendo un' altra direzione. Molto probabilmente l' idea di Allegri è in opposizione con quella di Arrigo Sacchi, che pur appartenendo ad un' altro calcio, può essere considerato un "illuminista del pallone" e di fatto, i due ogni tanto si beccano. Sacchi vede la squadra come un orchestra, in cui ognuno deve eseguire il suo spartito. Nella band di Arrigo non ci sarebbe spazio per le improvvisazioni di Jimmy Hendrix, in quella di Max si. Quale delle due filosofie risulta più convincente? Si potrebbe discutere a lungo su questo argomento. Certamente ci sono diversi modi per arrivare a vincere nel calcio ed io penso che il metodo Massimiliano Allegri abbia motivo di esistere, come quello di Arrigo Sacchi. Per quanto avere un impronta di gioco sia molto importante, essa non determina certamente la vittoria, sono gli uomini a farlo. Arrigo Sacchi aveva a disposizione un Milan stellare e nel 1994 è arrivato in finale ai Mondiali grazie alle magie di un certo Roberto Baggio (si da buon bresciano sono un po' di parte lo ammetto), non grazie al suo gioco corale. Se Sacchi allenasse il Milan di adesso, sarebbe una sfida ottenere i medesimi risultati. Allora basta giocare male ed avere i giocatori forti per vincere le partite? Io non sostengo questo, ma ascoltando bene Massimiliano Allegri non lo pensa nemmeno lui. Ma come?! Allegri non ha dichiarato che chi vuole divertirsi deve andare al circo?! Non ha detto che è di moda affermare che la Juve sta giocando male, nonostante sia evidente che la squadra non stia brillando?! Allegri sa che la Juve deve giocare meglio per provare ad essere competitiva in Champions, tanto che qualche tempo fa ha dichiarato che la squadra in Coppa deve riuscire a fare più gol, ma da bravo allenatore capisce il momento di difficoltà dei suoi giocatori e fa da parafulmine. La cosa veramente importante è quello che Allegri dice a porte chiuse, con la squadra e si può star certi che non lesina consigli. La paura del tifoso bianconero è che la Juventus esprima questo tipo di calcio per tutto l'anno, ma io non ci credo. Non perché sono un idealista, ma perché la squadra non manterrà l'attuale condizione fisica tutto l'anno, perché la Juve in Champions con Allegri ha fatto delle belle partite e perché il Mister ha dimostrato di sapere preparare bene le gare importanti. Infatti quando arriverà la fase calda della coppa nessuno vorrà incontrare la Juve, alla faccia di chi dice in Europa la Vecchia Signora non conta niente. Ripeto la squadra deve migliorare, ma Allegri non è uno stupido, ha la sua filosofia, che forse richiede più tempo. Può essere meno rapido imparare a suonare insieme senza spartito, ma i risultati non coincidono necessariamente con l'approssimazione, perché non si suona a caso, ma seguendo l'orecchio e l'istinto, quando è necessario, come gli uccelli! A cui non si può insegnare a volare, ma lo fanno molto bene.