La gavetta come si suol dire quando si inizia a fare un lavoro dal basso, è proprio quella che ha fatto Simone Inzaghi. Perchè dopo una vita da calciatore passata all'ombra del fratello Filippo, il vero bomber di casa, Simone è riuscito a superarlo come allenatore, cosa che non era riuscita a Pippo nella sua squadra del cuore, il Milan.

So per certo che molto cose non accadono per caso, dopo l'esonero di Pioli nel 2016, la panchina della Lazio fu affidata all'allenatore della primavera, e chi era in quel momento l'allenatore della primavera? Simone Inzaghi. Se dopo una seconda parte di stagione positiva (7 partite, 12 punti), Bielsa non si sedette su quella panchina per costruire una nuova Lazio, un motivo c'è; semplicemente perchè il tecnico originario di Piacenza meritava la riconferma nella squadra biancoceleste.

Dopo quasi 2 anni Simone Inzaghi ha convinto tutti, sopratutto una squadra: la Juventus. Proprio quella Juve che ha sconfitto nella finale di agosto per la finale di Supercoppa Italia. La genesi di questo innamoramento è abbastanza logica da capire, il gioco è il primo punto a favore di Simone. La Lazio gioca quasi sempre bene, sta in campo come poche squadre sanno fare, non è una questione di modulo ma di atteggiamento. Il secondo punto a favore del tecnico: la capacità di valorizzare i talenti messi a disposizione da Lotito, perché Sergej Milinkovic Savic era uno sconosciuto, oggi mezza Europa lo vuole. Luis Alberto arrivava da un fallimento al Liverpool, ora nelle serate di grazia sembra quasi Roberto Baggio, e Ciro Immobile ha raggiunto medie realizzative impensabili. In tutto questo un altro aspetto che conta molto è quello del look, Inzaghi sa come presentarsi, viso pulito e giovanile, ma anche un'eleganza nel portamento che lo associa quasi automaticamente allo stile Juve.

Ad oggi la linea del futuro sembra quasi tracciata, ma solo il finale di stagione ci dirà se questa storia calcistica ha già un finale scritto.