I chilometri tra Cardiff e Torino sono 1488, una distanza che ha tenuto divise Juventus e Real Madrid 10 mesi esatti, fino alla serata di martedi. "Da quella finale molto è cambiato", queste le parole di Allegri alla vigilia della gara, parole che hanno fatto sperare il popolo bianconero; al fischio finale dei tempi regolamentari il tabellino dello stadio parla chiaro, 0-3 per i blancos.

Per molti la Juventus non è mai uscita dal Millennium Stadium, ma la verità è che questo Real Madrid e questo CR7 vengono da un altro pianeta, soprattutto dopo il secondo gol del portoghese e l'inchino di tutti i tifosi presenti allo stadio; fallimento? Maledizione? Sfortuna? E' un mix di tutte e tre le cose, perché da questa Juve tutti si aspettavano qualcosa di più, soprattutto dai vari Alex Sandro e Douglas Costa, sono un po' mancate le scintille dei due esterni che potevano e dovevano dare di più, anche perché il motto rimane sempre lo stesso, fino alla fine.

Parliamoci chiaro, i bianconeri sotto la gestione di Allegri non solo si sono riconfermati in Italia, ma l'allenatore toscano è riuscito ad arrivare dove Conte non credeva, "non si può andare con 10 euro ad un ristorante di 100", la famosa frase del tecnico salentino. Con quei 10 euro l'anno dopo la Juve arrivò a disputare una finale di Champions che mancava dal 2003.

E ora? Ora non resta che l'orgoglio, perché il calcio è strano e può regalarci momenti unici, perché è nei momenti di difficoltà che gli uomini veri vengono fuori, e dalle parti di Torino sanno bene il significato della parola "non mollare", perché ora veramente non ci resta che... L'ORGOGLIO.

di Matteo Dionisi