Sarà ancora una volta Juve-Napoli il vero duello per il tricolore. Lo dicono i fatti, le prestazioni e, paradossalmente, la simultaneità dei loro passi falsi. Entrambe provenivano da una sconfitta europea, dove sul campo non avevano lasciato esclusivamente punti, bensì sicurezza e solidità caratteriale. Sassuolo e Benevento rappresentavano la giusta "medicina" per il rilancio immediato, ma l'analisi delle prestazioni ci consegna spunti riflessivi che vanno ben oltre il risultato. Procediamo con ordine.

Alle 12.30 al Mapei Stadium, sono entrati in scena i campioni d'Italia in carica, pronti a rispondere alla vittoria dell'Inter. Le ipotesi di partenza lasciavano presagire l'unico intento di portare a casa l'intera posta in palio.
I migliori in campo dal primo minuto, anche se continua l'involuzione del bomber Higuain, anche oggi non ha saltato l'uomo nemmeno una volta, come può una squadra come quella bianconera, partita come sempre per vincere tutto, non avere un'alternativa? L'unico in quel ruolo potrebbe essere Mandzukic, ma dopo l'ennesima prestazione mostruosa atletica, caratteriale e di sacrificio, offerta sulla sua fascia di competenza, Allegri non prende nemmeno lontanamente in considerazione l'idea di privarsene in quel ruolo, soprattutto quando c'è un Dybala in queste condizioni, che facilmente riesce a sopperire alla latitanza del Pipita, offrendo da solo l'intero contributo in termini di gol  che sarebbe richiesto a tutto il reparto offensivo. Ma la lezione del Camp Nou ha ben chiarito che in Europa tutti devono offrire il loro contributo, altrimenti Dybala vivrà con un senso di impotenza infernale la Champions.

Il Napoli ha ospitato il Benevento, per un derby campano che mancava da oltre 30 anni in serie A ( in quell'occasione, la rappresentanza regionale era offerta dai partenopei e dall'Avellino). Impegno agevole sulla carta, ci mancherebbe altro, ma la facilità e la bellezza della prestazione degli uomini di Sarri è stato un grande segnale per tutto l'ambiente, già intristito per il passo falso in Ucraina e per la residua brillantezza di capitan Hamsik, che di solito pagava alla lunga distanza delle partenze importanti, finendo in calando la stagione. C'è da auspicarsi che la parabola stavolta, possa essere uguale e contraria.
Tornando al match di campionato, chi ha visto la partita del San Paolo, non sapeva se si trattasse di un incontro di calcio, o di un torneo di Biliardo giocato da folletti, vista la fluidità del pallone. Piccola notazione, il gol di Insigne da fermo e a giro è da calcio italiano degli anni '80 e '90, ossia quando sui nostri campi si esibivano i migliori del Mondo. Tutto facile dunque, come era ampliamente prevedibile, con un Mertens letale ed il solito e puntuale Callejon.

Detto questo, non vedo altri scenari alternativi al "duello", per i motivi sopracitati e per la completezza che esprimono Napoli e Juventus durante le loro prestazioni. Le altre si  sono rinforzate, tranne la Roma, a mio modesto giudizio, ma non hanno colmato il gap.

Bianconeri ed azzurri sono di un'altra categoria e viaggeranno all'unisono, probabilmente anche in Europa e forse, la prima che abbandonerà i sogni di gloria in Europa, potrà alimentare quelli tricolore.