Il terzo turno del campionato di Serie A, ha offerto diversi spunti di riflessione. Sulla carta ci apprestavamo ad assistere ad una giornata senza due partite molto interessanti: Sampdoria-Roma e Lazio-Milan ( inizialmente rinviata per avverse condizioni atmosferiche e successivamente disputatasi regolarmente).

Non sono mancati gol straordinari, tre su tutti: Dybala, nell'anticipo del Sabato contro il Chievo, autore di un gol di rara fattura per aver coniugato perfettamente tecnica di base e velocità di esecuzione, e le due marcature acrobatiche di Perisic e Immobile, rispettivamente contro Spal e Milan, da far vedere e rivedere nelle scuole calcio, per come si sono coordinati nei loro splendidi gesti atletici. Il campionato, a quanto pare, è vivo, non solo quanto espresso dalla classifica, ma anche per la discreta cifra tecnica dei suoi protagonisti. 

Entriamo nel vivo dei giudizi:

- Juventus 8: per la prima volta in questo campionato, ha dato l'impressione di comportarsi come un grande pilota di F1, ha gestito i tempi di gioco, rallentando ed accelerando a suo piacimento il ritmo della partita, ovviamente aiutata da un Dybala capace di esprimere strappi alla naturale prosecuzione della stessa. Se qualcuno avesse avuto dubbi sulla tenuta psicologica del calciatore argentino in merito al "peso della 10", lo invitiamo a rivedersi le prime tre partite di campionato. Resta sempre il rebus difesa, Howedes non ha ancora debuttato e ci sono grandi aspettative sul campione del Mondo in carica, ma la nota positiva arriva da Szczesny, molto più di un vice-Buffon qualsiasi. Nei pali era già una garanzia, ma contro il Chievo non ha sbagliato un'uscita, dimostrandosi già rodato all'interno del reparto arretrato bianconero. Continuo a ritenere Higuain avulso dall'intera manovra, quando è stato lasciato da solo con le due ali a supporto ha sofferto la mancanza di smalto dei tempi migliori. Appena Allegri gli ha posizionato Dybala a supporto, si è visto un altro giocatore e ne ha beneficiato anche Pjanic.

- Napoli 8: Donadoni non avendo nulla da perdere ( peggio dell'1-7 dello scorso anno non si poteva fare) ha schierato tutta "l'argenteria" di cui disponeva, più un Palacio in grande spolvero, lontano parente dell'attaccante a mezzo servizio visto nell'ultima sua stagione in nerazzurro. Ne è uscita fuori una partita elettrizzante e bella, con gli azzurri che hanno concesso e rischiato più del solito. Ma è in questi frangenti che si vede la grande squadra e si captano segnali di obiettivi importanti. Passato il "leggero temporale" rossoblù, gli uomini di Sarri hanno ripreso a macinare gioco ed hanno punto letalmente il loro avversario. Callejon è probabilmente in Europa il più forte "calciatore-ombra", quando credi di averlo arginato, te lo ritrovi alle spalle pronto a farti goal, ma il merito del vantaggio è da condividersi con Insigne, capace di leggere in anticipo i suoi movimenti. All'ombra del Vesuvio sta crescendo un campione internazionale, per come interpreta il ruolo e per la sua presenza in fase offensiva, il suo nome è Zielinski, un nuovo Dejan Stankovic, per come interrompe l'azione avversaria e per la sua puntualità nelle conclusioni da fuori. 

- Inter 7: Delle due l'una. O la Spal è davvero una bella squadra, quadrata e ben organizzata o l'Inter non ha ancora perso il vizio di sbandare almeno per una ventina di minuti a partita. Probabilmente sono vere entrambe le considerazioni, ma è pur vero che non si può nascondere una bella organizzazione di gioco dalla cintola in sù. Tutto sembra a ritmo di metronomo e a cadenze regolari, completamente differente dall'improvvisazione delle scorse stagioni. Molto meglio vedere Joao Mario trequartista e Borja Valero dinanzi alla difesa. Ciò che mi ha colpito, oltre al gol da "Nuovo Cinema Paradiso" di Perisic, è l'atteggiamento della tifoseria nei confronti di Dalbert, praticamente "adottato", applaudito ad ogni recupero e ad ogni chiusura, anche quando appariva in difficoltà sulla sua fascia di competenza.

- Milan 4: Come i palloni raccolti in fondo al sacco da Donnarumma. Al primo vero ostacolo, la "collezione Panini" di Montella si scioglie, dimostrando, qualora fosse ancora necessario, che la cattiveria agonistica e il gioco di squadra, non sono acquistabili in fase di calciomercato, a nessun prezzo, ma sono il risultato di una attenta e continua programmazione. Troppo morbida la resistenza nei preliminari di Europa League e nelle prime due uscite di campionato, occorre un velocissimo bagno di umiltà, prima che sia troppo tardi.

- Lazio 9: Errare è umano, perseverare è diabolico. Un piccolo mea culpa da parte degli addetti ai lavori non guasterebbe. I biancocelesti vengono atavicamente snobbati e sottovalutati, chiedere alla Juventus in Supercoppa Italiana. Dati per bolliti, dopo l'ennesimo mercato a vuoto di Lotito, la Lazio "passeggia" sul Milan, mettendo in luce due protagonisti su tutti: Simone Inzaghi e Immobile. Il primo, allenatore meno chiacchierone dei colleghi, ma pragmatico come i vecchi maestri, ha una sua precisa idea di gioco e la squadra lo dimostra sia in trasferta che in casa. Il secondo, ha trovato con la maglia biancoceleste la sua giusta dimensione, dimostrando di essere implacabile in area quanto leader per i suoi compagni. Non mi sorprenderebbe rivederlo con la fascia da capitano.