Inizia il mese di Ottobre, con una settimana arricchita da impegni europei e che troverà il suo culmine nel "derby d'Italia", una partita che finalmente dalla sua parte non avrà solo i riverberi delle polemiche post calciopoli, ma tornerà ad essere la sfida che mette l'una di fronte l'altra, le prime della classe.

Ecco un piccolo bilancio su quanto visto fino a questo momento.

-INTER: voto 7.5, la strada è quella giusta, ma i tifosi interisti avranno già iniziato a fare i propri gesti scaramantici ed eventuali scongiuri. Un tratto comune nelle ultime stagioni nerazzurre è sicuramente quello di entusiasmanti filotti di vittorie e fragorosi letarghi sportivi. Di sicuro qualcosa è cambiato, non è oggettivamente possibile paragonare questa partenza a quella della Beneamata targata Roberto Mancini nella stagione 2015/16 o a circoscritti attimi di felicità nell'esperienza di Spalletti. All'epoca molte vittorie furono frutto di particolari contingenze e mai di un evidente dominio sul piano del gioco e del controllo di una partita. Ciò che si è visto con Conte e davvero diverso, si potrebbe parlare per ore di aspetti tattici o di acquisti che stanno rendendo al di sopra delle aspettative, ma relegare in secondo piano un rinnovato agonismo, che mancava dai tempi di Mourinho, consegnerebbe una analisi davvero miope e sconsiderata. Mi raccomando però, andiamoci piano a paragonare Sensi con Iniesta! In passato è già successo e l'effetto boomerang è stato terrificante. Che piaccia o meno, un'idea di gioco c'è e salvo piccole amnesie si intravede una continuità nel corso di queste prime sei giornate di campionato.Come sempre, il peggior avversario per l'Inter è l'Inter stessa. Bella, speriamo duri...

-JUVENTUS: voto 6.5, è ancora la squadra da battere, la prova è nei punti raccolti col minimo sforzo, spesso si ha l'impressione che la compagine di Sarri voglia viaggiare consapevolmente col freno a mano tirato, quasi per sovvertire l'equilibrio delle ultime stagioni da un punto di vista atletico, per evitare che a Marzo, nel momento cruciale, la rosa sia eccessivamente "cotta". Qualcosina da correggere c'è, inutile negarlo, ma la prima frazione di gioco contro il Napoli è una sorta di "manifesto di quello che sarà". Nel mezzo, ci sono le partite di Firenze e lo scontro casalingo con il Verona, dove si è mostrata in tutta la sua "crudeltà" l'assenza di Chiellini, perno irrinunciabile nel periodo di ambientamento di DeLigt, con il solo Bonucci a recitare il ruolo di chioccia e collante tra passato e presente e con un Cristiano Ronaldo abbastanza diverso dalla scorsa stagione. Si ha spesso l'impressione che l'asso portoghese abbia finalmente capito che può essere il leader non solo dal punto di vista tecnico ed era ora, capace cambiare il ritmo della Juventus con le sue espressioni di disappunto o di sfida e da quel momento, il freno a mano viene abbandonato e i giri del motore iniziano a salire. Perchè stancarsi se basta il 50%? 

-NAPOLI: voto 6+, per la serie "è molto intelligente, ma non sempre si applica". Se la Juventus è la squadra da battere, allora è innegabile affermare che quella del Napoli è ancora la naturale antagonista, basti vedere la partita col Liverpool. Nel frattempo, però, ci sono state alcune prove opache soprattutto nel reparto arretrato, dove Koulibaly sta soffrendo per la partenza di Albiol più di quanto non abbia sofferto Laura Pausini quando "Marco se ne andò". La squadra crea occasioni da rete in una quantità impressionante, ma difetta nel concretizzarle, con un Insigne a corrente alternata e Milik ribattezzato come il nuovo Godot. Splendida sorpresa l'utilità tattica e la sequenza di ottime prestazioni da parte di Di Lorenzo, così come l'eterna primavera di Llorente "Dorian Gray", subito decisivo e perfettamente integrato nel meccanismo del gioco di Ancelotti, miglior tecnico italiano nelle sfide di Champions e da sempre alter ego in panchina di Boniek, "Carletto bello di notte". Il meglio deve ancora venire, ma iniziasse a uscire meno con gli amici e studiare di più.

-MILAN: voto 4, nonostante tutto i sei punti che si ritrova in classifica sono l'unico aspetto positivo e al tempo stesso inspegabile. E' tutto troppo strano, troppo brutto per essere vero, Giampaolo non è un tecnico sconsiderato da mandare alla ghigliottina senza nemmeno un piccolo esame di coscienza da parte di tutti. Si ha quasi l'impressione che la dirigenza abbia fatto la campagna acquisti chiudendolo in uno sgabuzzino fino al giorno dell'esordio in campionato, tanto è la differenza tra i calciatori del progetto milanista e le idee calcistiche del proprio allenatore, che dalla sua parte ha solo la colpa di commentare il post partita come se non l'avesse vista. Ma siamo sicuri che a bordo campo non hanno messo una controfigura, mentre il vero Giampaolo se le sta giocando a PES nel proprio spogliatoio?