Non che ci aspettassimo il bottino pieno, ma questa prima giornata di Champions League ha parecchio "dissanguato" le aspettative di Napoli e Juventus.Per quanto riguarda la Roma, l'unica nota positiva è rappresentata dal punto guadagnato in classifica.

Procediamo con ordine:
Martedì sera i riflettori erano puntati tutti sui bianconeri, ospiti di un Barcellona ricco di malumori estivi, a causa della "separazione" per nulla consensuale con Neymar. Sembrava l'occasione giusta per mettere in chiaro la rinnovata sfida juventina al calcio continentale. Ancora una volta, però, galeotto fu il secondo tempo con un crollo atletico e tattico degli uomini di Allegri, che hanno replicato perfettamente il "copione di Cardiff".
La Juventus non può proseguire così, esprime un gioco troppo vecchio, che probabilmente raccoglie frutti solo in Italia, Allegri si è prodotto in esperimenti al limite del masochismo (Betancourt in campo dal primo minuto, senza aver mai giocato uno spezzone in Champions e sul campo maggiormente affascinante e rischioso d'Europa).

Higuain rappresenta, alla luce del Sole, il limite principale di tutta la manovra, anche coloro che gridavano al "reato di lesa maestà", si sono convinti: in Europa con il centravanti statico ed imponente non vinci, basti analizzare la composizione dei reparti avanzati delle altre squadre candidate alla vittoria.
L'atletismo ha sostituito quasi del tutto la tecnica (per fortuna c'è Messi), ma soprattutto la potenza. Vince chi è in grado di correre di più, con o senza palla, anche Cavani si è adeguato ed ha ripreso a svariare su tutto il fronte d'attacco, spaccando e sfiancando le difese avversarie, come faceva a Napoli con Mazzarri. Higuain ha un limite atletico, inutile nascondersi, che si spera possa superare entrando in condizione il prima possibile, perché limitarsi ad eseguire il suo compito in area di rigore, lo porta ad essere "esiliato" dal gioco. 

La Roma è riuscita a muovere la classifica, non male vista l'esperienza europea del suo avversario, si è difesa nell'angolo come un pugile ed ha dimostrato una forte compattezza, soprattutto caratteriale, oltre ad una grande prestazione del suo portiere, Allisson.
Si poteva sicuramente fare di più, ma si poteva, allo stesso tempo, prendere una di quelle imbarcate già viste sotto la guida di Spalletti e Garcia, con conseguente crollo psicologico per il resto della stagione. Tutto sommato, meglio non lamentarsi troppo.

Mercoledi sera, ci si attendeva l'inversione di tendenza con il Napoli, la squadra più in forma del campionato.
Ma nel pallone non esistono assiomi e a quanto pare, il buon primo tempo del Bologna, domenica sera, non era stato un caso, ma un piccolo scricchiolio del mosaico di Sarri. Dal punto di vista tattico, la prestazione non è stata così malvagia, le occasioni per colpire gli ucraini non sono mancate, ciò che è saltato maggiormente all'occhio è la differenza di velocità tra le due squadre. Siamo solo a metà Settembre ed è quasi da profano parlare di un appannamento, ma non dimentichiamoci che la stagione partenopea è iniziata già da due mesi e mezzo, per la preparazione del Preliminare e che la rosa è numericamente più corta di quella della scorsa stagione. Nonostante l'assoluto valore di Milik, questo gruppo non riesce a rinunciare all'impiego di Mertens, in particolare ne hanno sofferto due armi letali come Insigne e Callejon. Hamsik e Koulibaly sono apparsi già in riserva d'ossigeno ed è un campanello davvero allarmante, visto il valore di chi dovrebbe eventualmente sostituirli.
Oppure, c'è una spiegazione davvero semplice per questa sconfitta: Sarri è il miglior allenatore del nostro campionato, ma ieri ha praticamente sbagliato formazione.