“Conosci te stesso” è la massima religiosa incisa nel tempio di Apollo a Delfi.
Il Milan prova a conoscere se stesso, ma sembra irriconoscibile.
“MA COME?”, dite voi. Con l’arrivo di Gattuso il Milan ha conquistato la finale di Coppa Italia, è rimasto imbattuto nei derby ed è uscito contro l’Arsenal (squadra un po’ discontinua ma quando è in giornata diventa ingiocabile) in Europa, ha nel mirino l’EL e culla ancora il sogno Champions, anche se dopo la battuta d’arresto contro il Sassuolo le speranze sono ridotte al lumicino.

Se il Milan sta vivendo un periodo positivo in campionato, raddrizzando le sorti di una stagione che sembrava compromessa prima dell’esonero di Montella, è grazie a Gattuso e la sua grinta e determinazione.
Ma se il Milan si trovava in quelle pessime condizioni, la colpa non era tutta dell’aeroplanino.
10 giocatori acquistati per oltre 200 milioni di euro non possono portare immediatamente ad un traguardo come lo scudetto (come invece alcuni tifosi un po’ da ombrellone avevano predetto), ma a quanto pare neanche nell’Europa che conta davvero. I cugini nerazzurri invece, che va ammesso partivano da un gruppo qualitativamente superiore al Milan, con pochi innesti mirati sono riusciti ad assemblare una rosa tale da far assaggiare ai tifosi il primo posto per alcune giornate e nonostante la classica incostanza, caratteristica storica dell’Inter, si trova in lotta per un posto in Champions.
Sbaglio della dirigenza? Sì.
Sbagliata la dirigenza? Ni.
La squadra sta cercando una propria identità, sembra averla trovata nonostante la preventivabile alternanza di risultati positivi e meno positivi, dettata anche dalla fisiologica stanchezza delle prime linee e l'atavica ormai inadeguatezza delle seconde. Fiducia in Gattuso, con la consapevolezza però che il prossimo mercato estivo sarà sicuramente meno faraonico. Si spera più assennato, almeno.