Sono ormai giorni che girano voci sul caso dei tamponi "ballerini" della Lazio. Personalmente separo la vicenda sotto tre aspetti: la poca uniformità nella lettura dei tamponi, le procedure da seguire e, soprattutto, le scelte post referti.

Per il primo, sebbene ci si concetri principalmente su questo aspetto negli articoli, credo che la Lazio sia, fino a prova contraria, la parte offesa, in quanto una squadra di calcio dovrebbe semplicemente far controllare i propri tesserati in un laboratorio certificato. Entrare in merito alle attività di verifica della struttura scelta, vuol dire contestarne il giudizio, ma a quel punto non hanno più senso le certificazioni delle strutture sanitarie. Se le strutture vengono meno in professionalità, devono intervenire altri organismi di controllo. Possiamo chiederci perché sia stata scelta quella struttura, se è stato fatto per avere più libertà di far giocare i propri tesserati, se c'è quindi dolo, ma tutte restano congetture fino a prova contraria.

In merito ad alcune procedure, occorre spezzare in parte una lancia a favore della Lazio. Molti club si sono spesso lamentati sulla loro poca chiarezza in varie circostanze. Se però fossero scoperte mancate comunicazioni alle strutture ASL sui risultati dei tamponi, questa sarebbe una cosa ben diversa e grave, in quanto la trasparenza dei casi infetti risulta alla base del contenimento del Covid. Un caso che sfugge può generarne altri ed è quindi grande argomento di preoccupazione.

Per le scelte post referti, infine, non mi sono troppo piaciute le notizie circolate, comunque da verificare. Se era stato riscontrato un tampone con basso valore di infettività, era comunque da considerarsi tale. Dire che il giocatore era disponibile post risultati clinici e farlo giocare nella primavera, anche solo per un allenamento, sono stati errori pesanti. Purtroppo su questo i dirigenti della Lazio credo abbiano pagato un direttore sanitario dalle vedute particolari, riportando informazioni probabilmente avute da lui. La mia idea deriva dalle frasi rilasciate nel tempo da questa persona: "il genoma N sia talmente debole come virulenza da non aver alcun significato contagioso"; "considerare malati tutti i positivi, è un’esagerazione. Essere positivo vuol dire essere malato e contagioso, se non hai sintomi e magari sei anche un atleta ti faccio il controllo e ti mando a giocare. Per me l’asintomatico non è malato"; "Io sono da sempre contrario alla quarantena"; "È un virus del raffreddore, non voglio banalizzare né mancare assolutamente di rispetto alle persone che hanno perso perfino la vita, ma la medicina non è una scienza, la medicina è un’arte, perché non sempre 2+2 fa 4"; "È vero che il virus è stato manipolato, ma è vero pure che in questo periodo è mutato 33 volte diminuendo la sua aggressività e quindi ci mette anche meno paura. Secondo me il Coronavirus sta morendo".
Questi esempi fanno intuire facilmente la presa di posizione del medico circa il Covid e in parte tornano come pensieri nelle risposte di altri dirigenti del Club che si sono probabilmente limitati a ripete questa versione dei fatti, probabilmente esposta da qualcuno che credevano essere una voce sicura e affermata nel campo. Se tutta la scaletta degli eventi fosse verificata, credo che si sia sottovalutata la situazione e questo abbia avuto ripercussioni sulla credibilità della Lazio. Inoltre, far allenare un qualunque giocatore infetto con la primavera è stata pura follia per chi ne fa parte, per le loro famiglie e amici, per chi ci avrebbe potuto giocare contro di loro e così via, esponendo numerose persone ad un possibile contagio.
Spezzo in questa circostanza una lancia anche in favore di tali giocatori, che si devono limitare giustamente al responso del comparto sanitario. Non si può imputare a loro una mancanza, ma a chi doveva vigilare sulla loro salute e su quella di coloro con cui vengono a contatto.

Se fossero verificati errori da parte del club o di un suo dirigente, sarà importante capire le scelte della giustizia. Considerando che Roma e Napoli si sono viste penalizzare e respinti i loro ricorsi per cose molte più futili, sarò curioso di vedere quale sarà la pena per la Lazio, ma sarebbe inaccettabile vedere una penalizzazione di una manciata di punti.