La Storia di un processo *** è la storia di una cronaca giudiziaria sportiva. Nella Milano del XXI secolo un uomo viene visto vincere con sospetto. Questo sospetto basta per farlo arrestare con l’accusa infamante di essere uno che vendeva le partite, di avere cioè dato ordini ben precisi ai suoi giocatori per far perdere la propria squadra. L’uomo, malgrado i supplizi della tortura mediatica, i testimoni in suo favore, nega l’accusa. Viene di nuovo torturato e finisce per confessare. I giudici, a questo punto, vogliono conoscere i nomi dei suoi complici, perché non può non aver avuto dei complici. Viene così tirato in ballo il suo barbiere. Anche questi, arrestato, prima nega, poi finisce per confessare sotto lo strazio della tortura mediatica. Viene così accusato un terzo uomo. E da questi, grazie all'ostinazione dei giudice, si giunge a scoprire una fantomatica catena di scomettitori che ha al proprio capo un insospettabile industriale torinese, di nobile casata piemontese, di nome Andrea Agnelli. Anche questi viene arrestato, interrogato, ma non torturato e successivamente radiato dal mondo del calcio. Ed alla fine scagionato. Tutti gli altri, invece, vengono condannati a squalifica e nel punto della città dove sorgeva la casa del barbiere viene fatta erigere una schedina gigante, a monito immortale della riprovevole azione di aver diffuso il vizio delle scommesse tra i giocatori professionisti.