Al fischio finale della partita fra Inter e Torino, San Siro non ha tardato a mostrare il suo disappunto nei confronti della squadra di casa. Forse una reazione precipitosa, ma che appare comprensibile alla luce dei risultati delle prime due giornate di campionato, che consegnano di fatto un solo punto ai nerazzurri.

In avvio della sfida contro i granata, la musica sembrava essere cambiata rispetto all'opaca prestazione offerta contro il Sassuolo: dopo 7 minuti l'Inter passa in vantaggio grazie a i suoi due uomini chiave, con Icardi questa volta in veste di assist-man e Perisic che scaraventa il pallone alle spalle di Sirigu con un destro potente. Col passare dei minuti gli uomini di Spalletti prendono campo e assumono il controllo della partita, cercano più volte la rete del raddoppio che non tarda ad arrivare, quando una punizione ben battuta da Politano pesca in area la deviazione vincente del neo acquisto De Vrij. Il Torino dal canto suo non impensierisce mai Handanovic se non sul finire del primo tempo, con una punizione di Iago Falque che termina fuori di poco.

Tuttavia è la ripresa a gettare nuove ombre sull'Inter, che incassa il goal del 1-2 dopo 10 minuti. Belotti scatta su un lancio millimetrico di Iago Falque, Handanovic esce malissimo e regala, a porta sguarnita, il più facile dei tap-in al "Gallo". A questo punto ci si aspetterebbe una reazione da parte dei nerazzurri, Spalletti prova a spronare i suoi, tutto inutile; infatti il Torino spinge e Meitè trova un clamoroso pareggio con un sinistro preciso ma non irresistibile, sul quale il portiere sloveno ha più di una colpa, completando così una serata da horror a tutti gli effetti.

A far discutere, e soprattutto preoccupare, è la tenuta fisica dei padroni di casa, apparsi svuotati di ogni energia e incapaci di reagire dopo i due squilli granata. Il fulcro dei problemi interisti sembra risiedere nel centrocampo: dopo un primo tempo di buon livello, sia Vecino che Brozovic sono spariti nella ripresa, lasciando il controllo della partita al Torino e non riuscendo più a costruire gioco. Dopo appena un'ora di gioco, la brillantezza di inizio gara ha lasciato il posto ad una squadra in difficoltà, a tratti in confusione, proprio come il suo allenatore.

Spalletti assiste impotente alla prestazione dei suoi nel secondo tempo, prova a cambiare qualcosa ma, ancora una volta, le sostituzione si rivelano tutt'altro che azzeccate. Asamoah lascio il posto a Dalbert, autore già di una partita insufficiente contro il Sassuolo, e dopo un paio di minuti il Torino pareggia. A quel punto sarebbe stato più utile inserire subito Lautaro Martinez (al quale Spalletti a regalato ben 2' di presenza in campo), nel tentativo di dare più dinamicità e freschezza ad un reparto offensivo che non stava più creando occasioni da goal. Oltre ai sopracitati Vecino e Brozovic, anche Perisic e Icardi erano a corto di energie, con il croato che però ci ha provato fino alla fine senza mai arrendersi.

Di contro Mazzarri indovina la mossa di sostituire un Soriano poco in palla con Ljaijc, adattato a trequartista, risultato poi decisivo nelle incursioni offensive del Torino e che per poco non ha trovato addirittura il goal del vantaggio. 

A questo punto è lecito chiedersi se l'Inter sia davvero in grado di ambire a posizioni di vertice, in relazione anche ai tanti elogi fatti per il mercato estivo e che la volevano come la vera anti-Juve. Dopo appena 2 giornate è difficile dirlo, al netto di una condizione fisica che andrà trovata con il tempo, ma per il momento, per usare le parole di Spalletti nel post-gara, l'Inter vista fin qui è solamente l'anti-nessuno.