Roma - Cagliari, minuto 94. Un difensore del Cagliari si appresta a battere una punizione sulla trequarti avversaria. La palla spiove nell'area di rigore giallorossa, Alisson esce male, la palla carambola sul petto, forse sul braccio, dell'attaccante cagliaritano che a porta sguarnita segna il goal del clamoroso 1-0 a tempo quasi scaduto. Però entra in gioco la VAR, attimi che tengono l'Olimpico col fiato sospeso. Il goal viene convalidato, piovono fischi dagli spalti ma la decisione ormai è presa, il Cagliari batte la Roma 1-0.

Adesso io mi chiedo, se fosse andata in questo modo, quanti tifosi non giallorossi avrebbero gridato allo scandalo? Quanti avrebbero avuto il coraggio di dire che il goal in questione fosse da annullare? Da quello che ho notato fra la sera di sabato e la domenica appena trascorsa, praticamente nessuno. Già, perché non era importante la validità del goal, l'importante era che la Roma non vincesse. Nonostante sia stata introdotta una tecnologia capace di risolvere qualsiasi questione, le polemiche sono più accese che mai. La sua validità è indubbia, l'applicazione tuttavia ha lasciato più volte a desiderare, dal rigore assegnato al Genoa contro la Juve alla grande parata di Torreira in Sampdoria-Sassuolo. Si parla di un cambiamento, forse il più grande nella storia del calcio, e per questo ci va del tempo affinché tutto si sistemi.

Quello che non cambia, e che a mio parere non cambierà mai qui in Italia, è la disonestà intellettuale e la voglia continua di far polemiche, sempre e comunque. Nella situazione descritta sopra, da tifoso giallorosso quale sono, avrei cominciato a storcere il naso, ne sono sicuro. A caldo un goal al 94' fa male, soprattutto se è presente il dubbio della sua regolarità, ma sono altrettanto sicuro che non si sarebbe creato il polverone post-partita con tutti i tifosi della squadre di testa a inveire contro la VAR, i tifosi giallorossi e qualsiasi altra congiunzione astrale abbia determinato il risultato della partita.

La verità è che il tifo ci condiziona irrimediabilmente, pur di non veder vincere le squadre altrui siamo disposti ad accettare o, come in questo caso, a non accettare alcuni episodi. Vedere i tifosi dell'una o dell'altra tifoseria dare dei ladri ai giallorossi mi fa sorridere, perché al primo episodio a favore della propria squadra nessuno ha il coraggio di ammettere l'errore. Durante lo scontro fra Milan e Juve lo scorso campionato, terminato 2-1 per i bianconeri con un rigore assegnato all'ultimo minuto per un fallo di mano di De Sciglio, quanti tifosi avversari dissero "Giusto, quello è rigore"? La risposta la sapete già scommetto.

In sostanza, il problema risiede nella polemica facile, contro tutto e tutti, in qualsiasi contesto. Se alla Roma non viene fischiato un rigore fa niente, pazienza, tanto ne ha avuti altri in passato. Quando però ne ottiene uno si scatena il pandemonio. E lo stesso identico discorso può esser fatto per tutte le squadre. La VAR sarà di grande aiuto, adesso come in futuro, ma non riuscià a cambiare le care e vecchie abitudini, perché quelle, si sa, non muoiono mai.