A 15 anni la gioia per un contratto firmato con la squadra dei propri sogni, ma poi un evento imprevedibile spazza via tutti i tuoi idoli nonché attuali compagni di squadra. 
Il 6 febbraio 1958 viene ricordato come il giorno in cui persero la vita i campioni del Manchester United, i fantastici Busby Babes, a causa dello schianto del volo 609 della  British European Airways all'aeroporto di Monaco-Riem.
Su quel volo c'era anche un ragazzo di appena 21 anni di nome Bobby Charlton che - insieme ad altri 9 membri dello United compreso l'allenatore Matt Busby - sopravvisse all'incidente seppur con gravi danni psicologici.

A seguito della morte dei campioni in rosso, lo United fu costretto a rifondare la squadra e decise di mettere al centro del progetto quel ragazzo di poco più di vent'anni che per molti aveva tutto per diventare un degno erede dei "Busby Babes". Seppur sconvolto per la perdita dei suoi miti e da qualche anno compagni di squadra, Bobby ben presto divenne la colonna del nuovo United di Busby e soprattutto divenne il terminale offensivo di un tridente che vedeva anche giocatori del calibro di George Best e Denis Law.

Dal dolore per la perdita di tanti compagni, alla gioia per essere diventato il fulcro del nuovo United, una squadra creata dalle macerie di ciò che fu e che dopo poco tempo riuscì a tornare a splendere tanto in patria quanto in Europa con una Coppa Campioni vinta a quasi 10 anni di distanza dalla tragedia di Monaco e soprattutto la prima inglese a sollevare questo trofeo.

Bobby Charlton è stato il filo rosso tra il grande United che si spense tra la neve e il fango di Monaco e il nuovo United che andò a dominare in Inghilterra e in Europa negli anni a seguire. Bastano le parole del suo ex tecnico Busby a descriverne la grandezza: “Non avrebbe potuto andare più vicino alla perfezione, come uomo e come calciatore”.

Tanti auguri Sir Bobby, uomo della rinascita e leader del nuovo United nato dalle ceneri di ciò che fu.