Ai bambini di oggi spiegate che nel calcio il talento è importante ma non è tutto, per arrivare in alto serve impegnarsi ogni giorno, avere la voglia di non fermarsi mai e la fame di migliorarsi ogni giorno.
Insegnate ai bambini la tecnica di Messi e Ronaldo, l'acume tattico di Busquet e la leadership di Buffon, ma non dimenticatevi di insegnargli che, per diventare calciatori con la "C" maiuscola serve tanto sacrificio, tanta voglia di non mollare di un centimetro né da giovanissimi né ad oltre 35 anni.

Fategli vedere una partita di Rodrigo Palacio, uno che in carriera ha vestito maglie importanti come quelle di Genoa, Inter e Boca ma che a 37 anni continua a giocare con la qualità di quando aveva 20 anni, ma soprattutto si impegna, si sacrifica e corre come un ragazzino, un costante aiuto morale e tecnico per i compagni di squadra. Poteva tranquillamente andarsene in qualche campionato ricco e poco competitivo a guadagnarsi gli ultimi milioni di una carriera poco vincente ma comunque importante, invece ha preferito lottare per la salvezza con il Bologna e per questi colori.

Ieri ha giocato una partita clamorosa, condita da un bel gol, contro una Sampdoria ancora malaticcia ma sulla via della rinascita grazie a mister Ranieri. Corsa, classe e carisma: il Bologna si è affidato anima e cuore al "Trenza" e alla sua voglia di dimostrare che l'età è solo un numero, poi in campo vanno cuore, testa e polmoni e lì Rodrigo continua ad essere un ragazzino.
È sempre un piacere vederlo giocare perché a 37 anni continua a migliorarsi e a giocare divinamente.

Complimenti Don Rodrigo, attaccante troppo spesso sottovalutato.