Clima surreale allo Stadium, si sentono solo i giocatori, gli arbitri che parlano tra loro, gli argentini che si salutano, Sarri che guarda in alto e Conte che guarda in basso, concentratissimo.
Oriali è sempre lì, pronto, nel caso, a sostituire l'arbitro se qualcuno lo chiedesse. La Juve si presenta senza Bonucci e Pjanic, in panchina. Difesa De Ligt-Rugani, Bentancur fa il regista, ai lati Matuidi e Ramsey. Cuadrado, Higuain e Ronaldo davanti. L'inter risponde con la solita formazione con una sola novità: gioca Eriksen, Conte è impazzito, si presenta con un audace 7-1-2. Si parte, la palla va veloce, piú del solito, la Juve prende subito il comando, riesce a palleggiare bene a centrocampo, riesce a innescare Cuadrado, Ronaldo fa tremare la difesa interista, Matuidi è un leone.
Stai a vedere che l'assenza del pubblico, paradossalmente ha tolto pressione alla squadra. Ma non dura molto, minuto 18, primo tentativo dell'Inter, respinta corta su Eriksen, passaggio filtrante per Lukaku, Rugani devia involontariamente lanciando Lautaro tutto solo di fronte al Szczesny, 1-0. Sarri continua a guardare in alto, Conte frigge ma finge indifferenza. 5 minuti dopo Lukaku entra in area si accentra, 2-0. Il mondo juventino è a pezzi, quello interista non ci può credere. La partita si spegne, la Juve non ci crede più, l'Inter non crede che sia tutto vero, finchè al 45' del primo tempo, De Ligt appoggia in rete dopo un rimpallo in area, 1-2. Si gira, guarda i compagni urla, vuole spaccare tutto, c'é ancora speranza. Nel secondo tempo però l'ennesimo vorrei ma non posso. Non si passa, l'Inter non fatica a resistere, la Juve non sembra neppure provarci piú di tanto se non forse nel finale. Ronaldo cade in area, c'é una spinta, l'arbitro non interviene.
Al minuto 93', contropiede, Sanchez chiude i conti 3-1, Conte esplode, Oriali anche. Il web interista in delirio, finalmente, avevano ragione loro. 8 scudetti di seguito ma tutti sapevano che l'Inter era più forte. Bonolis in diretta si presenta nudo dipinto di nerazzurro. Tancredi Palmeri annuncia di essere interista, lo aveva tenuto nascosto così bene. Varriale è in estasi, lo zio Bergomi si tatua in diretta il volto di Lukaku in fronte. Padovan dichiara: lo avevo detto.
Ma non finisce qui: la Lazio non era andata oltre il pareggio col Bologna. Tre squadre a pari punti.

Agnelli si rintana in un silenzio assoluto. Si parla dell'esonero di Sarri, Allegri viene visto ovunque a Torino. Ma il calcio continua, c'é la coppa Italia, ancora senza pubblico, questa volta col Milan. Partita soporifera, il Milan ci prova, ma non graffia. La Juve non ci prova neanche. Finisce 0-0 con brivido finale per una traversa colpita in pieno recupero da Romagnoli di testa. Siamo in finale di coppa Italia. Poi c'é il ritorno col Lione, con pubblico ma c'é piú silenzio che quando non c'era. La Juve parte forte, pressing alto, il pubblico attende la prima occasione del Lione che puntualmente arriva, palla fuori a fil di palo. Il pubblico fischia, volano gli insulti. Bonucci arranca ma cerca di dare la carica. Al 39' quasi dal nulla sbuca Ronaldo dal nulla, zampata vincente, gol 1-0. Secondo tempo, sembra che sia il Lione che debba segnare un gol, nei primi 10 minuti c'é solo la squadra francese. Poi entra Higuain a formare il solito tridente della disperazione.
La Juve cresce, tiene palla, Cuadrado ci prova, prima da fuori, poi entra in area, passaggio all'indietro, Higuain c'é, 2-0, Stadium impietrito ma sollevato. Almeno questa volta sembra fatta pur senza brillare. E invece no. Passano 4 minuti, lancio lungo, respinge di testa De Ligt sulla schiena di Bentancur, palla a Dembele, che con la punta dello scarpino beffa Szczesny immobile. 2-1, Stadium in ebollizione, c'é chi se ne va, c'é chi insulta.
Agnelli vorrebbe entrare e ritirare la squadra come uno sciecco del Kuwait qualsiasi. Si riprende, nessuno sembra averne voglia, per fortuna neppure il Lione che arretra. Al minuto 87 Ronaldo va giù in area, spintarella, caduta accentuata, ma questa volta è rigore. Ronaldo trasforma, 3-1, nel gelo dello Stadium. Juve ai quarti.
Il giorno dopo un laconico comunicato della società annuncia l'esonero di Sarri, al suo posto, come traghettatore, Fabio Capello. Continua?