Sapete quante decisioni deve prendere l'arbitro in ogni partita?
Ho cercato informazioni e ho trovato due risposte, una di Rizzoli che parla di circa 300 decisioni e un'altra dell'ex arbitro internazionale argentino Héctor Baldassi che arriva a parlare di 400/450 decisioni.
Per decisioni ci si riferisce a tutto, non solo ai fischi ma anche ai non fischi. Prendiamo per buono il numero di 300. In 90 minuti l'arbitro deve dunque prendere circa 300 decisioni, alcune elementari e prive di qualsiasi complessità, altre più difficili, alcune uniche, cioè si presentano solo una volta e non sono ripetibili nemmeno in altre partite. Ma bisogna decidere e non seduti in poltrona, o sdraiati a letto. E neppure in mezz'ora, no, bisogna decidere SUBITO. Due secondi a volte sono un'eternità.
Prendiamo la nostra vita quotidiana, il nostro lavoro. Pensate di dover fare un lavoro in cui dovete prendere ogni volta circa 300 decisioni, pressati dall'urgenza e con gli occhi addosso di migliaia di persone. Semplicemente a livello statistico, quante possibilità di errore ci sono? A peggiorare le cose bisogna dire anche un'altra cosa: se su 300 decisioni, 299 le azzecchi, nel calcio un solo errore potrebbe far diventare la prestazione negativa. Non solo, ma una buona percentuale di quelli che vengono considerati errori, non lo sono affatto o lo sono solo in parte. Nessun vittimismo, chi fa l'arbitro, lo fa con passione, queste cose le sa, è abituato da sempre, da quando ha esordito nei giovanissimi provinciali e le mamme dei baby calciatori lo insultavano. O quando, in terza categoria, è stato accusato dai giocatori della Pressapocchese di favorire la Sbarfacense, che "si sa", è favorita dal palazzo. Questa è la situazione di partenza.

Un argomento che viene spesso rinfacciato agli arbitri è la mancanza di uniformità nelle decisioni, argomento sinceramente un po' troppo vago per essere preso in considerazione. Il calcio ha tanto seguito anche perché dà mille spunti di discussione, tra questi quelli oggettivi sono quasi assenti. Basta pensare che è comune discutere se il risultato è giusto o no. Ditemi voi in quale abito della vita i numeri vengono messi in discussione? Nel calcio è comune che chi fa più gol dell'avversario non abbia in realtà vinto. Nel calcio 2+2 non sempre fa 4. Quindi togliamo subito un alibi: il calcio per sua natura è talmente sfaccettato che l'uniformità di giudizi è impensabile. Poi aggiungiamo una delle (poche) bugie che gli arbitri dicono sempre: non ci facciamo condizionare. Non è vero, tutti si fanno influenzare da qualcosa e da qualcuno in qualsiasi situazione, sarebbe impossibile isolarci.
L'arbitro è solo contro tutti e questi tutti sono spesso migliaia se non milioni. Come potrebbe essere possibile non farsi in certo modo influenzare? Secondo voi perché alcuni calciatori dopo aver commesso un fallo netto ed evidente a tutti, comunque protestano? Sarebbe sciocco, visto che ormai la decisione è presa e non si torna indietro, no? In realtà lo fanno per l'azione successiva, cercano di influenzare l'arbitro, cercano di trarre vantaggi in seguito. Durante i 90 minuti si susseguono tutta una serie di fatti che hanno relazioni tra loro, alcuni dipendono direttamente da altri, non sono isolati. Spesso sentirete parlare di 'gestione' della partita che però nel regolamento non esiste. Nelle 300 decisioni che l'arbitro deve prendere, non tutte avranno lo stesso livello di certezza. Capita che l'arbitro abbia dubbi, è normale, e questi dubbi non svaniscono nel nulla. Se fischi un fallo dubbio e dopo un minuto c'é un episodio simile, magari il secondo non lo fischi. Ti sei fatto influenzare dal primo, è inevitabile. Se poi parliamo di serie A i condizionamenti non durano 90 minuti, ma settimane intere, mesi, anni. Entrate nella mente di uno che all'improvviso deve prendere una decisione cruciale: è rigore o non è rigore? Tolta la scusa che l'arbitro non si fa condizionare da nessuno, in quel momento non dovrà processare solo le immagini che ha appena visto dal vivo.
Dovrà processare tutta un'altra serie di informazioni date dalla partita stessa, da quello che si è detto prima e da quello che si dirà. E due secondi sono troppi per decidere. Ne conseguirà una decisione con una componente irrazionale elevata, che in alcuni casi può portare ad errori. Parliamone degli errori allora. Statisticamente, comparati con il numero di decisioni che devono prendere, gli errori sono una percentuale piccolissima. Il problema è che se fai un errore importante la prestazione potrebbe essere insufficiente, se ne fai 2 sicuramente non sarà sufficiente, se ne fai 3 sarà disastrosa. E una prestazione fortemente insufficiente può compromettere anche una carriera, perché mi fanno ridere quelli che sostengono che i giovani arbitri cercano di fare carriera favorendo le grandi.
Non si è mai visto un arbitro fare carriera a furia di errori, si sono visti arbitri fare degli errori e migliorare, questo sì.

Dunque mettiamo 3 su 300, una percentuale bassissima di errori, che mai nessuno riesce a contestualizzare preso com'è nel difendere la propria parte. Di questo si tratta, senza dietrologie, senza complotti, si tratta di accettare questa percentuale fisiologica e inevitabile di errori. Ce la faremo prima o poi?