A Madrid, da qualche mese, si parla sommessamente, e anche con una certa cautela, di un libro che circola con le stesse modalità della  Samzdat  dell’ex Unione Sovietica: testi, articoli e libri scritti da dissidenti e vietati dalla censura. Era un’alternativa al rigido dogmatismo della cultura ufficiale. Tutto riprodotto in esemplari di fortuna, manoscritti, dattiloscritti, ciclostilati etc. Per dirla con Dostoevskij, una sorta di libera letteratura del sottosuolo. Certo, la capitale iberica non è la Mosca degli zar o quella del regime sovietico e nemmeno quella dello zar attualmente in carica, ma la nostra enfasi, certamente paradossale, vuole sottolineare il fatto che del libro in questione, a Madrid, se ne parla poco, la stampa, quella che conta, non lo recensisce e i librai non lo espongono in vetrina.
Però, come si dice dalle nostre parti, la gente è pettegola, ammicca e, tra una parola e l’altra, alla fine  del libro si bisbiglia il titolo e si sussurra il nome dell’autore. E sul web spopola!
Andiamo a vedere di che si tratta. Il titolo del libro è El poder del palco. L’autore è Fonsi Loaiza. Non è uno scrittore di best seller. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Media, Comunicazione e Cultura presso l'Universitat Autònoma de Barcellona e un master in Comunicazione Sociale e Giornalismo Sportivo presso l'Universitat Pompeu Fabra. Professore universitario, ha pubblicato il saggio Siempre saltando vallas. Women's Sport and the Media (2019) e ha collaborato con vari media come El País, TV3, Sport o CTXT .
Il libro è un durissimo pamphlet su Florentino Perez, patron indiscusso e inamovibile del Real Madrid e personaggio di spessore nel mondo degli affari, della politica e della buona società madrilena. Il titolo del saggio, nella sua efficace sintesi, compendia la natura e i tratti distintivi di un uomo di potere. Un potere esercitato da un palco, quello riservato,al presidentissimo dei blancos Don Florentino Perez,  al Santiago Bernabeu, Loaiza scrive che su quel palco, il sommo sacerdote  celebra  le liturgie del potere. Ad ogni partita del Real,in direzione di quel ‘santuario’ si muovono gli esponenti della Spagna che conta, quella dei poteri forti. Si narra , ad esempio, di quell’altissimo esponente della magistratura iberica che ha atteso pazientemente il suo turno per avere l’autografo di Cristiano Ronaldo.L’ultima apparizione pubblica di Juan Carlo  I° di Borbone- il re che ha abdicato in favore del figlio Felipe nel 2014 - è stata su quel palco. Loaiza è sicuramente uno cui il coraggio non manca. Lo capirete meglio leggendo questo brano che abbiamo estrapolato dal suo libro:
Florentino Pérez è emerso come uno dei massimi esponenti dell'oligarchia spagnola. Il suo impero, costruito su due gambe principali: ACS(Actividades de Construcción y Servicios,l’azienda di Perez ndr )  e Real Madrid – cemento e calcio – è composto da un patrimonio netto di circa 2.000 milioni di euro e da una società con più di 100 filiali. Ha utilizzato  il privilegio concesso dal ‘palco’ del Bernabéu e dal mondo dello sport come focolaio di corruzione e speculazione. Ha tessuto un'intera rete di relazioni intime con i giornalisti e controlla i tempi dei media come pochi altri, arrivando persino a nominare e rimuovere direttori di giornali e persino a richiamare didascalie che non gli piacciono. Soldi, influenza, gestione di appalti e concessioni di opere pubbliche, un muro di silenzio intorno a lui, nei movimenti nelle istituzioni.
Come accennato,  il libro ,in Spagna non è  stato molto recensito dai media istituzionali e non tutte le librerie lo espongono in vetrina. Sul web, invece, è diffusissimo. Loaiza ha dichiarato, nel corso di un’intervista, "che i media, il potere economico, la magistratura e il potere politico finiscono per arrendersi a don Florentino".
Perez ha un grande sogno, un ambiziosissimo progetto che potrebbe rivoluzionare il calcio: la SuperLega. Un piano ambizioso, ma divisivo. E’ stato respinto al mittente, bocciato senza pietà dal mondo del calcio. Ma, una sentenza della Corte di Giustizia Europea, lo ha rimesso in pista. Tutto è nato da un provvedimento adottato da un giudice di Madrid. Il 21 dicembre del 2023 sui desk dei dirigenti del calcio mondiale arriva un flash d’agenzia che riapre la partita della SuperLega. Un vero e proprio terremoto.

L’EPICENTRO MADRILENO
Il sisma SuperLeague si origina nell’aula del Tribunale Commerciale n°11 di Madrid, specializzato in brevetti e marchi. E’ presieduto dal giudice Manuel Ruiz de Lara. Ma, chi è questo giudice che il 20 aprile 2021 ha emesso un’ordinanza di 15 pagine che  imponeva a entrambi gli enti privati ( UEFA e Liga)  di astenersi dal boicottare la nuovissima Super League – capitanata dal presidente del Real Madrid e che comprendeva anche Barcellona e Atlético de Madrid e fino a 12 squadre europee – accettando così le misure cautelari richieste dai suoi promotori? La stampa spagnola lo ha definito uno che non  passa inosservato ed è particolarmente conosciuto in ambito associativo. Alcuni giudici che si sono occupati di lui lo definiscono un "tipo particolare",un po' pazzo" ed "esagerato nella forma". "Forse dovrebbe avere un po' più di responsabilità nelle sue dichiarazioni pubbliche”.” Ci sono cose che scricchiolano in bocca a un magistrato e sembra che si perda un po' di legittimità", dice un giudice che si è occupato di lui. Altre fonti sottolineano il suo gusto per "l'esposizione mediatica" e per essere "il prezzemolo di tutte le salse". E’ autore di numerosi articoli e pubblicazioni, in materia di diritto societario e procedure concorsuali. Ha scritto anche un romanzo dal titolo “ Patria dimenticata”. E’attivissimo sui social e in articoli di stampa in cui descrive i membri del governo come ‘scalatori’ e loda invece VOX, il partito di estrema destra spagnolo. Pedro Sanchez, premier spagnolo e Pablo Casado, presidente del Partito Popolare sono finiti nel mirino dell’instancabile Ruiz de Lara. In un articolo li ha definiti “bambini di partito” assetati di potere pronti a tutto e  ha aggiunto che nessuno di loro ha onore, principi o formazione. Grandi elogi, invece, nei suoi messaggi, a Macarena Olona, portavoce parlamentare di VOX .
Siamo in grado di riprodurne uno: ”Ci sono politici che scalano e denigrano la democrazia. Poi ce ne sono altre come lei, Macarena Olona, che optano per i principi e l'onore. Non è una questione di ideologie o di partiti, ma di difendere lo Stato . Per realizzare  il diritto e l'indipendenza della magistratura. Niente di più e niente di meno".
Per completare il ritratto aggiungiamo che Ruiz de Lara è tifoso dell’Atletico Madrid. Più di un esponente degli ambienti forensi della capitale iberica ha manifestato perplessità sul provvedimento del giudice de Lara. Secondo alcuni  ha emesso una  sentenza ex parte, cioè senza ascoltare le argomentazioni degli imputati, il che ha suscitato una certa sorpresa negli ambienti giudiziari in quanto si tratta di misure "molto restrittive", che vengono concesse "su base molto limitata" in ambito civile e che sono anche anticipatorie in questo caso, poiché anticipano direttamente la sentenza. UEFA e la FIFA, una volta resa nota la decisione  del giudice spagnolo,  non hanno battuto ciglio e hanno mantenuto le loro minacce alle squadre che non avevano aderito alla SuperLeague:  i loro giocatori non sarebbero stati in grado di partecipare ai Mondiali o ai Campionati Europei, tra le altre sanzioni. Diversi specialisti di diritto commerciale inoltre,  a proposito  dell’inedita ordinanza di Ruiz de Lara hanno  evidenziato la "velocità" con cui è stata presa una risoluzione che colpisce un'azienda che muove miliardi di euro e in cui c'è "un fondo di pressione da parte di alcune parti regolamentate contro l'autorità di regolamentazione".Il 13 maggio 2021 il giudice spagnolo si rivolge alla Corte di Giustizia Europea del Lussemburgo. Chiede ai giudici UE di valutare se UEFA e FIFA stessero agendo in una situazione di ‘posizione dominante’ . Non è roba da poco. Il magistrato spagnolo ha posto “ una questione pregiudiziale” che, se accolta dai giudici europei, potrebbe ribaltare cento anni di governance del calcio mondiale. Si tratta di un machiavellico escamotage giuridico ideato e progettato dai promotori della SuperLeague. La conferma della giustezza di questa strategia giuridica, viene confermata, il 31 maggio, da un tweet  con il quale la Corte di Giustizia Europea rende noto di aver inserito la pregiudiziale, del magistrato iberico, nel procedimento C333/21 ritenendola non manifestamente inammissibile. Sin dalla sua nascita dunque i promotori del progetto si dotarono di uno scudo giudiziario” la cui efficacia si rivelerà appieno con la sentenza della Corte UE del 21 dicembre del 2023. UEFA e FIFA hanno agito in posizione di abuso dominante. Le leggi comunitarie non ammettono scappatoie legali.

UEFA PROVA A RICUSARE DE LARA
Gli uffici legali dell’UEFA, ovviamente, intuirono subito dove la sentenza di de Lara sarebbe andata a parare. Presentarono dunque una mozione per  sua  ricusazione. Anche la Liga spagnola  si unì alla  domanda di ricusazione. Aleksander Čeferin, presidente UEFA;   avverte che continuerà a difendere l’organismo che presiede  e che, pur non riconoscendo la giurisdizione del Tribunale di Madrid, presenta accuse formali alla Corte. Nel ricorso si sosteneva che “c’erano irregolarità significative nella procedura. In linea con la legge spagnola e nell’interesse fondamentale della Giustizia – si legge ancora nel ricorso-la UEFA si aspetta che il giudice in questione si faccia da parte immediatamente fino a quando questa mozione non sarà pienamente e adeguatamente considerata. Una mossa azzardata, a nostro avviso, che presentava le caratteristiche della carta della disperazione più che  quelle di una strategia legale meditata e ben congegnata. La riposta del Tribunale di Madrid fu durissima. Non solo respinse la ricusazione del giudice, ma descrisse le azioni, intraprese da UEFA e Liga, come “malafede” perché hanno mirato a "rimuovere il magistrato dal caso al fine di silurare il processo giudiziario con manovre riprovevoli". Di conseguenza, il tribunale li ha condannati a pagare le spese e li ha multati per tale condotta. Ruiz de Lara  fu reintegrato  nella procedura. Stabilì inoltre che la pregiudiziale avrebbe percorso il suo iter, presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la quale si chiede di stabilire se la UEFA goda di una posizione di monopolio nelle competizioni europee.

CHI E’ FLORENTINO PEREZ?
Ricordate la memorabile scena del film “Tutti gli uomini del presidente” quella dove Bob Woodward, (interpretato da Robert Redford )uno dei due giornalisti, autori della memorabile inchiesta sul Watergate, incontra la Gola Profonda, l’informatore che forniva le giuste dritte ai due cronisti  su come proseguire l’inchiesta ? Gli incontri avvenivano in un garage sotterraneo e il volto  dell’informatore restava sempre in penombra. Il  più suggestivo  dei suggerimenti fu Follow the money, ovvero segui i soldi e capirai. In qualche modo lo abbiamo fatto anche noi. Non nella penombra di un garage, ma frugando tra giornali, soprattutto spagnoli, e surfando in alcuni siti web. Di dinero, don Florentino Perez, ne ha parecchio. Forbes, periodico USA, che, secondo noi, riesce a fare i conti in tasca, ai ‘paperoni’ sparsi per il mondo, meglio di qualsiasi Agenzia delle Entrate, ci rivela che l’oligarca di Spagna possiede un patrimonio che supera i due miliardi di dollari. Non precisamente bruscolini. Guida il gruppo ACS (Actividades de Construcción y Servicios) che ha il suo core business nel settore delle costruzioni e delle concessioni autostradali. Ad esempio Abertis che gestisce gran parte delle autostrade spagnole, ma opera a livello mondiale, ACS ne possiede il 30% controllata oggi con il 50% più una azione da Atlantia della famiglia Benetton. Nasce a Madrid nel 1946 e si laurea in Ingegneria nel 1975, anno in cui muore Francisco Franco e la Spagna si apre alla democrazia. Florentino entra in politica, con l’UCD ( Union del Centro Democratico) di Adolfo Suarez   e si muove con abilità : Arrivano i primi incarichi. Delegato ai servizi ambientali del Consiglio Comunale di Madrid tra il 1976 e il 1979 e poi, con un balzo non indifferente, vicedirettore generale della promozione del ministero dell’Industria e dell’Energia tra il 1979 e il 1980, direttore generale delle infrastrutture del ministero dei Trasporti nel biennio 1980-81, un ruolo che gli consente di sviluppare una notevole rete di contatti di primissimo livello. Nel 1982 viene nominato presidente dell’Istituto Nazionale di Riforma e dello Sviluppo Agricolo (Iryda) del ministero dell’Agricoltura. Ma l’anno successivo, poco dopo la vittoria elettorale del Psoe di Felipe Gonzalez, Pérez abbandona l’amministrazione pubblica e si muove con altrettanta sagacia nel settore privato. E’ abile, ha fiuto, agisce con intelligenza imprenditoriale. L’apice delle sue ambizioni lo raggiunge nel 2000 con la presidenza del Real Madrid. In Spagna, la presidenza delle merengue, è il sigillo del potere, quello vero.

GLI ANNI CON I GALACTICOS
Il Real Madrid, così come il Barcellona, l’Atletico  e l’Osasuna sono società sportive  senza fini di lucro così recitano i loro statuti. I blancos lo sono dal 1990. In Spagna, la presidenza  delle società calcistiche, è una carica elettiva.  Ogni socio può candidarsi alla presidenza. Si svolge una vera e propria campagna elettorale. Il candidato presenta un programma, la sua giunta,  che poi  andrà a formare il governo della società, per i successivi quattro anni. L’aspirante presidente andrà in TV e illustrerà ai tifosi come rafforzerà la squadra e quali acquisti effettuerà. L’unica discriminante è che il candidato deve avere alle spalle garanzie bancarie che possano coprire in parte gli eventuali prestiti. Florentino, ad oggi,  di elezioni ne ha già vinte tre. Anche con il Real,  Florentino, sfodera le sue migliori qualità. Porta a Madrid Zidane,Fico, Beckham,.Ronaldo. La squadra non è mai stata così forte dai tempi di Puskas e Di Stefano. Ma, Perez, non è solo un costruttore di sogni è anche un costruttore nel senso letterale del termine. Costruisce Valdebebas, una specie di Milanello spagnola, al posto del vecchio centro di allenamento. I lotti dei terreni, attraverso abili operazioni immobiliari, cambiano di mano e destinazione d’uso. Strategia che consente di appianare un passivo di 277 , grazie all’aiuto del Comune che rende edificabili le aree dei campi di allenamento. Su questi terreni oggi svettano le Cuatro Torres, ovvero i quattro grattacieli che formano il Centro Direzionale di Madrid. Al Real andarono 501 milioni e l’ACS di Perez ci guadagnò anni di lavoro. Nel febbraio 2006 don Florentino inciampa contro la sete di successo e lascia la poltrona più alta della Casa Blanca ( così viene definito il Real in Spagna ndr) “per motivi personali”. Il nuovo club galattico ormai era il Barcellona di Ronaldinho e Messi, tra il malcontento dei tifosi e dei soci del Real. Ma è solo una pausa, tre anni dopo tira fuori dal cappello 264 milioni di euro per comprare in un colpo solo Cristiano Ronaldo, Kaká, Benzema e Xabi Alonso. E vince ancora.

CALCIO E BUSINESS
La più grande abilità di Perez è quella di combinare affari con ricadute vantaggiose per il suo Real Madrid. Quando la sua ACS acquisì il controllo di Hoechtieff, società tedesca  leader al mondo nello sviluppo delle infrastrutture, con una forte presenza negli Stati Uniti, Europa Centrale, Australia e sud-est asiatico, indossarono la bianca maglia del Real i campioni tedeschi Ozil e Ghedira. Con l’avvio di operazioni commerciali in Colombia vestì la maglia dei blancos James Rodriguez. Poi arrivò la pandemia., La  Casa Blanca è un apparato che divora dinero come un’idrovora. I conti si appesantiscono e l’indebitamento arrivò a circa 905 milioni di euro. Contemporaneamente, il fatturato era sceso da 800 a 600 milioni di euro. Siamo nell’anno più funesto del Covid. A gennaio venne acceso un prestito con l’hedge fund Providence per pompare liquidità nelle sofferenti casse madridiste. I proventi delle sponsorizzazioni, tranne quella tecnica con Adidas e quella istituzionale con gli Emirates, confluirono nelle casse del fondo d’investimento. Altri soldi freschi, l’abile Don Florentino, li fece arrivare da un  prestito di 155 milioni ( tasso 1,5%) e da una linea di credito a breve termine. Entrambe le operazioni sono garantite fino al 70% dall’Istituto Ufficiale di Credito. La classica ‘operazione di sistema’. Significa che  i suoi avversari di sempre – i socialisti, oggi al governo – devono abbozzare perché Perez è appunto un pilastro del sistema, non solo per il calcio, ma per via delle sue molteplici  attività imprenditoriali che agiscono  in settori vitali dell’economia iberica. Aspetto da non sottovalutare, soprattutto nell’anno in cui arrivano i soldi del PNRR del quale la Spagna è la maggiore beneficiaria dopo l’Italia con 162 miliardi di euro.

L’INGAGGIO DI BECKAM E DI RODRIGUEZ
Già negli anni 2000, dopo aver vinto le elezioni,  come presidente del Real, aveva scommesso sui Galacticos. L'ingaggio di David Beckham è stato negoziato con i referenti del Manchester United in Sardegna. È stato indispensabile,  per trasformare il Real in un marchio di vendita , in pratica un brand in un contesto strategico di puro marketing.  Il giocatore inglese, com’è noto, più che di  abilità pedatorie era dotato di un appeal mediatico che aggiungeva valore aggiunto alle squadre in cui militava.  "Il marketing sportivo come fonte di finanziamento", lo ha definito Loaiza .Le  ditte di Florentino costruirono anche in Colombia e in Messico. L'economista catalano Gay de Liébana ha scritto, nel  2014 ,che "gli acquisti fatti dal Real Madrid hanno favorito  gli affari della società di costruzioni ACS" e ha citato i casi dei calciatori  James Rodríguez e Chicharito Hernández: "James è stato ingaggiato e ad ACS è stato assegnato un grande lavoro per il quale fatturerà 696 milioni di euro. L’accordo è stato raggiunto  durante un viaggio che il Perez ha fatto con il vicepresidente del governo a Bogotá. Si sono incontrati con il presidente colombiano Santos dopo la firma di James Rodriguez. Subito dopo  gli è stato assegnato il lavoro. È un'autostrada. La prima fase di un'intera tranche  che produce un  fatturato di 696 milioni di euro .Loaiza, nel suo libro, spiega come Perez avrebbe conquistato la presidenza del Real. La prima volta ha perso le elezioni – spiega– contro il populista Ramon Mendoza che, più abile nell’eloquio, prevalse nel dibattito in TV. Si rese conto a quel punto che per vincere alle prossime elezioni gli occorreva una  mossa eclatante. Portò via, dal Barcellona, Luis Figo. Ci riuscì grazie all’aiuto del banchiere Miguel Blesa, allora presidente di Bankia, seguì tutte le  operazioni di finanziamento del Madrid come quelle di Figo e  di Cristiano Ronaldo. Alla fine, - scrive Loaiza - abbiamo finito tutti per pagare gli acquisti del Real Madrid con i salvataggi bancari. Quando  Blesa è stato defenestrato, ha detto che ciò che lo ha ferito di più è stato essere espulso dal palco  del Bernabéu. "Il suo dominio è assoluto e la sua compagnia si insinua nella vita quotidiana dei madrileni come in una sorta di dittatura del denaro", scrive ancora Loaiza. Ma c'è una sintesi migliore, che si può leggere anche ne Il potere del palco: "Chi governa e  vince è sempre Florentino, uno di quei personaggi che   sono saltati sul carro del calcio e sono riusciti a monopolizzare molto più potere dei rappresentanti eletti alle urne nelle presunte democrazie liberali.”.
Dopo la lettura del libro ci è sorta una curiosità. Ma, la sede di A22Sports, la società che gestirà la SuperLeague, dove avrà la sede?
Siamo andati a guardare: a Madrid!
Honni soit qui mal y pense!



REDAZIONE: ci scusiamo per il ritardo nella pubblicazione