La macchia su una serata (quasi) perfetta. Potremmo definire così la notizia dell'ennesimo infortunio accorso a Víctor Osimhen intorno al 35' minuto di Napoli-Liverpool, quando l'attaccante nigeriano è stato costretto ad arrendersi per un fastidio muscolare. E mentre tutta Napoli festeggiava il successo contro i vice-campioni di Europa, meno aveva da festeggiare Luciano Spalletti, vedendo la diagnosi qualche ora più tardi: lesione di secondo grado al bicipite femorale e almeno un mese di stop per il bomber ex Lille. Una brutta tegola, che per l'ennesima volta priva il Napoli del suo principale punto di riferimento offensivo.

Esattamente, perché dal suo arrivo al Napoli sono già tre i gravi infortuni che hanno costretto Víctor a fermarsi ai box per un tempo prolungato: al primo anno l'infortunio alla spalla che gli costò all'incirca metà stagione, al secondo la tremenda frattura facciale che lo costrinse a tre mesi di stop e ad una lunga convalescenza. E se ad oggi i tempi di recupero sembrano essere più brevi e maggiori le soluzioni a disposizione di Mister Spalletti, la sensazione è quella di assistere all'ennesimo rallentamento di un processo di crescita che, a più di due anni dall'approdo in azzurro, non ha certamente raggiunto le vette che lasciavano auspicare gli oltre 50 milioni investiti dal Napoli per strapparlo al Lille nel 2020.

Infatti, nonostante la giovane età (24 anni ancora da compiere) e i buoni numeri raccolti nelle due stagioni precedenti (30 goal fatti in 68 presenze complessive), il Nigeriano non ha mai dato l'impressione di essere un trascinatore assoluto, in grado da solo di decidere le partite, come i suoi predecessori (Cavani e Higuain su tutti) erano in grado di fare. È come se, dopo un exploit iniziale, il bomber di Lagos non fosse mai riuscito ad innalzare realmente il suo livello, diventando alla lunga prevedibile anche per gli avversari, nell'impossibilità di creare reali pericoli quando non si aprono spazi in campo aperto e di fronte a difese schierate. E proprio questo sembra essere ad oggi il suo più grande limite: l'incapacità di cercare soluzioni alternative, di cambiare il proprio modo di giocare in base alle caratteristiche degli avversari.

Certo, in tutto questo hanno inciso (e tanto) i lunghi stop a cui è stato costretto nel corso degli ultime due stagioni (più di otto mesi complessivi), che ne hanno certamente rallentato un exploit ancora in itinere. Ma anche in questo caso, la sensazione è che tutti questi infortuni nascondano qualcosa di più che una semplice sfortuna. Infatti, spesso Osimhen risulta essere impetuoso, più istintivo che razionale nelle scelte in campo. E se questo atteggiamento può portare risultati in alcune situazioni  (contro il Liverpool è stato il punto di volta della gara), alla lunga può tradursi in un boomerang ,esponendo il giocatore a gravi rischi anche dal punto di vista fisico. E ciò sembra essere dimostrato dalla natura dei tre diversi infortuni, i primi due in particolare, sicuramente anomali per un giocatore di calcio.

Insomma, l'impressione è quella che il Napoli stia ancora aspettando il suo miglior Osimhen e che il Nigeriano, almeno per il momento, sia lontano dal valere le cifre che il mercato gli attribuisce. Gli oltre 100 milioni chiesti da De Laurentiis in estate, infatti, non hanno trovato un reale riscontro, in assenza di squadre intenzionate ad investire cifre astronomiche su un giocatore che, ad oggi, sembra avere ancora tanto da dimostrare. 
E se l'età è sicuramente dalla sua, ora sarà fondamentale riprendersi al meglio da questo ultimo stop, cercando di gestirsi al meglio anche dal punto di vista fisico, sapendo che da ora in poi, per diventare tra i migliori al mondo, sarà necessario maturare e sbagliare il meno possibile. Il Napoli, che oggi ospiterà lo Spezia e si prepara ad affrontare i Rangers martedì prossimo, è pronto a riabbracciare Osimhen dopo la sosta, per ripartire insieme puntando a grandi traguardi. Sperando che questa sia finalmente la volta buona per (ri)trovare la miglior versione del proprio bomber.