22 anni, 36 milioni di euro per prelevarlo dal Flamengo e la 10 del Brasile sulle spalle, se non sapessimo di chi stiamo parlando penseremmo tutti che si tratti di un nuovo fenomeno brasiliano.
E invece stiamo parlando di Lucas Tolentino Coelho de Lima, meglio noto come Lucas Paquetá che negli ultimi giorni è stato motivo di dibattito in Brasile e in Italia per le sue prestazioni in campo e non, a causa del numero 10 portato sulle spalle con la Seleção, non un numero qualunque, soprattutto in Brasile.
Nella partita tra Argentina e Brasile, il fantasista del Milan è stato sostituito a metà gara per la sua prestazione anonima. A proposito della maglia numero 10 ne ha parlato proprio l'ex milanista Rivaldo ritenendo che una maglia così prestigiosa e rispettata da tutto il mondo non può finire sulle spalle di un giocatore che parte dalla panchina o che gioca solo metà gara.
La sua non è una bocciatura al giocatore, ma allo staff di Tite, accusandolo di bruciare il giocatore per il peso di quella maglia.

Tornando sul pianeta Milan, siamo davvero sicuri che Paquetà serva davvero allo scacchiere di Pioli?
Nel giorno del suo acquisto Leonardo ha dichiarato che il fantasista era un ottimo trequartista ma che alle volte può adattarsi come mezzala con compiti offensivi. Gattuso lo schierò subito nella mischia perchè il ragazzo ha talento da vendere e lui fu il primo che ne accorse. Per i primi mesi lui e Piatek fecero le fortune del Milan portando brio e spensieratezza che all’inizio della stagione erano mancati a lungo, con il sogno della qualificazione alla Champions sullo sfondo. Da marzo brio e spensieratezza si sono trasformati in dubbi e perplessità, sia per quanto riguarda l’allenatore che ai singoli. Al brasiliano si è sempre dato tempo perchè era appena arrivato in un campionato tattico come la Serie A, totalmente diverso al campionato brasiliano. Con l'arrivo di Giampaolo tutti noi pensavamo nella definitiva consacrazione di Paquetà che finalmente nel 4-3-1-2 poteva giocare nel suo ruolo naturale e non adattarsi come mezz'ala.
Ma Giampaolo con le sue dichiarazioni stupì tutti, ritenendo Suso più adatto come trequartista per le sue doti offensive, uno dei tanti errori del progetto di Giampaolo mai decollato. Anche con Pioli Paquetà aggira come mezz'ala, ruolo che richiede tempi di inserimento che il brasiliano non ha. Nel 4-3-3 il Milan gioca con gli esterni alti a piedi invertiti, Suso a destra e Calhanoglu a sinistra, per facilitare il rientro nel campo con il piede forte per effettuare un cross o provare la conclusione in porta. In questa tipologia di schema diventano fondamentali gli inserimenti delle mezz’ali, caratteristica che nè Paquetà ne Kessiè hanno nel loro bagaglio calcistico. Questa situazione non agevola la punta centrale, che si ritrova sempre solo in area di rigore.

In questo Milan ci sono troppi giocatori "innamorati del pallone", che preferiscono tenere la palla facendo perdere innumerevoli tempi di gioco alla propria squadra. La soluzione potrebbe essere Krunic, molto più abile negli inserimenti di Kessiè, e un ulteriore speranza ricade nel recupero a pieno titolo di Bonaventura che in passato ha fatto le fortune del Milan finalizzando le assistenze di Suso. Con questo preavviso è lecito chiedersi se Paquetà serva davvero a questo Milan, un calciatore tanto fantasioso quanto disordinato per un campionato che fa della tattica il suo punto di forza più grande.
I soldi della sua cessione non potrebbero essere più utili per un calciatore meno fantasioso ma più completo?