Cresciuto nella più grande favela di Rio de Janeiro, Adriano Leite Ribeiro approda in Serie A nell’estate del 2001 alla corte dell’Inter. Mostrò tutto il suo talento sin dalle prime amichevoli, segnando uno strepitoso gol su punizione al Real Madrid con la rete che trema ancora. Dopo i prestiti alla Fiorentina e al Parma esplose definitivamente, venendo riscattato definitivamente dall’Inter. Con i nerazzurri troverà la sua dimensione migliore, diventando uno degli attaccanti più forti al mondo. Raggiunto l’apice, è cominciata una discesa tanto veloce quanto rovinosa dall’olimpo del calcio. A rovinarlo furono le cattive frequentazioni, il vizio dell’alcol e la tendenza ad ingrassare e fare tardi la sera nei suoi tanto cari quanto distruttivi locali della movida notturna milanese. Inutili i tentativi di rilanciarsi con la Roma ed in Brasile, dove fu capace di segnare un misero gol in 4 stagioni. Un ragazzo capace di segnare 176 gol in carriera e 27 con la nazionale maggiore a 28 anni era già di fatto un ex giocatore. Sarebbe potuto diventare un grande campione se avesse avuto una personalità forte e non si fosse lasciato condizionare così tanto dall'aver guadagnato soldi. Purtroppo un campione deve essere tale anche fuori il campo, e lui non lo era. Un vero peccato.