Sono le ore 15.00 dell'8 maggio 1898.
Al Velodromo Umberto I di Torino si disputa la finale di un quadrangolare valido per l'assegnazione del primo scudetto del nascente campionato italiano. Il quadrangolare vede impegnate 3 squadre di Torino: Internazionale Torino, F.C. Torinese e Ginnastica Torino; la quarta squadra è il Genoa Cricket Football Club, fresco di fondazione. La finale è vinta, per due segnature ad una, dal Genoa, ai danni dell'Internazionale Torino.
Il centrocampo dei primi campioni d'Italia annoverava la presenza di tale John Quartier Le Pelley, giunto nove anni prima in Italia,da Londra, in cerca di quelle che risulteranno alterne fortune.
L'importanza di Le Pelley ai fini di questa storia, sta nelle coordinate topografiche e temporali della sua nascita. Il nostro John nacque infatti il 24 novembre 1868 a Saint Peter Port, capitale dell'isola di Guernsey, che conobbe, oltre all'occupazione nazista, la residenza all'Hauteville House di un certo Victor Hugo. A distanza di circa un secolo, il 14 ottobre 1968, nella stessa località, venne al mondo colui che per tutti gli appassionati di football risponde all'epiteto di Le God, Matthew “Matt” Le Tissier.
VIZI E VIRTÙ La carriera calcistica di Matt può essere definita come il riflesso della sua terra natia. Matt nasce nell'Isola di Guernsey, una terra sperduta lungo il Canale della Manica, più vicina alla Francia che all'Inghilterra. Chi nasce nell'isola di Guernsey è libero di scegliere la nazione alla quale si sente di appartenere, fra inglese, gallese, scozzese e nord-irlandese (Matt scelse i 3 leoni, con la cui casacca disputò 8 incontri, senza partecipare, nel rimpianto generale, a competizioni internazionali). Una carriera quindi lontana dai riflettori di un centro caotico e razionalmente confinato al desiderio di successo.
Dotato di una tecnica al di là del pensabile
, fece divertire la calda tifoseria del Southampton, squadra del Sud Inghilterra e piazza ideale per un uomo di mare come lui. I tifosi dei "Saints", relegati ai margini dei palcoscenici più visibili del calcio mondiale, erano diffusori di un amore, senza ombra di dubbio, incondizionato verso la bandiera bianco-rossa e verso Matt. Un amore ricambiato da un piede destro, la cui grazia, sembra un'opera di Vulcano offerta in dono a Venere. DA “SAINT” A “GOD” Dal 1986 al 2002, il Southampton ha potuto contare su questo ragazzone di un 1.86 metri (non proprio filiforme), che a dispetto della stazza danzava senza il bisogno di muoversi, come una betulla messa al centro del bosco per essere apprezzata in religioso silenzio.
Un giovane calciatore catalano qualche anno fa affermò :“Il giocatore che ho ammirato di più sulla superficie di un terreno di gioco portava la 7 dei Saints, aveva un talento fuori dalla norma, e poteva permettersi di saltare dai 7 agli 8 uomini senza l'ausilio della corsa. Con quella padronanza del gioco per superarli, bastava camminasse”. Quel giovane sarebbe poi diventato un riferimento del Barcellona e della nazionale spagnola; si tratta infatti di Xavi Hernàndez Creus, per tutti Xavi. Il pezzo forte di Le Tissier erano indubbiamente i tiri da fuori area: rasoterra angolati, al volo sotto il sette o bordate nemmeno viste partire dai poveri portieri. Il tutto era accompagnato da punizioni imparabili, pallonetti impossibili anche da pensare, dribbling e scavetti vari ai danni degli avversari; nonostante un fisico che definire snello e slanciato è un vero eufemismo. Le scelte compiute da Le Tissier nell'arco della sua vita sportiva, rispondono ad una sola stella guida, l'amore verso la palla. Ogni suo tocco conservava la carezza galante di un invito a cena. Il compianto manager Alan Ball, al suo arrivo al Southampthon nella stagione 1994-95, sintetizzò in una frase: "Le Tissier è il mio miglior giocatore e la mia migliore possibilità di uscire dai guai. Ho intenzione di metterlo nel bel mezzo del campo e ogni volta che si materializzerà la possibilità, far si che la squadra gli dia la palla sui piedi. Lui farà il resto". I NUMERI Le cifre, a tal proposito, parlano chiaro: 209 gol in 540 incontri. Non male per un centrocampista offensivo. Inoltre con i suoi 47 rigori realizzati su 48 tentativi(solo Mark Crossley del Nottingham Forrest riuscì a resistergli, il 24 marzo 1993), è considerato il miglior tiratore dagli 11 metri di sempre.
L'ultima realizzazione di Le Tissier sembra un disegno cristallizzato nel tempo ad opera di un pittore chiamato destino. Risale infatti ad una vittoria per 3-2 contro l'Arsenal, il 19 maggio 2001, giorno in cui ”The Dell”, la mitica dimora dei Saints inaugurata il 3 settembre 1898, chiuse i battenti.Le Tissier è stato un autentico mago del football, una stella che non è sufficientemente ricordata per le sue eccelse prodezze tecniche (anche se nel 2012 fu giustamente votato come miglior giocatore nella storia del Southampthon). Se per caso vi trovate a Guernsey, nel Canale della Manica, concedetevi un'uscita domenicale al teatro verde quando entra in scena la squadra locale, vi è una minima possibilità di sentire: "Quel giorno ho visto Le God".