Lungi da me il voler accusare qualcuno di produrre false documentazioni, però la raffica di certificati medici in coincidenza con le trattative di mercato e la voglia dei calciatori di cambiare casacca è quanto meno sospetta.

Al momento della stipula di un contratto tra il calciatore e la società si viene a costituire un rapporto di lavoro dipendente con il calciatore, che si impegna a fornire le proprie prestazioni alla società di calcio in cambio di una busta paga con le opportune trattenute fiscali e previdenziali.
Come tutti i lavoratori dipendenti hanno quindi delle tutele (oltre le trattenute fiscali e previdenziali) come il diritto alle ferie pagate e alla malattia, ma come tutti i lavoratori dipendi sono anch’essi soggetti a degli obblighi, tra cui la reperibilità per la visita fiscale.

La visita fiscale non si applica solo ai dipendenti pubblici, ma anche a quelli privati.
Di norma i controlli per i privati (le visite fiscali) vengono eseguiti a campione dall’INPS, ma il datore di lavoro, dietro pagamento della visita, può richiedere alla ASL o all’INPS di eseguire una visita fiscale sul proprio dipendente già al primo giorno di assenza, per accertarne l'effettivo stato di malattia.
Perché nessuna società di calcio si avvale di questa opportunità?
Ed inoltre, nel caso in cui la certificazione dovesse risultare non veritiera, si può procedere a denuncia per falso ideologico. Nel momento in cui sia riconosciuto il falso ideologico la pena è detentiva e/o amministrativa a secondo dei casi, e nel caso in cui il falso ideologico sia a scopo di lucro (ed il trasferimento milionario di un calciatore cos’è?) le pene si appesantiscono.

Non è mia intenzione accusare nessuno di aver commesso un reato, soprattutto perché nel nostro paese siamo tutti innocenti fino a prova contraria, però se fossi una società di calcio il sospetto mi verrebbe e darei il via alle opportune verifiche così come accade per gli altri lavoratori.

Perchè le società di calcio non lo fanno?