I dirigenti del Milan sono degli incapaci, come si fa a mandare via a zero un giocatore giovane e forte come Donnarumma?
Questo è stato il pensiero di tanti, tantissimi tifosi e non, di fronte a quello che sembrava un palese errore di valutazione, un gioco di scacchi iniziato tra le parti per vedere chi sarebbe riuscito a fare scacco matto all’altro. Poi apriti cielo, è accaduto di nuovo, questa volta con Calhanoglu, e giù altri insulti e derisioni. Ma poi pian piano si è scoperto che vi erano tanti altri giocatori, giovani e meno giovani, che erano in scadenza di contratto a breve se non addirittura svincolati. E che nomi tra coloro il cui contratto scadeva a fine giugno di quest'anno: Sergio Ramos, Wijnaldum, Depay, Lucas Vazquez, Alaba, Chiellini, Fernandinho e tanti altri, fino ad arrivare a sua maestà, Leo Messi, la bomba di mercato di questa calda estate.
Il piano ormai è chiaro a tutti: ai giocatori conviene arrivare a scadenza di contratto per poi ottenere ingaggi molto più alti, grazie alla sapiente regia dei loro potenti procuratori che per i loro servigi ottengono provvigioni faraoniche.
Si è parlato per mesi e mesi di come l'emergenza sanitaria abbia messo in crisi le casse sociali delle squadre di tutto il mondo, della necessità di una Superlega, unica via di uscita per evitare il fallimento, ecc, ecc. Poi, come d'improvviso, molte di queste società, che per la verità sono tutte residenti fuori dalla nostra penisola, riescono a trovare magicamente soldi a palate ed ecco che iniziano a delinearsi i pochi ma costosissimi movimenti di mercato.

Facciamo qualche esempio. Alaba al Real Madrid: 17,7milioni alla firma, ingaggio di 19,46 milioni lordi/anno per 5 anni, oltre a 6,3 milioni versati al padre George e 5,2 al procuratore. Sergio Ramos al PSG: a 35 anni si dovrà accontentare di un contratto di soli due anni a 15 milioni a stagione più eventuali bonus, oltre a 20 milioni alla firma del contratto ed altri 20 al procuratore. Potremmo continuare con tutti gli altri ma la tendenza è più o meno la stessa, cambiano solo le cifre in rapporto al valore dei giocatori. Bisogna anche dire che noi italiani siamo stati un po’ dei precursori, con Galliani e i vari dirigenti della Juve a farla da padrona. E se in pochi casi è andata bene (l'esempio più eclatante è sicuramente Pogba), in tanti altri sono stati dei mezzi disastri. Basti pensare ai vari Kedira e Ransey, giocatori che hanno aggiunto poco dal punto di vista tecnico ma che si sono dimostrati delle zavorre costosissime per la società, impossibilitata, visti gli alti ingaggi, a cederli anche risolvendo il contratto.

Da tutto questo discorso credo valga la pena soffermarsi su tre punti. Il primo è che non esistono parametri zero. Questi giocatori che arrivano da svincolati costano tanto, tantissimo, sia come provvigioni che come ingaggi. Gli unici a trarne dei vantaggi sono i giocatori, i procuratori e familiari vari. Il secondo riguarda le società di provenienza. Prendiamo l'esempio del Milan con Donnarumma. Il ragazzo è stato preso da giovanissimo ed ha fatto la trafila fino ad arrivare in prima squadra. Nessuno si sofferma mai a valutare quanto ogni singola società spende per il settore giovanile, ma posso immaginare che anche qui parliamo di tanti soldi. Possibile che non si possa prevedere una sorta di indennizzo per queste società qualora un giocatore decida di andarsene alla scadenza del contratto? Il terzo punto riguarda ovviamente l'apparato che gira intorno al mondo del calcio, che dovrebbe evitare certe storture. In particolare, mi riferisco alla Uefa e al "caro amico" Ceferin. Forti con i deboli e deboli con i forti, capaci di accanirsi contro le italiane (Roma, Milan ed Inter) e con altre squadre di campionati minori, ma di cedere su tutta la linea di fronte ai cosiddetti poteri forti. Di fronte ad acclarati illeciti da parte del PSG e del City sono stati solo capaci di comminare multe che hanno fatto il solletico alle ricche proprietà di queste due squadre, che ovviamente hanno continuato a fregarsene delle regole. Solo di fronte alla minaccia della Superlega si sono sentiti minacciati ed hanno reagito, ma non certo per il bene del calcio e dei tifosi (quanta ipocrisia nelle loro parole in quella circostanza) ma solo perché vedevano minacciati i loro interessi personali. E la lezione è durata pochissimo. Rientrato (almeno per ora) il problema SL, sono tornati a coprirsi gli occhi di fronte alle scorribande estive di City (a proposito, 117 milioni per Grealish non si può commentare), del PSG e del Chelsea, e per dimostrare anche una volta la loro incapacità stanno per proporre un nuovo FFP. Da quello che si legge sembrerebbe ancora più inutile del precedente. Citando lo stesso Ceferin: il calcio è del popolo, non dei club ricchi.