Per molti degli addetti ai lavori doveva essere la sessione di calciomercato più "fiacca" della storia. La pandemia, dicevano, ha messo, o meglio, ha acuito la crisi finanziaria di tutte le società, anche e soprattutto quella delle cosiddette big, e ad ogni latitudine. Il grido di allarme era stato lanciato forte e chiaro dalle società che avevano aderito alla Superlega: i debiti stavano soffocando le società e senza azioni forti il rischio di default del sistema calcio sarebbe stato dietro l'angolo.
E invece... Fallita, almeno per il momento, la Superlega, molte di queste società si sono scatenate sul mercato e sono ficcati contratti e proposte con cifre che difficilmente si sono viste in passato, almeno a mia memoria, tutte in una volta. La geografia del calcio si è praticamente spaccata in due: da una parte le società inglesi e il PSG che hanno fatto a gara a chi sparava la cifra più alta, dall'altra le spagnole e le italiane che invece hanno venduto molto e comprato poco. Sicuramente la Serie A ne è uscita molto male. Sono stati ceduti 582 giocatori e ne sono stati acquistati ‘’solo’’ meno della metà 231, sintomo che le società per contenere i costi stanno seriamente iniziando a ridurre il più possibile l’opulenza delle rose. Ma quello che ha fatto la differenza, al di la dei numeri, è la qualità dei giocatori oggetto degli acquisti e delle cessioni. Negli ultimi due, tre anni, vi era stato un piccolo cambio di tendenza, con l'arrivo di giocatori, in primis CR7, di valore che davano lustro, interesse e spettacolarità al nostro campionato. Questa sessione estiva ha vanificato tutto e ci ha fatti piombare di nuovo nell'anonimato. Calciatori affermati come CR7, Lukaku, Hakimi, Donnarumma, ma anche Romero, Tomiyasu, Gollini, tutti migrati in nome del Dio denaro. Di contro da noi sono arrivati quei giocatori che nelle rispettive squadre di club erano per lo più panchinari. E stranieri, tanti, dal mio punto di vista troppi. Questo grazie, si fa per dire, al famoso decreto crescita che permette sgravi fiscali che per i giocatori italiani non esiste. Mi auguro che prima o poi qualcuno metta fine a questa aberrazione. Chiusa questa parentesi, secondo me doverosa, vorrei fare una prima analisi su come escono dal calciomercato le big italiane e le possibili prospettive.

Parto dall'Inter campione d'Italia, il cui mercato era sicuramente iniziato sotto funesti presagi. Prima la risoluzione del contratto di Conte, poi il problema di salute di Eriksen, poi l'uscita di Hakimi e quella imprevista di Lukaku. Sembrava il preludio di una smobilitazione generale per evitare il rischio di un fallimento societario. L'unico tassello, a mio avviso importantissimo, che doveva lasciare abbastanza tranquilli i tifosi dell'Inter, era la conferma di Marotta, che da grande professionista qual è (bisogna ahimè riconoscerlo) ha venduto i suoi gioielli molto bene, ha preso un allenatore che ama giocare con lo stesso modulo di Conte, anche se con uno sviluppo diverso, hanno acquistato Correa, Dumfries, Dzeko, Calhanoglu (questi ultimi due a parametro zero). Per me è ancora la favorita per la vittoria finale, anche se probabilmente non sarà così netto il divario come lo scorso anno. Ma hanno l'organico complessivamente migliore delle altre in tutti i settori, anche se i sostituiti di coloro che sono usciti sono qualitativamente inferiori.

Passiamo alla Juve. Detto che ha ancora un organico di altissima qualità, rispetto allo scorso anno ha sicuramente in più l'allenatore. Può piacere o non piacere, ma Allegri ne capisce di calcio e sa adattarsi come pochi altri al materiale umano a sua disposizione. Il loro punto critico continua ad essere il centrocampo, non credo che Locatelli potrà colmare il divario tecnico, sia rispetto alle altre squadre italiane che, soprattutto, verso quelle europee. Poi ovviamente bisognerà sopperire alla mancanza dei 30 gol a stagione garantiti da CR7. Ma quello che salta all'occhio sono i continui errori e cambi di strategia del top management dall'addio di Marotta che hanno portato una società, fino ad allora virtuosa e organizzata, ad accumulare debiti su debiti e a commettere errori sul mercato abbastanza palesi. Dietro queste due squadre metto Roma, Napoli ed Atalanta. La Roma a me piaceva già lo scorso anno, ma una serie di situazioni l'hanno un po’ penalizzata. Ma quest'anno con il simpatico (per me lo è) Mou a motivarli, una campagna acquisti importante e i due nuovi "rinforzi" Pellegrini e Zaniolo (penalizzati dagli infortuni nella scorsa stagione) potrebbe essere la squadra sorpresa e non mi meraviglierei se lottasse fino all'ultimo per la vetta. Il Napoli, se ADL lascerà in pace il focoso Spalletti, secondo me saprà divertire e otterrà buoni risultati. Sembrava che dovessero partire in tanti, alla fine sono rimasti tutti (i migliori) ed hanno aggiunto Anguissa e Ounas (a me piace molto, potrebbe essere la sorpresa). L'Atalanta come al solito è intrigante, sembra debba fare il salto definitivo poi le manca sempre qualcosa. Ma rispetto agli scorsi anni hanno venduto poco (e come sempre benissimo) e acquistato giocatori bravi e funzionali, come Musso, Koopmeiners (secondo me un buonissimo giocatore), Lovato e Demiral (vera scommessa della Dea). Che sia l'anno buono per vincere qualcosa di importante? Un gradino sotto vedo la Lazio, che non riesco bene a decifrare. Ha perduto in un colpo solo Correa e Caicedo, due giocatori che spesso hanno tolto le castagne dal fuoco al loro allenatore e i sostituti non mi convincono. Ottimo invece l'acquisto di Zaccagni, specialmente a quelle cifre. Sarri è sinonimo di spettacolo e sa come far migliorare tecnicamente e tatticamente i suoi giocatori. Saranno un osso duro per tutte.

Lascio per ultima il mio Milan, un po’ per scaramanzia non lo nego. È stato un mercato strano, con due uscite dolorose (sia dal punto di vista tecnico che economico), una quasi dovuta (quella di Hauge), tanti rinnovi e qualche acquisto minore. Rispetto allo scorso anno la squadra è più o meno la stessa, eccezion fatta per Giroud, che non è banale. Per me non è e non sarà un semplice vice Ibra, sono convinto che farà molto bene e segnerà tanto. Ma il vero valore aggiunto è la crescita dei tanti giovani a seguito della buonissima scorsa stagione. Sono consapevoli che possono giocarsela con tutti e se infortuni e Covid li lasceranno in pace saranno lì a lottare con le prime. Inoltre, la campagna acquisti ha rinforzato le cosiddette seconde linee. Ora in ogni ruolo ci sono due ottimi interpreti e Pioli potrà permettersi qualche rotazione in più. Come tutti anche io voglio dire due parole su Messias. Mi voglio anzi sbilanciare, per me sarà la vera sorpresa, insieme a Tonali, di questa squadra. Non mi piace dare voti, ma un giudizio sulla dirigenza per come ha gestito questa sessione di calciomercato lo voglio dare. Ottimi i riscatti e rinnovi (Tomori, Tonali, Diaz), ottima scelta su Giroud, Bakayoko e Florenzi, molte perplessità su Pellegri (non era meglio dare una chance a Colombo?). Molto male la gestione dei due svincolati di lusso (Donnarumma e Calhanoglu) e quella dei rinnovi ancora in stand-by di Romagnoli e Kessie. In definitiva direi una sufficienza piena, nulla di più.
Staremo a vedere, per adesso buon campionato a tutti.