Era il 18 ottobre 2015 quando scrissi che l'Inter non sarebbe andata in Champions, mentre la Juventus sì. Era appena finito un poco scoppiettante scontro diretto a Milano, e l'Inter era seconda ad un punto dalla Fiorentina, la Juve 14esima a -9. "Cos'hai, una sfera di cristallo?", mi si chiese. No, bastava semplicemente osservare entrambe le squadre per capire che l'Inter, senza identità e senza un'idea di gioco, sarebbe di lì a poco crollata, mentre la Juve, seppur in grande crisi in quel periodo, aveva le basi per tornare ad essere quella di sempre. Poi nessuno, me compreso, avrebbe potuto pronosticare la vittoria dello scudetto da parte della Juventus (personalmente vedevo Roma e Napoli un gradino sopra), ma si sa, la Juve è abituata a stupire anche negli "anni di transizione". Ed invece l’Inter sembrava proprio, a detta di molti, destinata a sovvertire questo pronostico. Vero che non aveva gioco, vero che aveva usufruito fino a quel momento di qualche errore arbitrale a favore (guai a parlare di favori o campionato falsato in quel caso, quelle espressioni si possono usare solo se si parla della Juve), eppure era lì, in vetta alla classifica, una difesa pressoché granitica, un cinismo tipico delle squadre che puntano a qualcosa di grande. Il pensiero più comune era “se vince sempre ora che gioca male, figuriamoci quando inizierà a giocare bene”. E invece no, quell’idea di gioco che aveva in mente Mancini non si è mai realizzata, nonostante una doppia campagna acquisti (invernale nello scorso campionato, ed estiva in questo) che aveva soddisfatto tutti i suoi desideri. L’Inter ha iniziato a perdere a poco a poco dei punti importanti, fino a lasciare a Napoli e Juve il compito di contendersi lo scudetto. Quando i giochi sembravano ormai fatti per le prime due posizioni, però, l’Inter sembrava aver ritrovato almeno la continuità di risultati, favorita (e faccio mia una delle tante trovate dell’ottimo giornalista Andrea Scanzi) dal ritorno del miglior giocatore della rosa : Culovic. No, non è bastato neanche quello. Inter mestamente quarta e addio alle speranze di tornare nell’Europa che conta, ampiamente alla sua portata, con danni molto gravi soprattutto dal punto di vista economico, tanto che si parla addirittura della cessione di una quota della società da parte di Thohir, già lui arrivato come salvatore della patria (tradotto: portatore di denaro). In sintesi, questo sembra davvero il punto di non ritorno, che unito al tracollo dell’altra sponda di Milano fa dormire dei sonni tranquillissimi alla Juventus, che non sarà infastidita dalle due storiche rivali neanche l’anno prossimo, e, chissà, forse per diversi anni ancora. Cosa dovranno ancora sopportare i tifosi interisti, a questo punto? Quali scenari si aprono per questa grande decaduta del calcio italiano?