Inaccettabile, inspiegabile, inqualificabile. Potremmo descrivere cosí la stagione nerazzurra degli ultimi due mesi. 
La bella Inter, totale, spettacolare e vincente dello scorso anno non esiste piú. È vero che anche a gennaio sono arrivati i risultati, ma anche lì la squadra aveva iniziato ad arrancare. La vittoria col Venezia in extremis, il trionfo sofferente ai supplementari contro l´Empoli sono stati i primi campanelli d´allarme nel mostrare che qualcosa stava cambiando. 
In tanti (anch´io) avranno pensato che non si puó sempre vincere in scioltezza e che vincere cosí é anche qualcosa che appartiene al cammino della grande squadra. Eppure quei primi scricchiolii hanno fatto rumore nella mente di chi, da tifoso nerazzurro, non puó dormire tranquillo quando vi é la beneamata di mezzo. 

Ma di chi sono le colpe di questo cambiamento? È davvero Giroud il colpevole di questa trasformazione?
Da quando i nerazzurri hanno perso quel derby ribaltato in 5 minuti dalla squadra che sembrava ormai sconfitta, qualcosa si é sfasciato. Non me ne voglia Giroud o il Milan, sontuoso fino ad ora e sicuramente meritatamente in testa, ma credo che non puó essere questa sconfitta a dover cambiare completamente la stagione. Non puó essere un episodio a cambiare la consapevolezza nei propri mezzi. 

Ma allora di chi é la colpa? Andiamo con ordine. 
Staff: gli uomini di Inzaghi hanno seguito l´allenatore nella nuova nuovissima esperienza in nerazzurro. Nuovissima perché parliamo di una squadra impegnata e soprattutto obbligata a dare il meglio di sé per arrivare piú lontano possibile in tutte le competizioni. Chiaramente diverso quando ti ritrovi alla Lazio, con tutto il rispetto, dove le aspettative sono ben altre.
Come si spiega il calo fisico della squadra? Perché anche se é sicuramente cambiato qualcosa nella testa dei giocatori, é evidente che i nerazzurri non hanno piú la brillantezza di qualche mese fa, in grado di proporre un calcio propositivo e totale. Naturalmente se giocano sempre gli stessi, il calo fisiologico é tanto logico quanto normale. Ma é normale che duri cosí tanto o é davvero la mentalitá che rende i nerazzurri cosí sfilacciati e vulnerabili? Urge un cambiamento nella tabella di preparazione per la volata finale, visto che ancora ci sono 9 partite. 

Societá: la dirigenza ha preso chi doveva in teoria rafforzare una rosa che stava spingendo costantemente sull'acceleratore. Arrivato Gosens, scelta attraente visti gli ultimi anni del tedesco all´Atalanta. Il laterale ancora in recupero fisico dopo una stagione tormentata dall´infortunio muscolare, sembrava sia l´alternativa per far rifiatare Perisic, sia la croce per il croato, ancora indeciso se prolungare il contratto in scadenza a giugno, accettando l´offerta a ribasso. È arrivato Caicedo. Prima parte della stagione al Genoa per lo piú ai box. Giocatore di stazza, esperto soprattutto nel togliere le castagne dal fuoco nei minuti finali. Eppure anche lui ha continuato a lottare contro i propri acciacchi ed ha racimolato pochissimi minuti con la maglia nerazzurra. Accontentato Sensi in prestito alla Samp, nessuno é arrivato per sostituirlo. In tanti hanno pensato: ma vabbé tanto Sensi é sempre stato infortunato quindi non cambia nulla. I nerazzurri peró si sono ritrovati senza valide alternative a centrocampo. La panchina recita nomi di gente che vuole cambiare aria ma resta perché schiavi dei propri contratti. Vecino, Vidal, Gagliardini. Palesemente é facile fare la ramanzina quando le cose vanno male. Piú difficile a gennaio, quando l´Inter aveva il campionato in pugno (7 punti di vantaggio sul Milan) e quando ti ritrovi con una proprietá che di spendere non ne vuole piú sapere. Eppure c´è la sensazione che qualcosa sia rimasta incompiuta e che Marotta ed Ausilio siano rimasti focalizzati solo sui rinnovi di Barella, Brozo e co. invece che cercare qualche altro tassello da aggiungere alla rosa, magari pensando anche alla stagione futura. È Zhang che frena tutto o sono stati i dirigenti impreparati?

Squadra
: giocano sempre gli stessi 11, 12, 14. Handanovic, Skriniar, De Vrij, Bastoni, Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic, Lautaro, Dzeko, Sanchez, D´Ambrosio, Vidal.  Questi ragazzi avevano offerto una prova di forza fino a Gennaio, quando macinavano gioco e sulle ali dell´entusiasmo (per citare una parola chiave) inanellavano prestazioni vincenti e convincenti. Eppure il giocattolo sembra si sia rotto. È colpa loro? Hanno staccato la spina perché sfiniti dal calendario illegale delle partite ogni 3 giorni o sono distratti da qualcos'altro? Dove é finita la ferocia, la voglia e l´attaccamento alla maglia? Dove sono i meccanismi oliati, il possesso palla che rendeva inutile ogni avversario che si presentava sul rettangolo di gioco? Dove é finito il Bastoni che andava al cross da fondo campo come terzo di difesa, il Perisic aratore di fascia, il Barella onnipresente indiavolato? È davvero una pausa quella dei giocatori o qualcosa si é rotto? Stanno soffrendo il cambiamento in panchina nel momento decisivo della stagione? Non vi é piú il martello Antonio Conte bensí quello che sembra l´amico Simone Inzaghi. Colui che li "lascia piú liberi in campo" (cit.), che concede i giorni di riposo forse in eccesso.
Non puó bastare la doppietta di Giroud a trasformare questi ragazzi da ottimi interpreti in scarsoni.

Tifosi: siamo stati noi quelli che ad inizio anno dopo la partenza di Conte, Lukaku, Hakimi e, per altri motivi, Eriksen abbiamo pensato che il giocattolo si fosse rotto, che la musica sarebbe stata diversa quest´anno. Poi di un´altra opinione quando la squadra a dicembre viaggiava a mille, avendo rimontato un -7 trasformandolo in +7. Entusiasmo, convinzione di essere una spanna sopra agli altri, ancora e nonostante tutto. Non avevamo fatto conto con tante cose accomunate dal fatto che l´Inter resta e resterá sempre pazza ed imprevedibile. Siamo noi che adesso ci stiamo rassegnando al fatto che questa squadra non sia da scudetto, nonostante le altre in lotta non siano proprio dei portenti? Le risposte le troveremo nelle prossime partite, a cominciare dal big match di Torino dopo la sosta. 

Inzaghi: per ultimo come ciliegina sulla torta? Beh, direi che lui di colpe ne potrebbe avere tante e che piú che essere la ciliegina, potrebbe essere la torta. Ha accettato una sfida affascinante, una dimensione a lui fino a quel momento sconosciuta. L´Inter non é la Lazio. Qui hai la pressione, qui ti fischiano, qui ti amano se vinci. È cosí, punto. Arrivato per sostituire l´allenatore uscente, il caro Simone si tuffa con entusiasmo in questa esperienza. Lavoro, molto lavoro per realizzare quella che a dicembre sembrava addirittura paradossalmente una squadra migliore dell´Inter campione d´Italia. Gioco, gol, punti su punti.
Poi il black out nel derby milanese. 5 minuti in cui l´Inter si lascia beffare dagli episodi e perde un derby controllato fino a quel momento. Le interviste sostengono la convinzione dell´allenatore che si sarebbe trattato solo di un episodio e niente piú e che questo non avrebbe intaccato il cammino nerazzurro. Intanto sono 7, soltanto 7 i punti fatti dalla propria squadra nelle ultime 7 partite. Lasciati 3 punti col Milan, 3 col Sassuolo, 2 col Genoa, 2 con la Fiorentina, 2 (dovevano essere 3) col Torino e cosí via. La squadra sembra aver staccato la spina a marzo (anche prima a dire il vero). Naturalmente Simone sta pagando l´inesperienza a questi livelli. Se alla Lazio potevi permetterti una fase 2 della stagione in calare, poiché gli obiettivi erano altri, non puoi fare lo stesso all´Inter. Non puoi fare lo stesso soprattutto dopo aver illuso chiunque avendo raggiunto un +7 sulla seconda. Non é nemmeno colpa di Inzaghi se i suoi attaccanti non riescono piú a fare gol. Dzeko, Lautaro, Sanche, Correa. Nessuno di questi giocatori ha un curriculum da 20 gol stagionali garantiti. Ma caro Simone, ci sono troppe cose che non riusciamo a spiegarci. Manca Brozovic e non hai un´alternativa? perché non cambi modulo? La squadra fa una fatica allucinante anche a costruire azioni da gol adesso. Prima mancava la concretezza. Adesso anche le occasioni. Difficile trovare le risposte certe ma di certo c´é sicuramente che tu, da direttore d´orchestra devi assumerti il rischio di cambiare per ritrovare il filo della matassa. E se l´Inter vista a San Siro con la Fiorentina non ha gioco, non ha cuore, non ha grinta, non crea occasioni, le colpe sono tue. Se non fai un cambio e quando lo fai non esiste logica, significa che sei in confusione totale. Cambiare due punte allo stesso tempo con altre due di caratteristiche completamente diverse sembra scellerato ed illogico. Non si puó giocare con i cross dalle fasce se in area di rigore ci sono Correa e Sanchez.
Che senso ha mettere Caicedo al 89esimo quando stai pareggiando (suona come una sconfitta) contro una squadra che non ha nemmeno sudato per portarsi in vantaggio?! Non sono pochi quelli che si sono accorti di te e del tuo atteggiamento quando a Liverpool, ormai matematicamente fuori dalla Champions, cambi l´assetto di squadra per difendere l´1 a 0 insensato. Questa é mentalitá. Questo é un limite. È non saper rischiare, non saper cambiare le cose per vincere, per osare. I bonus sono finiti. L´Inter non é piu padrona del proprio destino perché i punti dal Milan sono al momento 6. E non pensiamo che potrebbero essere 3 perché la partita col Bologna sará piu difficile di quanto si creda. Non per l´avversario sicuramente alla portata, ma per il tunnel dove é entrato l´Inter negli ultimi due mesi. Piú nero che azzurro.

È arrivato il momento di usare il bastone. Il derby d´Italia si prepara da solo. Bisogna scavare nell´orgoglio di ogni uomo utile alla causa, perché adesso ci si sente su un filo e con la paura di cadere nel vuoto piú totale. 
Forse la colpa é di tutti, forse di nessuno. Forse é questa la dimensione di questa squadra, che non ha più il Lukaku che risolve la partita scorbutica, chiusa, difficile.
Ma é anche vero che gli avversari, almeno sulla carta, non sembrano cosí lontani.
Ora o mai piú, urge CAMBIARE.