Cinqunt'anni, mezzo secolo insomma - una vita trascorsa per rivedere la calcio Lecco 1912 nella seconda serie nazionale e tornare a frequentare (si spera) il salotto in della "pelota" italiana.

Anni trascorsi come impazziti sulle montagne russe, due fallimenti, la rinascita e grazie a patron Paolo Di Nunno, pugliese trapiantato sin da ragazzo al nord, che in sei anni alla guida del timone bluceleste, conduce per mano la sua creatura dalla serie D all'approdo in cadetteria al termine dei playoff.
E' lui l'erede del presidentissimo Mario Ceppi capace negli anni sessanta di portare l'aquila del Resegone a velleggiare nei cieli prima della B e poi della A.

Prima di addentrarci nell'attualità basata anche sulle carte bollate dei tribunali, giusto raccontare fare una rapida sintesi della gloriosa storia del Lecco, società al via per tre volte in A, undici in B e ben 52 nella Lega pro (nelle varie C2, C1 Prima e Seconda Divisione, e ora tornata semplicemente C come agli inizi), in bacheca sfoggiano luccicanti anche la coppa Italia semiprofessionisti e il torneo Anglo italiano, entrambi vinti nella stagione agonistica 1976/77.
Tanti anche i calciatori cresciuti in seguito a livello assoluto partendo da Massimo Oddo campione del mondo a Germania 2006, in bluceleste nel 97/98; per lui 20 gare e un gol. Quindi gli allora ragazzi di Oggiono Antonio Pasinato, Ferrari e Ezio Tettamanti, protagonisti in A e B - ricordiamo inoltre che Tettamanti giocò da capitano l'ultima partita del Lecco in serie A, accadde a San Siro il 28 maggio del 67 quando l'undici ospite benchè già retrocesso fermò il Milan sull'1-1. L'ultimo match del Lecco in B è invece datato 17 giugno 1973 teatro lo stadio Marassi di Genova, nell'occasione il grifone rossoblù (vinse il campionato), si congedò da casa regolando i lombardi 1-0, l'ultima al Rigamonti fu un Lecco - Reggina 0-0 esattamente una settimana prima, il 10/6/73. 

Anomala la vicenda del lecchese Ciccio Longoni (ex allenatore del Lecco) che fu schierato una sola volta in azzurro esattamente il 9 dicembre del 1956, nel match valido per le qualificazioni europee a Genova contro l'Austria, superata 2-1 grazie alla doppetta realizzata dall'alora attaccante dell'Atalanta, in seguito un po' a sorpresa il giocatore non fu mai più convocato in nazionale A. Tra i ricordi più belli del team bluceleste spicca naturalmente la vittoria casalinga ottenuta il 12 marzo del 61 ai danni dell'Inter di Herrera (2-1) decisa da una doppietta di Gilardoni. Successo ribadito anche se in amichevole a distanza di anni, il 3 settembre 2015 quando la truppa bluceleste, al via nel campionato di serie D schiantò a sorpresa il biscione nerazzurro di mister Roberto Mancini al Rigamonti 2-1 grazie agli acuti di Joelson e Cardigno.
Tra i grandi calciatori made in Lecco, nella moltitudine merita una sottolineatura l'attaccante brasigliano Sergio Clerici, detto "El Gringo" bomberissimo che vestì anche le  casacche di Napoli e Bologna. Questa una parziale infarinatura per i trascorsi, venendo ai giorni nostri ricordiamo che dopo essersi piazzato secondo in coabitazione con il Pordenone alle spalle della sola Feralpisalò, il Lecco dai più inserito nella lista dei papabili alla retrocessione - grazie al cambio tecnico (Luciano Foschi rilevò Alessio Tacchinardi), inserì da subito la marcia alta diventando la vera sorpresa del girone, sino al'accesso ai playoff di cui sopra.
Partito da vittima sacrificale, nessuno avrebbe infatti puntato un solo centesimo sulla promozione del Lecco - il team manzoniano iniziò il suo percorso eliminando nel turno inaugurale l'Ancona con un doppio pareggio: 1-1 al Rigamonti e 2-2 in terra marchigiana, grazie alla miglior posizione ottenuta in classifica al termine del campionato.
Nella seconda uscita si presenta all'orizzonte il Pordenone, suo compagno di viaggio nel girone A - all'andata i friulani espugnano il Rigamonti 0-1, ma il Lecco non demorde e con un colpo di coda effettua il ribaltone violando le mura del Pordenone 1-3. Più si avanza e logicamente il percoso si fa duro, i ragazzi di Foschi incrociano il tiro con la corazzata Cesena, nella gara d'andata le aquile pagano dazio perdendo 1-2 insomma serve un altro miracolo sportivo. I più gettano la spugna, ma all'interno nel suo guscio invalicabile il Lecco fa gruppo -  ogni singolo si mette a disposizione del compagno, la società è unita e rema verso il sogno.  
Accade così che al Manuzzi i blucelesti ritornino l'1-2 ai romagnoli, si va ai supplementari ma non basta decidono i tiri dal dischetto; il Lecco s'impone 3-5 e  si guadagna la finale contro il Foggia.

Nell'ultimo atto nel duello conclusivo sul ringh si trovano uno di fronte all'altro Foggia e Lecco, e anche qui le previsioni della vigiglia pendono verso la Puglia - i rossoneri di Delio Rossi si sono liberati in un finale pirotecnico del Pescara dell'ex Zeman. Il gong del primo raund suona in uno Zaccheria traboccante di tifo, e infatti il Lecco va subito sotto 1-0, gli ospiti tuttavia non demordono e alla fine ribaltano la frittata (1-2) grazie a una pennellata artistica degna del miglior Giotto confezionata dalla "chioccia" Franco Lepore che trasforma una punizione dal limite, telecomandando la sfera sotto l'incrocio proprio al tramonto della partita.
Nel ritorno basterebbe anche una x al Lecco per vincere e riappropriarsi di una B caratterizzata da un'attesa biblica, tuttavia nel borsino il Foggia rimane favorito al successo. L'inizio al Rigamonti ricalca la trama vissuta allo Zaccheria, rossoneri avanti 0-1 e blucelesti bravi nella rimonta - stavolta finisce 3-1 grazie anche ai due gol siglati dal barese Lepore. Finalmente il dado è stato dunque tratto; la Lecco calcistica riassapora la B a distanza di cinquanta anni le danze sono aperte e i fan blucelesti possono festeggiare le gesta di un aquila, per troppo tempo ferita e smarritasi tra i nuvoloni di un cielo ora terso, là in alto sopra al monte Resegone - dando uno sguardo a un blu quasi cromato - a quel ramo del lago citato da Manzoni nei Promessi sposi. Un finale da mille e una notte in grado di svegliare un tifo abbastanza tiepidino (esclusi gli ultras davvero encomiabili anche in tempi di miseria) - tutto bello sino alla mazzata finale della mancata pec d'iscrizione arrivata con un giorno di ritardo, rispetto ai termini di scadenza che portano a una prima esclusione del Lecco dal torneo cadetto.
Da qui ecco che parte una pazza estate fatta di corsi e ricorsi, sino all'ammissione da parte del Tar del Lazio dalla società lombarda in serie B, però la corsa non è ancora finita prima di gioire per il meritato traguardo bisogna aspettare il 29 del corrente mese, giorno in cui verrà messa la parola fine nel consiglio di stato all'intricata e grottesca vicenda e mister Lucianone Foschi insieme all'intera società possa tirare un bel sospire di sollievo. Cercando di essere il più oggettivi possibili, si può tranquillamente asserire che magari il Lecco non sia stato particolarmente ligio ai suoi doveri -  per una lunga serie di intoppi dovuti anche al posticipo da parte della lega delle finali pllayoff.  Se peccato è stato commesso lo stesso appartiene alla lista dei veniali, per il resto la società di Di Nunno ha adempiuto ai suoi doveri; conti a posto spettanze pagate insomma tutto in ordine. In chiusura nell'ipotesi in cui il consiglio dovesse ribaltare l'esito emesso dal Tar, saremmo di fronte a un vero e proprio scippo legalizzato, di un calcio che per troppi anni ha permesso a squadre piene di debiti l'iscrizione ai campionati - soffermandosi poi su un insignificante cavillo.
Sarebbe un torto nella circostanza per il Lecco, ma lo sarebbe stato qualora fosse compiuto ai danni di qualsiasi altra società italiana, insomma ci auguriamo che il pallone italico non venga nuovamente sgonfiato - sarebbe l'ennesima figura al cospetto dell'intero movimento del calcio internazionale. 
Nella malaugurata circostanza in cui il Lecco fosse escluso, il patron di Nunno ha già pubblicamente affermato di abbandonare la scena - niente serie D allora con la tetra prospettiva di dover ripartire dal gradino più basso della scalinata: la Terza Categoria.
Una vera beffa per una nuova realtà ormai conosciuta nell'intero stivale e che sta ricevendo consensi e simpatie in ogni dove, non per nulla anche la lega di B e tutte le formazioni del campionato, si sono schierate a favore della combricola lariana.