Entrambi cresciuti nel settore giovanile della Dea, entrambi il Milan come destino comune e una serie di infortuni gravi che ne hanno minato l'esplosione.
Stiamo parlando di Mattia Caldara e Andrea Conti, potenziali campioni da tempo ai margini del calcio nazionale anche se il primo è riespoloso, andando in gol nel vittorioso match del "suo" Venezia contro la Roma. Due difensori (uno centrale, l'altro di fascia) che avrebbero potuto rientrare nei piani di Mancini in azzurro se non fossero stati perseguitati dagli infortuni - insomma restare farmi per oltre due stagioni non li ha sicuramente aiutati. Difficile riprendere la piena efficienza dopo aver subito la lesione del crociato in testa inconsciamente ti rimane una sorta di giustificata "paura" che spesso fa arrivare secondo sulla palla, quella frazione reattiva leggermente appannata, in cui l'attaccante ti fa gol almeno ad alti livelli. In ogni caso fa piacere il ritorno alla segnatura di Caldara; indubbiamente un incentivo sul piano squisitamente emotivo e sappiamo benissimo quanto sia importante avere  la testa libera quando si scende sul manto erboso. Dieci gol segnati da Caldara nel magico campionato con Gasperini (Conti ne realizzò otto), il tandem entrò ben presto nei radar del calcio mercato - il trasferimento in epoche diverse al Milan in pompa magna, peccato che gli infortuni impedirono ad entrambi di spiccare il volo. Ora come accennato Caldara sta trovando in Laguna, la forza per rialzarsi, certo siamo solo all'inizio del percorso veneziano ma è già qualcosa - dopo essere finito ai margini in casa Milan.
Situazione che sta vivendo ancora Andrea Conti, ormai ultima riserva di Pioli. Zero minuti in campionato, il lecchese attende come la manna dal cielo la riapertura del cacio mercato di gennaio; anche se scadendo il suo contratto a giugno - non è detto che voglia restare sino al termine.
Accostato pure lui al Venezia di mister Zanetti, in terra veneta Conti ritroverebbe l'amico Mattia ricomponendo il tandem delle meraviglie ammirato a Bergamo. Insomma due ragazzi finiti nel dimenticatoio, in cerca di un futuro glorioso - certo appare altamente improbabile possano ritornare agli antichi splendori, ma una carriera dignitosa in serie A questo si se lo meritano ampiamente, una storia la loro piena zeppa di colpi di scena come in una sceneggiatura di un film che le ha regalato gioie e tanti dolori. In ogni caso, i ragazzi hanno realizzato il sogno di quando erano bimbi e vestivano il neroblù tra le fila dei pulcini dell'Atalanta; la favola della serie A - (obiettivo di ogni ragazzo) che inizia a prendere a calci un pallone, loro la hanno tramutata con un assestato tocco di bacchetta magica in realtà, frutto anche di grandi rinunce e sacrifici rientrando nella strettissima cerchia dei fortunati. 
In moltissimi devono giocoforza accontentarsi delle categorie minori, se non dilettantistiche e questo potrebbe comunque essere considerato un piccolo, grande traguardo - in bocca al lupo.