Renate minuscolo sobborgo di 4077 abitanti - situato in provincia di Monza Brianza inizia a far capolino nel 1947 - grazie a un manipolo di tifosi interisti da qui l'iscrizione dell'allor US Renatese, al campionato di Prima Divisione Lombarda. I colori sociali? Beh logicamente quelli della Beneamata e quindi nerazzurri. 
La squadra sceglie come mura amiche il campo dell'ex colonia fascista tra i fondatori del club Mario Rimoldi, Clemente Crippa, Carlo Zoia, Mario Molteni, Orsonio Tettamanzi e ancora Ratti, Colombo e Lucio Rimoldi. Retrocessa nel '51, la società resta al palo per alcune stagioni - si riparte nel '55 con la formazione Juniores due anni dopo tornano anche i "grandi"  iscritti al campionato di Seconda Divisione della provincia di Milano. Il club milita nella sopracitata categoria sino al 1960, mentre dodici mesi più tardi cambia denominazione: da US Renatese a Associazzione calcio Renate - sotto la guida di Don Pasquale Zani, attivo sostenitore insieme ad altri soci che con il loro contributo economico garantiscono la sopravvivenza del team. L'inizio è positivo; la squadra sale immediatamente in Prima Divisione - ma la gioia dura un amen, visto che i nerazzurri dodici mesi più tardi retrocedono nella categoria inferiore; insomma la classica toccata e fuga.

Bisogna attendere ben 15 lunghi anni, prima della risalita -  che si materializza nel 1977/78 la squadra sale in Prima Categoria. Torna d'attualità l'ex presidente Riboldi che riprende la poltrona del comando e grazie anche al prezioso apporto degli investimenti ed energia di Intertruch di Luigi Spreafico nuovo sponsor della società  -il progetto ha delle basi solide, da cui partire.
Muta anche la casa nerazzurra; il terreno di gioco amico diventa quello dell'Oratorio (il Mario Riboldi) - grazie anche ai sussidi di Italia 90.  Nel 95 ecco il balzo in Eccellenza, merito di un tecnico abile e preparato come  Renato Bonfanti e alla coppia d'assi tutt'ora ai vertici socetari composta dal binommio Spreafico - Citterio. Nel 2000, ecco l'ingresso di un vero uomo di calcio - si tratta del team maneger Claudio Gatti lui insieme al tecnico Sandro Barbieri contribuiscono nel campionato 2006 alla promozione in serie D, un passo decisivo per le ambizioni socetarie. Stagione in cui su un lato del gagliardetto viene inserita anche una pantera - da lì nasce l'ormai celebre denominazione  - quando si mensiona il suddetto animale è facile associarne la squadra del Renate calcio - una sorta di marchio di fabbrica che identifica il team lombardo. 
L'escalation verso le cime del calcio nazionale non si ferma; nelle sei stagioni in D la squadra in tre occasioni centra i playoff  e nel 2010 grazie al ripescaggio ha l'onore di entrare nel salotto buono della pelota italica; la Seconda Divisione di Lega Pro. 
Naturalmente il Mario Riboldi non possiede i requisiti adatti per ospitare uno spettacolo di così alta levatura e  si emigra nella vicina Meda, anche se le giovanili mantengono in auge lo storico impianto disputando i loro incontri casalinghi. Tuttavia nella vecchia serie C, il Renate non finisce di stupire - ottenendo dei risultati assolutamente lusinghieri - arrivando sino alle soglie delle semifinali dei playoff, negate nello scorso torneo dal Padova, in precedenza nel 2013/14 ecco l'approdo in Prima Divisione, la terza serie nazionale. 
E siamo ai giorni nostri, nella stagione in essere, i ragazzi di mister  Roberto Cevoli attualmente sono medaglia di bronzo in coabitazione della Feralpisalò a quota 39, alle spalle del Padova (42) e della capolista Sudtirol leader per ora indiscusso con 44 punti all'attivo.   
Insomma una favola iniziata 74 anni fa, simile alle storie vissute da Castel Di Sangro (in maniera più contenuta) e dal rione di Verona: il Chievo quest'ultimi capaci di arrivare sino al gota del calcio nazionale in aggiunta di una storica capatina in Europa e con la compagine veneta, ora costretta a ripartire da zero in Terza Categoria. Renate ha dunque nel mirino l'impresa sportiva compiuta dalla squadra abruzzese ( adesso milita in Eccellenza) - capace di guadagnarsi la serie cadetta  nel 1995/96 insieme alle sue circa 6000 anime. Un'impresa difficile ma nelle corde societarie, la ricetta scrupolosamente da seguire è univoca: rispettare il tetto ingaggi.
Insomma guai sforare, logico i punti di forza (vedi bomber Galuppini ecc) - bisogna giustamente gratificarli anche sotto l'aspetto economico, follie naturalmente escluse.
Il Renate da anni è diventato un esempio: intanto paga puntualmente gli stipendi e visti i chiari di luna non è poco - inoltre non cade ostaggio di calciatori "mercenari" o si accetta la proposta economica oppure si girano i tacchi verso altri lidi. Società che grazie anche alle conoscenze dell'ex nazionale e direttore generale Massimo Crippa riesce ad assicurarsi i migliori giovani delle Primavere italiane - per poi svezzarli verso campionati più importanti.  
In definitiva alla società presieduta da Spreafico non manca nulla per essere lanciata in orbita base d'atterraggio la serie B - certo per centrare l'obiettivo serve che i minimi dettagli riescano ad incastrarsi alla perfezione. Difficile affermare quando e se il Renate possa compiere l'impresa - perchè di questo si tratterebbe, una cosa è comunque sicura: potenzialmente alla società non manca nulla per riuscire, ai posteri come sempre l'ardua sentenza.  
E volando in alto con la fantasia, tanto per non farsi mancare nulla i tifosi delle pantere storici fans del biscione sognano un epico Inter-Renate, magari di coppa Italia, un derby nel derby tra nerazzurri sino al midollo, che sfidano la loro squadra del cuore, più di così...