"Caro Nando!!... La vita è strana... bizzarra... e a volte pazza!!".
Queste le parole pronunciate da Gioacchino mentre sorbiva nel suo bar, quello distante un centinaio di metri dalla panchina sulla quale condivise il suo ultimo inverno dodici anni prima, una gustosa ed aromatica tazzina di caffè e nel girarvi mezzo cucchiaino di zucchero posò sul tavolino una stupenda rosa rossa, proseguendo la narrazione di quella storia ferma a...

qui per la parte II

... Nicola fu costretto notte tempo a fuggire causa gli enormi debiti accumulati e non guardò in faccia a nessuno, pensò solo a salvare quanto fosse salvabile, ovvero la sua signora con il maschietto in grembo! Un suo cugino, stanziatosi in Catalogna da qualche anno, aveva aperto una pizzeria a Platja d'Aro sulla Costa Brava e gli affari andavano a gonfie vele e così lo invitò a raggiungerlo.
In breve tempo Nicola e Luisa riusciranno ad aprire una pizzeria e dopo soli tre anni un ristorante per poi affidare le due attività in gestione dovuti agli ottimi ricavi. Successivamente Nicola realizzò un ulteriore passo in avanti aprendo un ristorante sulle Ramblas a Barcellona. Adesso è un facoltoso uomo d'affari con una notevole rendita annuale frutto di quegli azzeccati investimenti.
Quando lo incontrai su quel ponte con lo scellerato proposito di ucciderlo, Nicola aveva con sé una borsa di cuoio nero con mezzo milione di Euro in banconote da 500, che avrebbe versato in una banca sul Lungotevere, appartenente allo stesso gruppo presso il quale io ero stato direttore, in cambio di un assegno a me intestato e che mi avrebbe consegnato venendomi a cercare in una panchina proprio qui a Monte Sacro, l'allora mia dimora.
Ma quella cifra la ritenne soltanto un indennizzo parziale dopo tutto quello che avevo passato, e allora fece scrivere da uno studio legale una lettera alla direzione della mia banca spiegante la motivazione della debacle finanziaria cui incorsi sette anni prima e non imputabile a Gioacchino bensì a Nicola, pronto ad accollarsi qualsiasi ammenda purché Gioacchino venisse reintegrato al suo posto di direttore di agenzia. Il richiamo, dopo le verifiche del caso, venne felicemente accordato ed ora lavoro qui a due passi da casa... e con il mio figliolo maggiore abbiamo allestito il primo catering nazionale di consegna della "PizzaSocial" a tutti i clochard... perché un pasto caldo nei edrigidi rigori dell'inverno può trasformare, anche se per pochi minuti, quelle gelide panchine in sontuose quanto familiari e morbide poltrone... e posso garantirvi... che la fame... per un clochard... è veramente una fame da lupi!!... E tenete bene in mente una cosa: un clochard è pur sempre un essere umano uguale a tutti noi nonostante il suo aspetto, e come tale dobbiamo comprenderlo ed accettarlo!...
Ma prima di accompagnare mio figlio con la sua Ape a distribuire le pizze, debbo andare a consegnare questa rosa stretta nella mano e che da sempre ho voluto donare ad ogni ricorrenza del giorno di San Valentino... alla mia dolce metà... ed è già tardi, debbo correre perché mi sta aspettando... è sola e sta al freddo!!...
Ed allora non vorrei proprio mancare a questo rituale rendezvous!!... Se non mi vedesse con questa rosa in mano... potrebbe anche morirne... e sicuramente di un lento ed angosciante dolore!!

Un caro e perenne abbraccio mia unica e cara Beatrice! 
Gioacchino (il tuo "mediano"per sempre!)

Fine
Massimo 48