La lettera
Sono di ritorno dalle vacanze e trovo in mezzo ad una montagna di pubblicità una lettera proveniente da Monsieur Etienne Saveri Aix-en-Provence France.
Lì per lì lì non comprendo... ma come leggo le prime righe mi si illuminano gli occhi... 
"Cher Monsieur Maxime je suis Etienne lo fils de Jean Paul...", 
traduco: Caro Sig. Massimo, sono Stefano il figlio del giornalista sportivo Jean Paul che ha lavorato alla Agence France Presse sede di Roma per 20 anni al fianco di suo padre Renato... - la lettera è molto lunga e così conclude -: ... vada dal direttore Michel Leridon, hanno recentemente ristrutturato l'ufficio e dentro il cassetto di una vecchia scrivania è stata trovata una datata agendina di suo padre, dove annotava alcuni suoi appunti... ma la segretaria non è riuscita a contattarvi. Papà JeanPaul ci ha lasciati due mesi fa a causa di un male incurabile, aveva 83 anni e da Roma il Direttore Leridon è venuto in Provenza a partecipare alle esequie e mi ha girato questa notizia. Solo allora, da una vecchia rubrica di mio padre, sono riuscito a rintracciare il suo indirizzo e così scriverle questa lettera sapendo che papà Jean Paul si era molto affezionato a lei ed avrebbe intravisto nella sua persona, allora un vispo e solerte adolescente un possibile futuro giornalista! Mi faccia sapere qualche cosa quanto prima, buona fortuna!"
Etienne Saveri.

Palazzo Colonna
Mi reco dopo 43 anni a Piazza SS.Apostoli 66 all'ultimo piano dello storico Palazzo Colonna dove aveva, ed ha, a tutt'oggi, sede l'Agence France Presse, non prima però, data ancora l'afa opprimente sulla capitale, di essere passato nella sottostante birreria Dreher, dove papà Renato soleva offrirmi dapprima una Coca Cola e poi, da più adulto, uno schiumoso e fresco boccale di birra alla spina... ricordo, commuovendomi, il suo "prosit", seguito da una lenta e lunga bevuta per poi riporre sul bancone il boccale, asciugarsi con il dorso della mano la schiuma dalla punta del naso, che immancabilmente o forse di proposito amava bagnare... e poi stropicciarmi con un movimento rotatorio il cesto di capelli che a quei tempi avevo e scoppiavamo a ridere tutti e due....
ed ora il cameriere vedendomi sorridente con il boccale vuoto mi chiede: "... un'altra piccola signore!?... - ed io - ... e vada pure con il bis!! ... -...ma sta piangendo...si sente bene... signore?... -...no... no...non si preoccupi... è solo una maledetta allergia!"

Nel principesco atrio di Palazzo Colonna, dopo aver attraversato il chiostrino medievale che funge da portineria, mi trovo a percorrere un lunghissimo corridoio con armature e quadri antichi, al suo termine compare un minichiosco adornato con piante rare e al cui centro esce con un gioco di melodiosi gorgheggi un'acqua limpida e zampillante da una composizione marmorea raffigurante le Tre Grazie che dona a quel sito una sensazione di pace e freschezza.
Sulla destra si percorre un cunicolo a mala pena sufficiente per il transito di due persone affiancate di corporatura normale e dopo una trentina di metri compare un ascensore di quelli antichissimi con un doppio cancello d'ingresso.
Spingo sulla bottoniera in avorio il quarto piano, richiudo le due porticine in legno e vetro molato dell'ascensore, seguito dalla chiusura della porta a gabbia in ferro. Poi una piccola rampa di una dozzina di scalini ed ecco l'attico sede dell'AFP romana.
Non è cambiato nulla... una gran porta che si apre con la semplice spinta delle mani e si accede ad un'ampia sala di attesa con le poltrone in pelle nera; il pavimento composto da un antichissimo parquet di rovere scuro che scricchiola sotto la suola delle scarpe... e dopo qualche secondo si affaccia una Signora chiedendo il motivo della mia visita, risposi che desideravo conferire con il Direttore Michel Leridon, ma la Signora mi disse che il Direttore Leridon era stato sostituito, per fine mandato, da Phil Chetwynd (un 49enne anglosassone che per la prima volta nella storia si trovava a gestire una sede della secolare agenzia di stampa francese).
Ma nel cambio di carica, l'ex Dir. Leridon non aveva consegnato al nuovo Dir. Chetwynd l'agenda trovata in un cassetto di una vecchia scrivania sulla quale poggiava la telescrivente di Renato B., motivo per il quale, come gli spiegai, mi aveva dopo una vita ricondotto nell'ufficio dove mio padre lavoro' per 33 anni e dove il sottoscritto per circa 10 anni gli ha portato il pranzo al sabato o nei giorni festivi, quando era di turno... ed in tutte quelle ore passate nella sala redazione era praticamente diventato un allievo di Jean Paul. Fortunatamente, mentre parlavo con il nuovo Direttore, una signora addetta alle pulizie aveva sentito il nostro discorso e con molta discrezione disse che quella vecchia scrivania era stata riposta in cantina nell'attesa che il servizio rimozione rifiuti ingombranti intervenisse.   "...Oh!! Gesù...e chi se ne occupa?"
"...il portiere... il Sig Antonio... ci vada subito, perché credo che il camion degli sgomberi passi proprio oggi... difatti è il primo lunedì del mese!"

Mi precipito per l'imperiosa scalinata in porfido rosso di Palazzo Colonna, l'uscita dall'agenzia è ubicata al lato opposto dell'ingresso, attraverso di corsa il parco di ghiaia contornato da siepi sapientemente e cesellanamente potate, arrivo alla portineria dove un signore in divisa col berretto graduato vagamente somigliante al custode di 43 anni prima il Sig. Giovanni, difatti poi mi dirà di esserne il figlio, alla mia domanda mi gelò... il camion della nettezza urbana aveva appena oltrepassato, dopo aver caricato alcuni vecchi mobili tra i quali la scrivania di papà, l'androne del Palazzo Colonna e con la freccia a sinistra si accingeva a salire per Via IV Novembre ed io provai invano a corrergli dietro gridando a squarciagola: "Presto, presto!!... fermate quel camion!!!". Ma dove diavolo andrà adesso, dissi sconsolato, tornando in portineria ...
"eh bisogna chiamare il servizio dell'AMA... ma piuttosto... mi dica... ma perché mai cerca così ostinatamente un ricordo di Renato B. dell'AFP? Non sarà mica il figlio?
- annuii
- ahh!!...ora capisco! Mio padre mi parlava molto del suo...sa'? "...
"Già... ma adesso debbo trovare quella scrivania... dentro c'è una sua agendina!"...
"Venga  Sig.Massimo qui c'è un telefono... provi a chiamare e farsi dire dall'AMA dove si trova il centro di raccolta".

Il ritrovamento
Nel pomeriggio di quella stessa giornata mi trovo nel centro raccolta rifiuti ingombranti di Via Salaria alle porte della Capitale, l'addetto responsabile dello smistamento, dopo le mie spiegazioni mi accompagna all'Isola del "legno" dove giacciono accatastati centinaia di mobili e suppellettili... ma compresi subito che sarebbe stata un'impresa a dir poco titanica... come cercare un ago in un pagliaio!
Ero sconsolato quando l'operatore capo mi domanda da quale zona provenisse il mezzo della raccolta, risposi dal centro, zona Piazza Venezia e mi disse che nella mattinata in quel circondario operavano due squadre, una era rientrata ma l'altra era rimasta in panne con il camion guasto... in quell'attimo ebbi il presentimento, simile al provvedimento di grazia in arrivo solo un attimo prima dell'esecuzione, che la scrivania con due cassettiere sui fianchi ed il top rivestito in pelle di colore verde fosse nel cassone di quel camion.
Mi dissero che il mezzo guasto si trovasse in Via delle Fornaci vicino a San Pietro...
Mi precipitai e circa mezz'ora dopo mi trovai sul posto dove un grosso automezzo stava rimorchiando il camion dell'AMA in panne... spiegai l'accaduto ai due meccanici che dopo le mie insistenze mi aiutarono a salire sul cassone del mezzo e dietro un armadio antico... eccola là... la scrivania di papà, con ormai il legno ingiallito ed il tappeto in pelle logoro ed annerito nella parte dove poggiava la pesante telescrivente Olivetti...
Ma iniziai a rovistare nei cassetti pieni di vecchi nastri dattilografici e di copie di quotidiani... quando nell'ultimo trovai un'agendina color bordeaux, con stampigliato nella brossura in oro 1978...
Ero contento... raggiante di gioia... aprire quel libricino era come ristringere la gran manona di papà Renato a trent'anni esatti dalla sua dipartita... ma ripeto, ero in uno stato di sovraeccitazione... avevo dopo una rocambolesca avventura degna di Indiana Jones... ritrovato il "Tesoro dell'arca perduta"... e mi accingevo a scoprirne i suoi segreti.

La profezia
Tanti appunti trovai in quell'agendina... dalla lista per la spesa ai turni di lavoro con i suoi colleghi, dalle ore straordinarie e festive agli orari dei treni, sui quali papà amava viaggiare, per andare a trovare i suoi parenti in Francia...
ma poi nella pagina del 29 settembre... un appunto...
h.17.30 - Ricevimento di addio al lavoro di Renato B... poi tanti fogli bianchi fino ad un appunto sulla data del 24 Dicembre... "33 anni fa ero di turno nella mia prima notte di Natale in agenzia!" e sotto un altro appunto leggo "notte di Natale del 1954... stacco alle 6 del mattino... lascio sul letto di Massimo, quell'anno in prima elementare, un modellino di Ferrari rossa, di latta, a frizione, arrivata seconda al Gran Premio di Monza con un bigliettino: 'Buon Natale Massimo... spero ti piaccia, e' come quella che hai visto fotografata su La Domenica del Corriere'".
E infine nel giorno di San Silvestro... questo ultimo scritto: "Massimo, ho parlato con il Caporedattore Bergère, stanno sostituendo le telescriventi con i primi computer... lui è d'accordo e metterà una buona parola alla sua Direzione... ti lascio il posto... secondo lui hai della stoffa e potrai diventare un giorno... un bravo giornalista! ".
Poi... era annotato il numero di telefono del mio nuovo lavoro... due mesi prima mi ero dimesso dalla ditta di Pomezia produttrice di ricetrasmettitori per andare a svolgere le mansioni di Capotecnico in un centro assistenza di un noto marchio di elettrodomestici.
Quel cambio di lavoro fu una radicale svolta di vita, consentendomi di guadagnare di più e di convolare a nozze con la mia Angela.
A causa di quella opportunità di lavoro praticamente concomitante con l'altra da me scelta, papà Renato non ebbe mai il coraggio di riferirmi la confidenza giratagli dal Caporedattore dell'AFP Max Bergère e così, dimenticando l'agendina in quel cassetto, è come se avesse visto vanificarsi la possibilità di vedere il figlio scrivere, in qualità di giornalista, nel suo stesso ufficio... e magari nella sua stessa scrivania. Un cruccio, temo, che papà Renato si sia portato dietro con sé nei grigi anni della sua pensione... pochi, purtroppo... fino ad arrivare all'intenso ed eterno azzurro regnante nei Campi Elisi.

La gita a Milano
"Che dici Massi... dovrò portare il cappotto per il 20 di ottobre a Milano!?!"
"Ehi...come sei esagerata Angela!... E magari se ci fosse la nebbia metteresti pure il colbacco... come nel famoso film Totò, Peppino e la malafemmina... ricordi quando scenderono dal treno alla stazione Centrale e trovarono anziché l'inverno...un'estate!?!".
Nel maggio scorso la Caporedattrice di Vxl Jea Bercigli mi comunicava la vittoria del trofeo AllStars da lei stessa istituito ad inizio anno ed avente per fine l'elezione, tra tutti i vincitori "Re del mese" nel corso del 2020, del Re dei Re, e ha così saggiamente pensato di distribuire ai concorrenti vincitori (esattamente 10 perché Arsenico 17 aveva realizzato un triplete) una sorta di tema in classe e quindi ad unico svolgimento, vertente, come argomento, sull'andamento del mercato calcistico nell'anno del Covid, accompagnato da considerazioni e valutazioni in merito ai cambiamenti del nostro quotidiano che immancabilmente il clima della  pandemia ci ha provocato.
Ero rimasto molto male l'anno prima, quando causa esplosione Covid in Lombardia pochi giorni prima del nostro primo Workshop fissato per il 26 Febbraio la Caporedattrice Jea si vide costretta a rimandarlo a data da destinarsi.
Fu per noi, ed aggiungo a me anche mia moglie Angela, una forte delusione perché per tanti blogger della nostra community sarebbe stata l'occasione per conoscerci meglio fra noi e gli stakanovisti reporter della redazione...
Fortunatamente, e lo dico da pensionato, l'hotel dalle parti di Via Tunisia che avevo prenotato e già pagato per quella data, nonostante la crisi non ha chiuso e mi ha conservato la prenotazione. E così fra qualche settimana sarò a Milano dove manco da 28 anni... troverò sicuramente un'altra città... nel '93 c'era solo il Pirellone... ma ora di grattacieli se ne contano a iosa!
Mostrerò a mia moglie dove ho lavorato per circa due anni... quella fabbrica di telefoni in Via Garofalo non c'è più come anche la piccola pensione che mi ospitava in Piazza Aspromonte... il tempo passa e va... lasciando tutto dietro di sé... a marcire con il peso dei ricordi.
Fui trasferito a Milano, a causa della chiusura della filiale a Roma alla fine del 1991 solo due mesi dopo la scomparsa di papà Renato ed è a lui che voglio dedicare il trofeo, la targa, la pergamena o il semplice foglio di carta che prossimamente Calciomercato.com, rappresentato dal Direttore Stefano Agresti in persona, mi vorrà conferire.

Ringrazio fin d'ora questa meravigliosa community che mi ha permesso, con la scusa di parlare del Milan, di sconfinare in altre tematiche, quasi sempre risalenti agli anni della mia adolescenza e gioventù, che ho in gran parte condiviso, per l'amore che ne nutrivo, nella redazione di mio padre ed è a lui che vorrò dedicare quel premio AllStars 2020... scusandomi per non essere diventato, come da suo desiderio, un giornalista...
Scusami papà... dopo 43 anni da quella mancata profezia, torno in una Redazione che "conta" per ritirare un premio... e lo voglio dedicare a te! ...

Ti voglio salutare con le stesse parole che mi dicesti tu, comparendomi in un meraviglioso sogno...
'Papà, papà...ma dove vai?...'
uscì dal locale e salì in sella... 
'ma dai, resta qui e continua a raccontare...'
'no Massimo... devo andare... mi aspettano...'
'ma dai resta!!... almeno scrivici un memoriale con tutte le storie da narrare ai nipotini!!...'
'mi spiace ma mi aspettano.. è tardi ..e poi a a cosa servirebbe un memoriale!? Io so scrivere solo dietro battitura e quindi dovrei trovare lo scrittore...e poi, magari, trovato lo scrittore...non troveresti nemmeno un lettore! Ciao, devo scalare questa ultima montagna e poi sarà tutta discesa! Dai quel che è passato non conta più... ora c'è solo il futuro... e per me non c'è n'è più! '
'Papà... papà... aspetta!!!'


Si alzò sui pedali... girò il capo... con la mano mi fece un gesto di addio... e scomparve dietro una curva con il passo di un vero campione...
sì!... un vero campione... ma di vita!!

Un caro saluto
Massimo 48 Amarcord