"Sig. Renato B. l'abbiamo chiamata per sapere che cosa sia successo a suo figlio Massimo! E' inspiegabile l'andamento di questo primo trimestre... lo scorso anno era risultato il primo della classe... sa spiegarci cosa mai possa essere accaduto?".
Queste le parole pronunciate dalla segretaria del Preside dell'Istituto Tecnico Giuseppe Armellini al cospetto di mio padre. La pagella del primo trimestre era un pianto, spiccavano due sole sufficienze in Educazione Fisica ed in Religione, il resto era come il gioco delle tre carte rappresentate dal 2, 3 o 4 di bastoni, solo il Prof. Fabi insegnante di Lettere e Storia aveva apposto un 5 d'incoraggiamento e la Prof.ssa d'Inglese anche lei diede un 5 più che altro per la stima dello studente. Infine nel colloquio tra la segretaria ed il Sig. Renato intervenne anche il Preside Prof. Romano Rodottà (per la sua magrezza soprannominato da noi studenti "Palle secche") che precisò di aver voluto contattare personalmente il padre dello studente e non comunicarlo con una fredda raccomandata anche e soprattutto perché tutto lo staff dei professori credeva nelle qualità dello studente Massimo e ne voleva capire le cause per porre i dovuti correttivi entro la fine dell'anno, altrimenti sarebbe stato immancabilmente bocciato.
Di fronte a queste lusinghiere parole papà Renato disse che a causa del suo lavoro e dei turni in agenzia di stampa era poco presente in casa con il figlio Massimo, ma aveva comunque notato, assieme alla mamma, un marcato scostamento da tutte le sue abitudini, una involuzione inspiegabile... forse una delusione della prima cottarella!? "... forse... anzi sicuramente sarà così... e allora non ci resta che sperare che prima di Pasqua il figliolo trovi... un'altra fiammella che scaldi... il suo cuore... altrimenti... Sig. Renato B. ha già compreso... vero??".
"Certo... Prof. Rodottà... ho ben capito... e la ringrazio... ma lei comprende bene che siamo tutti impotenti!... al cuore certamente... non si può comandare!!".
Era fuor di dubbio che l'inizio del secondo anno del biennio mi trovò coinvolto nella crisi adolescenziale più critica di quel periodo... ero apatico, scorbutico, abulico, con lo sguardo assente... mi compariva continuamente la coda di cavallo dei capelli castano-ramati di Pamela... mossa dal vento... quasi rapita da un Jet supersonico!!... Impossibile rincorrerlo!!!... Smisi persino di servire Messa, ero chierichetto, e non mi dedicai nemmeno più a seguire le partite del mio Milan!!... Ero letteralmente ed incoscientemente finito nel centro del turbinio di una ...."Tempesta quasi perfetta!".

Ma arrivò la Pasqua del 1965 ed andai con i miei genitori al Lago Trasimeno per trascorrere tutti insieme le festività presso la casa dei nonni materni. Alla processione del Cristo Risorto, una tradizione ormai secolare ricca di personaggi vestiti con i costumi dell'epoca e quindi tanto di soldati romani, Ponzio Pilato, Barabba, i due Ladroni, Maria Maddalena ed infine la banda del paese che con passo sempre più affannato percorreva una salita sterrata che avrebbe condotto alla sommità, circa 400 mt con una enorme Croce in ferro, omaggio della cittadinanza alla memoria delle vittime del primo conflitto mondiale. Dietro la banda il baldacchino con Gesù risorto, il Parroco, sacrestano, chierichetti  e dopo si snodava una lunghissima fila di persone di tutte le età. Io ero assieme a due amici del posto e capitammo o per meglio dire cercammo di finire dietro un gruppetto di ragazze della nostra età (allora 16/17 anni ) e con la scusa di riaccendere la candela che ognuno di noi stringeva tra le mani feci amicizia con Milvia una ragazza semplice ....al nostro primo sguardo seguirono solo sorrisi... e quelle due candele, per meglio alimentare il nostro primo colloquio si spensero una dozzina di volte durante quella processione. 
Ci si dette appuntamento per il pomeriggio successivo presso il Teatro del paese dove avrebbero proiettato il film "Non son degno di te!" interpretato da Gianni Morandi e Laura Efrikian... ma la pellicola ci interessò ben poco... ci stringemmo l'un l'altro per oltre un'ora interrogandoci sui nostri interessi, su ciò che ci piaceva più fare. 
Milvia amava leggere, passeggiare in bicicletta, studiare le lingue, insomma scoprimmo di avere tante cose in comune... quasi tutto... persino la squadra del cuore... era una Rossonera come me!! Parlammo così tanto che non riuscimmo a finire la busta di popcorn...e nei titoli di coda del film...quasi ad emularne il finale...con tanta timidezza riuscimmo... a darci... il primo e pudico, piccolo bacio!!
La mia vita di colpo cambiò... l'apatia divenne solerzia, l'abulia divenne serenità... le mie insufficienze si tramutarono dapprima in 6 e verso gli scrutini finali in 7 ed anche qualche 8 e così raggiunsi a pieni voti la promozione e in virtù del buon punteggio ottenuto riuscii ad entrare con pieno merito nell'unica sezione dell'appena nata disciplina di "Telecomunicazioni" del triennio di specializzazione che frequentai presso l'Istituto Guglielmo Marconi, e questo dietro consiglio di papà Renato perchè mi disse che quell'indirizzo mi sarebbe stato di utilità per entrare a lavorare presso la sua agenzia di stampa.
Chiesi in cambio di poter andare al paese con il "Paperino", anche perchè il motorino lì al lago in vacanza mi sarebbe comunque servito e dunque anzichè caricarlo su di un treno merci preferivo salirci in sella e ...tentare...come diceva papà...la trasvolata Roma - Tuoro sul Trasimeno!  Mio padre annuì ma mi disse che avremmo dovuto far credere a mamma Ofelia che sarei partito in treno. E con papà complice, scesi subito in garage per mettere in perfetto ordine di marcia il "Paperino"... (mentre già intravedevo Milvia... con i suoi capelli rossi al vento...nella stradina costeggiante il lago... seduta nel sellino posteriore...a dirmi: Massi!!vai troppo piano...accelera!!).
Dunque il desiderio di riabbracciare Milvia dopo due mesi, e starne con lei altrettanti, costituiva per me un'adrenalina incontenibile!! Forse dopo un anno di passione sarei riuscito ad oscurare il ricordo del volto birichino di Pamela svelando invece lo sguardo innocente degli occhi, il sorriso sereno accompagnato di tanto in tanto dallo scostamento con la punta delle dita di due ali di capelli rossastri che lasciavano trasparire sulla candida pelle delle guance, tante piccole e deliziose lentiggini che conferivano a Milvia un'eleganza ed uno charme unico nel suo genere.        ,

Correva il 4 Luglio 1965. Tra poco più di un mese avrei compiuto 17 anni. Papà Renato da che aveva la sua nuova 600 non usava più il motorino, ma io fin dal '58, anno del suo acquisto, prima di nascosto e poi con il suo benestare mi dilettavo a scorrazzarci per le strade del quartiere San Paolo. Ne ero diventato esperto, pulivo la candela, smontavo il giglè del carburatore, stasavo la marmitta di scarico, insomma riuscivo ad averne cura e così, ad insaputa di mamma Ofelia, all'alba di quel giorno, alle 4.25 per la precisione, partii con quel motorino alla volta di Tuoro sul Trasimeno.
Paperino, un ciclomotore due tempi, 49 cc. co struito dalla IMN, un'industria partenopea ex officina produttrice di materiale bellico che nell'immediato dopoguerra vide un'equipe d'ingegneri realizzare questa motoretta il cui disegno, specie nella forma del serbatoio risulta molto somigliante alla corporatura di un " papero " dal quale ebbe appunto origine il suo nome commerciale.  Il percorso da Viale Marconi di Roma alla Via del Mercato di Tuoro sul Trasimeno era allora di 213 km, ora con autostrada e superstrada è una 15na di km in meno.  Alla partenza della trasvolata, come l'aveva battezzata papà avevo in testa un caschetto da aviatore prima guerra mondiale (stile Francesco Baracca), una borraccia a tracolla di tipo militare, occhiali scuri da fabbro o come mi fece notare uno zio al mio arrivo... da palombaro, camicia blu, maglione di lana verde (all'alba anche in luglio ed in moto la temperatura percepita è molto bassa), pantalone corto di fustagno marrone, guanti da motociclista in pelle nera, scarponcino alto nero con suola in vibram e calzettone di lana testa di moro e infine foulard tricolore annodato al collo omaggiato a mio nonno Virgilio alla festa degli Alpini in commemorazione della conquista di un monte sperduto sopra il Piave!.... Così conciato sembravo... Charles Lindberg al decollo con il suo Spirit of Saint Louis che impiegò 33 h. e 29' da Long Island a Le Borget alla media di 188 km/h con 1609 lt. di carburante e senza soste. 
Mentre la mia trasvolata col Paperino durò 7 h. e 10' alla media di 34 km/h con 3 soste, una per il cambio candela, una per il riforninento di miscela (il pieno del serbatoio conteneva 4 lt e non era sufficiente) ed una per fare colazione. Mi fermai intorno alle 7.30 a Narni Scalo, avevo percorso 85 km, cappuccino e briosche, pregai il gestore del bar di consegnare nel primo pomeriggio un foglietto di carta, che avevo appena scritto, ad un signore che avrebbe chiesto appositamente di un foglietto lasciato per lui da un ragazzo di nome Massimo per i suoi genitori Ofelia e Renato... scrissi telegraficamente: "Mamma, papà...il volo prosegue/stop/ ..montato candela più calda/stop/..non vi preoccupate... sopravviverò!/stop/... ci si vede per cena a Tuoro/stop/ Vostro Massimo". Papà dunque era mio complice... ma mamma non sapeva nulla del motorino... le si era detto che sarei partito prima con il treno essendo la 600 piena di bagagli... ma quando lesse quel biglietto ci vollero tre bicchierini del cordiale prodotto dai Frati Narnesi per farla rinvenire... arrivarono solo a tarda sera... la rimanenza del viaggio fu... per il povero autista... un vero Inferno!

Passammo due mesi stupendi con tante passeggiate in bicicletta... con tante ballate dei primi twist di quegli anni... con tanta gioia nei nostri cuori!! Fino ad arrivare all'ultima settimana di Settembre... quando ci attendeva un battello che da Punta Navaccia ci avrebbe condotto all'Isola Maggiore per visitare...il Castello Guglielmi.....!
Ma questa è un'altra storia... e presto vi dirò... come sarebbe andata a finire!!

Fine prima parte

Massimo 48 Amarcord