Alle corde per l’errore compiuto, gli arbitri provano ad uscire dal cul de sac. E ci provano cercando di coinvolgere altri, non identificati nella persona fisica, per non avere (dicono) potuto visionare le immagini necessarie.
Testualmente il laconico comunicato:
1) L’Organo Tecnico della CAN ha visionato tutte le immagini messe a disposizione del VAR e dell’AVAR per la gara in oggetto non riscontrando alcuna corrispondenza con il video in questione.
2) L’Organo Tecnico della CAN ha anche chiesto espressamente alla società che fornisce il servizio tecnologico per la VAR, se la camera in questione definita tattica fosse a disposizione degli addetti al VAR per la gara disputata allo Juventus Stadium. La risposta che veniva fornita è che la camera non era a disposizione del VAR pertanto non era fruibile dagli arbitri.

Per poi concludere: “Con quanto precisato siamo convinti di aver fatto chiarezza sull’episodio occorso.”
Frase breve di stile per uscire da una situazione scomoda senza riconoscere una responsabilità, senza approfondire nel merito e senza specificare se il Var aveva altre immagini in cui c'era Candreva e da cui era possibile rilevare una posizione meritevole di verifica. 

Quello che sembra, in realtà, è che il comunicato sia stato rilasciato solo per non rimanere nell’inerzia tipica dell’imbarazzo di chi sa di averla fatta grossa e cerca di uscirne dignitosamente, condividendo o scaricando la responsabilità con chi non avrebbe fornito immagini in cui la linea del fuorigioco fosse tracciata su Candreva.
Il comunicato appare poco credibile. Si dovrebbe ritenere che non tutto il campo fosse coperto dalle telecamere del Var e che la posizione di Candreva non fosse rilevabile. E ci si dovrebbe credere sulla parola, visto che l’AIA nonha diffuso o fatto diffondere filmati e audio della sala var  Salvo errori non risultano pubblicate nemmeno tutte le immagini possedute. La responsabilità, pertanto, secondo l’AIA, sarebbe di chi fornisce le immagini.
Ma ci si chiede: che cosa cambia? Il punto decisivo che non esclude la grave responsabilità è un altro: anche ammesso e non concesso che non avessero immagini con Candreva, due arbitri di Serie A, ossia di alto livello, possono dimenticarsi dell’uomo sulla bandierina? Possono recepire acriticamente le immagini senza controllare dove fossero i 10 uomini della squadra difendente? Possono non avere il controllo? Se la risposta fosse sì, significherebbe che il loro compito è meno complicato e responsabile di quanto si pensi. É evidente, invece, che, se la decisione finale su un episodio è prerogativa degli arbitri, che reclamano rispetto e riconoscimenti, essi siano tenuti ad esperire tutte le verifiche richieste dalla diligenza. Nel caso bastava anche una diligenza media, nemmeno massima.

Danneggiare la Juve, si sa, non fa notizia e gli arbitri, nel dubbio, si sentono più tranquilli, perchè il limite in Italia è che il campanile prevale su tutto, soprattutto sulla giustizia. Non ci sono giornali di cronaca sportiva/ rosa/nera che alzino polveroni, non ci sono interrogazioni parlamentari. Gli omessi interventi del Var contro la Juve passano in silenzio o quasi, anche nei match importanti, vedi la parata di Mertens contro il Napoli o il rigore non dato per fallo in area su Zakharia contro l’Inter, per non parlare delle valutazioni dell’arbitro “non sindacabili dal Var”, il cui elenco si arricchisce di partita in partita.
Ma non dipende dalla Superlega che non si farà mai e/o dalla preoccupazione di vedersi ridimensionati, bensì, in buona parte, dal basso clamore mediatico, dovuto anche all’atteggiamento della società. Per politica aziendale, neanche Conte e Sarri alla Juve protestavano pubblicamente, forse lo hanno fatto una volta a testa. Il comportamento di Allegri converge in tal senso e alla fine il risultato è che girano in rete dati eloquenti di statistiche informali sugli interventi del Var pro e contro la Juve e quando si fa notare c'è la risposta da bar, di chi non ha argomenti <<...per una volta che succede>>. 

Quest’ultimo caso ha però superato i confini nazionali.
Ed è comprensibile: il Var, nella persona di un arbitro esperto che richiama un arbitro giovane per fargli valutare un comportamento ininfluente di un giocatore, che subisce anche un fallo da rigore, senza verificare se la linea di riferimento del fuorigioco è quella giusta o no, convertendo una decisione giusta nel peggior 'errore Var' dalla sua istituzione. Il fatto ha suscitato più indignazione all’estero che in Italia, stampa inglese e spagnola, Marca su tutti. Persino Ryanair ha ironizzato sull’affidabilità del Var italiano.

L’AIA non ammette l’errore per non pagarne le conseguenze e nessuno si indigna. Nessuno alza un dito. Per coerenza Banti e Marcenaro ricevano subito nuove designazioni. Del resto, come possono i vertici della FIGC alzare la voce se loro stessi e il C.T. sono rimasti in carica dopo il peggior fallimento nella storia della nazionale, ossia non aver raggiunto la qualificazione al mondiale contro la Macedonia, dopo non aver vinto con Bulgaria e Irlanda del Nord? Anche dopo le brutte sconfitte estive contro Germania e Argentina sembra tutto normale. Gravina, sostanzialmente, ha anche assolto l’operato di Banti e Marcenaro e forse gli arbitri saranno in futuro dalla sua parte.
E niente, già non ne parla più nessuno. 
Ma bisogna essere chiari: come ogni popolo ha il governo che merita, anche i vertici del calcio vengono scelti e significa che alla maggioranza, in modo miope, va tutto bene così. Poi però non chiediamoci perchè NBA e Premier stravendono i loro diritti e a noi le briciole.