Ligabue canta..."una vita da mediano, lavorando come Oriali, anni di fatica e botte e vinci, casomai, i mondiali". La canzone rispecchia l'essenza di questo ruolo, probabilmente il meno ambito ma di sicuro quello che ti dà l'immortalità calcistica. Oriali è stato il perno dell'Inter anni '70 e della Nazionale Italiana Campione del Mondo 1982, colui che interrompeva il possesso palla avversario per poter ricominciare l'azione; era anche colui che copriva il giocatore più fantasioso della squadra avversaria. Il mediano non esce sui giornali per le prodezze delle singole partite, ma è l'emblema di un risultato ottenuto, di un trofeo conquistato grazie anche al suo lavoro in mezzo al campo, che dà l'opportunità al reparto offensivo di segnare. Non è un caso se molte volte il capitano di una squadra è il mediano, perché l'allenatore vede in lui un leader. E un leader ha delle responsabilità enormi, a volte deve prendere dei rischi(ammonizioni, espulsioni) per non permettere di avanzare alla squadra avversaria. Nella gloriosa storia del calcio si possono ammirare diversi campioni che hanno fatto del mediano un ruolo indispensabile e di assoluto valore come il sopraccitato Oriali, Furino, Obdulio Varela, Vogts, Rijkaard, Vieira, Roy Keane, Gattuso, Cambiasso. Ci sono delle partite in cui un attacante può non aver toccato il pallone per le poche o nulle occasioni da rete procurate dalla sua squadra oppure il reparto difensivo non è quasi mai intervenuto poichè la squadra avversaria non si era procurata occassioni da rete, ma non ci potranno mai essere partite in cui un mediano sia estraneo al gioco, perché quando ti trovi nella zona nevralgica del campo non puoi deconcentrarti un attimo, ogni pallone che passa da lì può risultare decisivo. Probabilmente quando si fa riferimento a specifici portieri, difensori, registi, attaccanti si può dire che piacciano o no, ma i mediani, paradossalmente, piacciono sempre poiché sono l'anima della squadra.