Il Rosenborg è campione di Norvegia.  È il  terzo campionato norvegese consecutivo, quello che ha permesso ai Troillongan di ristabilire il dominio nazionale, già molto radicato tra gli anni Novanta e i primi anni del nuovo millennio, ma che era stato messo in discussione qualche anno fa dagli inattesi exploit di Molde e Stromsgodset .

Il venticinquesimo campionato nella gloriosa storia del Rosenborg porta la firma indelebile di Nicklas Bendtner, capocannoniere del torneo con gol in 29 in 29 partite. L’attaccante danese è stato anche inserito tra i candidati al premio di miglior giocatore dell’anno (poi vinto dal compagno di squadra Tore Reginiussen) e si è aggiudicato il riconoscimento per il gol più bello del campionato: uno spettacolare colpo di esterno destro segnato nel match contro il Molde, vinto 2-1. La stagione al Rosenborg è stata, a 29 anni, la migliore della carriera dal punto di vista realizzativo: soltanto un’altra volta infatti era riuscito ad andare in doppia cifra in campionato, a Birmingham, in Championship (seconda divisione inglese) nel 2006/07.

Nicklas Bendtner nasce a Copenhagen il 16 gennaio 1988. Attaccante dotato di gran fisico, alto 1,94 m, molto forte di testa e con un buon senso della posizione, si fa notare  nelle nazionali giovanili danesi, attirando presto l’interesse di molti club europei. Alla fine se lo assicura l'Arsenal di Wenger che lo acquista dal Copenaghen per 250.000 euro. Così a sedici anni Nicklas si trasferisce a Londra.
L'esordio in prima squadra non si fa attendere, e arriva il 23 ottobre 2005 in un match di Coppa di Lega, vinto 3-0 dai Gunners contro il Sunderland. Ma il ragazzone danese ha ancora tanto da imparare e viene mandato in prestito al Birmingham City, con cui conquista la promozione in Premier League nell’annata 2006/07. La stagione seguente, Nicklas torna all’Arsenal e disputa un buon campionato (5 gol in 27 presenze). Il primo gol in assoluto di Bendtner in Premier League è da Guinness World Record: è il gol più veloce di sempre in Premier League da parte di un sostituto entrato dalla panchina.

Con il passare del tempo Nicklas si ritaglia un ruolo sempre più importante all’interno della squadra, segnando reti spesso decisive e sbagliandone altrettante, e per questo finisce al centro delle critiche di tifosi e stampa inglese. Dopo aver fatto infuriare molti tifosi per il cambio del suo numero di maglia dal 26 al 52, nel 2010 il danese è protagonista di una stagione con alti e bassi. Da qui inizia la parabola discendente di Bendtner, che passa più tempo fuori che in campo: prima un brutto incidente con la sua Aston Martin, poi un infortunio all’inguine con annesso intervento chirurgico e infine un nuovo stop di quattro mesi dopo il mondiale sudafricano. Wenger sembra non voler più concedergli spazio e il danese, scontento della sua situazione, annuncia di non voler più giocare nei Gunners. Dopo 45 gol in 171 partite, Bendtner lascia l'Arsenal, vagabondando senza particolare  fortuna.
Passa in prestito al Sunderland (8 gol in 28 presenze), e poi alla Juventus con la stessa formula.
Il Bendtner juventino è un autentico disastro: etichettato fin da subito come possibile bidone, il suo primo atto a Torino è la richiesta (prontamente rifiutata dalla società) della maglia numero 10, quella indossata da Sivori e Platini e appena lasciata da Del Piero. In Italia Bendtner segna la bellezza di 0 gol nelle sue undici presenze tra campionato e coppe. Nonostante non abbia contribuito particolarmente alla causa, fa comunque parte della rosa che vince il campionato di Serie A 2012/13, primo trofeo in carriera conquistato dal danese. Bendtner nel corso della festa scudetto dá il meglio di sé: grassissimo e fuori forma, cerca di attaccare bottone con le ragazze nei pressi del podio, A dimostrazione del personaggio che era diventato durante la sua esperienza bianconera. 

Il desiderio di restare a Torino è forte, ma il club non la pensa allo stesso modo: Bendtner è costretto a tornare per l’ennesima volta all’Arsenal. Dopo appena 9 presenze e 2 reti nella stagione 2013/14, nella sessione estiva di mercato Nicklas si trasferisce a titolo definitivo in Germania, al Wolfsburg. Il danese vince Coppa e Supercoppa di Germania, ma la sua avventura tedesca non decolla mai completamente e si conclude nel modo peggiore: i Lupi, stanchi del suo comportamento fuori dal campo, decidono di licenziarlo il 25 aprile 2016. Dopo le due amare stagioni in Bundesliga, con 3 gol complessivi, il danesone torna in Inghilterra, con una fugace e poco appagante esperienza in Championship al Nottingham Forest. Nello scorso marzo, la svolta: all’inizio del campionato norvegese, il passaggio al Rosenborg dá il via alla rinascita.

Chiamato da tutti semplicemente “Lord”, Nicklas è talmente idolatrato dal web che nel 2015 si è davvero guadagnato il titolo nobiliare (seppur in maniera simbolica): la rivista danese “Se og Hør” ha acquistato un pezzo di terreno nella contea scozzese di Glencoe a nome del danese, conferendogli così il titolo di “Lord Bendtner”.

Al suo arrivo Nottingham Forest, Bentner aveva  annunciato con convinzione “the lord is dead”, il lord è morto, segno della sua volontà di raggiungere la definitiva maturità. Questo però non è mai accaduto, e forse è meglio così. Di personaggi come lui il mondo del calcio ha sempre tremendamente bisogno.  

The Lord is not dead