Due cose sono certe nel nostro mondo: la morte e la Lazio di Inzaghi che abbatte un record dopo l’altro. E sulla prima ho ancora dei dubbi.

Il posticipo domenicale della Serie A vede contrapposte la sorprendente Sampdoria di Marco Giampaolo e la Lazio di Simone Inzaghi. I genovesi hanno il miglior rendimento interno del campionato, grazie a sei vittorie conquistate in altrettante partite, mentre i romani hanno il miglior rendimento esterno, frutto di sette successi in altrettante gare al di fuori delle mura amiche. La contesa vede uscire vincitrice la squadra di Inzaghi grazie alle reti di Milinkovic-Savic e Caicedo, che ricaccia i doriani a meno sei punti in classifica.

Non cambia mai Simone Inzaghi, che, per la settima volta consecutiva, schiera i suoi con lo stesso undici iniziale. Il tecnico piacentino non vuole smuovere nulla in un meccanismo tanto perfetto e si affida ai titolarissimi per espugnare il Ferraris. Giampaolo invece deve tener conto delle assenze di Linetty e Strinic, sostituito da Murru, per il resto la Sampdoria si schiera con 10/11 della miglior formazione possibile.

Sia Lazio che Sampdoria sono due squadre con individualità eccellenti, che amano giocare a calcio e che devono vincere a tutti i costi. Seppur per motivi diversi. I padroni di casa hanno una ghiotta occasione per agganciare proprio i capitolini al quinto posto, avvicinando anche la Roma (cinque punti) in attesa del recupero del 24 gennaio. Gli ospiti, invece, sono chiamati a vincere per non farsi lasciare indietro dal gruppo di testa. È proprio per queste premesse che la partita si preannuncia spettacolare e ricca di occasioni. Tutte e due le squadre attaccano sin dai primi minuti, costruendo un’azione dopo l’altra e sfiorando ripetutamente il goal. La Lazio si rende pericolosa con un colpo di testa di Parolo in avvio di partita, su cross di Lulic, e con due tentativi dalla distanza di Immobile. Sul secondo di questi due, la respinta di Viviano favorisce l’inserimento di Luis Alberto che conclude a botta sicura verso la porta. Un provvidenziale Bereszyński salva sulla linea. Risponde la Sampdoria con due conclusioni pericolose dalla distanza di Praet e Ramirez ma soprattutto con l’incursione centrale di Duvan Zapata, magistralmente servito dallo stesso giocatore belga, ma il suo controllo errato lo obbliga ad allargarsi sull’esterno, riducendo sensibilmente l’angolo di tiro a sua disposizione, e dando modo a Strakosha di coprire bene il proprio palo di competenza. Un primo tempo intensissimo, sia sotto il punto di vista agonistico che sotto quelle delle occasioni, si chiude (quasi per caso) sullo zero a zero.

Dopo una prima mezz’ora giocata con intensità straordinaria, la Sampdoria lascia progressivamente l’iniziativa alla Lazio che assume il controllo della gara. I capitolini iniziano a macinare calcio, creando occasioni su occasioni. Tuttavia, la porta di Viviano sembra stregata ed i fantasmi tornando ad affiorare nella mente dei giocatori biancocelesti. Fantasmi che sembrano concretizzarsi quando Parolo, ben imbeccato da Marusic, colpisce clamorosamente il palo con un destro dal lato corto dell’area di rigore. La legge (non scritta) più crudele del calcio, ovvero quella del “gol sbagliato, gol subito”, punisce subito: verticalizzazione di Torreira per la testa di Quagliarella. Il centravanti fa sponda per Zapata (colpevolmente lasciato solo da Bastos e dalla mancata diagonale di Marusic) che controlla e batte Strakosha. Il vantaggio della Sampdoria è l’inizio di un incubo per la squadra di Inzaghi che, dopo aver sciupato due occasioni clamorose con Roma e Fiorentina, rischia di lasciarsi sfuggire anche la quinta posizione. La squadra di Giampaolo, sulle ali dell’entusiasmo, sfiora anche l’immediato raddoppio: è bravissimo Radu ad anticipare Barreto quasi sulla linea di porta. La Lazio è in confusione e Inzaghi cerca di darle la scossa, inserendo Lukaku e Caicedo (ridisegnando la squadra con un più offensivo 3-4-1-2) al posto di Lulic e Leiva. Sarà l’inizio della svolta.

La Lazio aumenta considerevolmente i giri del proprio motore, la squadra di Inzaghi non ci sta a vedersi sfuggire dalle mani una partita a tratti dominata. Punizione dalla destra di Luis Alberto, carambola in area di rigore e pallone che arriva dalle parti di Milinkovic. Il serbo è lesto nel ribadire in rete l’involontario assist di Barreto, mettendo il pallone sotto la traversa. La rimonta, però, non è ancora compiuta. Il destino sarà benevolo con un ragazzo che è stato (ingiustamente) esposto alla gogna mediatica dopo il contatto con Pezzella nei minuti di recupero di Lazio-Fiorentina. Il solito Milinkovic trova un corridoio nell’area di rigore della Sampdoria, Immobile cicca la conclusione ma Caicedo è il più lesto di tutti e ribadisce in rete il pallone che Viviano si è lasciato ingenuamente sfuggire. Lazio in vantaggio a Marassi e tre punti pesantissimi praticamente in cassaforte. Proprio lui, ironia della sorte, l’uomo che aveva causato il rigore contro la Fiorentina.

La vittoria della Lazio è l’ennesima dimostrazione di come quella di Inzaghi sia un’autentica macchina infrangi-record. Cade il fortino della Sampdoria dopo quasi quattro mesi, continua il percorso netto della Lazio fuori casa, che sembra imbattibile quando abbandona il terreno dell’Olimpico, con sette vittorie in altrettante gare. I biancocelesti tengono i blucerchiati a distanza di sicurezza (sei punti, con gli scontri diretti a favore) creando un solco fra le prime cinque della classe e le restanti altre. Mai si era visto un campionato, a questo punto della stagione, così equilibrato nelle “zone nobili” ma, allo stesso tempo, così squilibrato nella parte restante.

Le prime cinque in classifica fanno praticamente un campionato a parte rispetto alle altre quindici. Il successo del Ferraris, dove anche la Juventus era capitolata, restituisce lustro e vigore alla stagione della Lazio, che si porta a meno due dal quarto posto e, potenzialmente, a sei punti dalla vetta della classifica. Pesano come un macigno, in questo senso, i due punti persi in extremis contro la Fiorentina. Un successo contro i gigliati avrebbe potuto dare un sapore diverso all’attuale percorso della Lazio, sebbene anche così i bianco celesti siano artefici di una stagione strepitosa sotto tutti i punti di vista.
Ora testa al “monday night” contro il Torino per invertire il trend che vede la Lazio faticare all’Olimpico, in netta controtendenza con il rendimento da scudetto che mantiene in trasferta. La qualificazione alla prossima Champions League passa anche da qui, con uno sguardo al big match dell’Allianz Stadium. Non si sa mai.