L'ennesima finale persa dalla Juventus ha creato molto sgomento tra il popolo bianconero ed il rapporto finali fatte e finali vinte sta divenendo davvero pesante da sopportare.
La Juventus di quest'anno aveva fatto ben sperare tutti e talvolta persino convincere qualcuno della propria vittoria finale (sarò sincero, me compreso fino alla fine del primo tempo). Ma poi non si sa, fatto inspiegabile che ha portato all'ennesima sconfitta e ad uno scontento generale mai visto prima d'ora.

Ma si sa, certe competizioni insegnano: talvolta con lezioni che restano impresse per tutta la vita, altre volte subito dimenticate... Questa, se ben interpretata, può essere raccolta e accolta dall'ambiente bianconero per rimettersi immediatamente al lavoro e cercare di portare l'asticella all'ultimo step, quello decisivo per la vittoria. Tanto per cominciare non vendendo gli artefici principali, questo è chiaro; ma neppure andando a prendere chissà quanti e quali giocatori, anzi. Qualche innesto di valore assoluto ed un po' di sana italianità che non guasterebbe, magari non nell'immediato, ma sicuramente in futuro.

La Champions di quest'anno ci ha lasciato molto. Tanto per cominciare, mai come quest'anno, la Champions League ha detto che vince chi sa meglio soffrire. E per soffrire non si intende difendere, sia chiaro... Ma la scalata alla vittoria della Champions del Real è sotto gli occhi di tutti e se la analizziamo a fondo ci rendiamo tranquillamente conto di come il Real Madrid, a sprazzi, in ogni turno sia sempre stato fuori: con il Napoli prima (al ritorno, fino a quasi il '60 perdeva 1-0 senza mai superare la metà campo), con il Bayern Monaco, poi con l'Atletico (un errore inspiegabile della difesa dell'Atletico Madrid sul 2-0 al ritorno) ed infine con noi in finale. Primo tempo ben giocato (a mio avviso meglio del Real Madrid), di ottima fattura, grinta ed intensità.
Ma il Real ci ha insegnato come non bisogna mai mollare, mai arrendersi e sfruttare al meglio qualsiasi opportunità ci si presenti: un fallo, un rigore, un errore, un cartellino, un calo fisico, un fuorigioco, ecc... Il Real è la massima espressione di questa competizione per forza, classe, serietà, ma anche fortuna e soprattutto spirito di sacrificio da parte dei suoi.

Ma torniamo alla Juventus...
Le due sole Juventus a riuscire a salire sul tetto d'Europa avevano in comune una caratteristica molto interessante: entrambi presentavano ben nove giocatori italiani nella formazione titolare della finale. Questo dato, se pur per alcuni del tutto irrilevante, in realtà risulta molto significativo, in quanto l'alto senso di appartenenza crea anche un elevato spirito di sacrificio.

Persino il mercato delle due squadre fu molto simile, dal momento in cui i giocatori in entrata nell'estate della prima Coppa dei Campioni, quella del '84/85, furono soltanto gli italiani Favero dall'Avellino, Briaschi dal Genoa e Pioli dal Parma, mentre quelli della seconda Champions League vinta nella stagione '95/96 rispondevano, anche qui tutti italiani ad eccezione del solo Jugovic dalla Sampdoria, ai nomi di Pessotto dal Torino, Vierchowod e Lombardo dalla Sampdoria, e Padovano dalla Reggiana.

Mi viene in mente dunque un mercato che, a mio avviso, potrebbe essere molto costruttivo, utile e che darebbe anche una certa continuità e qualità alla rosa. Io ipotizzerei:

Donnarumma in porta, coadiuvato da Buffon; Conti e Darmian terzini destri (il secondo di fare anche il sinistro); centrali Bonucci e Benatia con Chiellini, Rugani e Barzagli e disposizione; terzino sinistro Alex Sandro, con Spinazzola eventualmente da riportare alla base; Verratti in mezzo con Pjanic e uno tra Pareders della Roma o N'Zonzi, con Marchisio, Khedira e Rincon per una panchina innegabilmente di grande qualità e sicuro affidamento; davanti Dybala, Douglas Costa, Higuain, Cuadrado e Mandzukic (che potrebbe ricoprire bene entrambi i ruoli di esterno d'accatto o prima punte centrale). Senza dimenticare Pjaca rientrante, ma da rivalutare...

Unico extra investimento lo farei per un altro italiano o per qualche giovane, tipo Bernardeschi e/o Pellegrini, che a me personalmente ha molto impressionato sia in Campionato, sia in questo Europeo con l'Under 21 di Di Biagio, o Verdi del Bologna.
In questo modo, così facendo, la Juventus avrebbe la concreta possibilità di ringiovanire di molto la rosa, di non avere mai cali o rivoluzioni in atto, e nel contempo avere una vecchia guardia in grado di coesistere con i giovani, preparandoli ed insegnandogli tutto.

Dunque, non nove unducesimi italiani nell'immediato, ma una rosa molto italiana e giovane, che in breve tempo potrebbe ripetere le imprese epiche delle due vecchie ItalJuve.