Juventus, Napoli, Roma, Fiorentina, Inter, Milan. Eccole qua, rigorosamente in ordine di classifica, le prime sei squadre del nostro campionato. Quanto queste squadre aiutano la crescita del calcio italiano, ed in particolare della Nazionale? Vediamo un po' quali sono i migliori giovani italiani nati dopo il 1990 presenti nelle varie rose e gli esponenti di spicco delle formazioni Primavera. Juventus: Audero ('97), Rugani ('94), Sturaro ('93), Zaza ('91), Clemenza ('97) Napoli: Grassi ('95), Gabbiadini ('91), Insigne ('91) Roma: El Shaarawy ('92), Florenzi ('91) Fiorentina: Bernardeschi ('94) Inter: Santon ('91), Baldini ('96) Milan: Donnarumma ('99), De Sciglio ('92), Calabria ('96), Romagnoli ('95), Bertolacci ('91), Locatelli ('98), Josè Mauri ('96) Di tutti questi solo El Shaarawy, Florenzi, Insigne, Bernardeschi, Romagnoli e Donnarumma hanno collezionato un buon numero di presenze. Altri sono stati buoni rincalzi, usati ad intermittenza: Santon, Zaza, De Sciglio, Sturaro, Gabbiadini, Rugani. Tutti gli altri, considerati fenomeni, non sono ritenuti adeguati per giocare in Serie A. Anzi meglio lasciarli nelle squadre Primavera, mandarli in prestito in Serie B (da dove provengono la maggior parte dei giocatori dell'Under21!!!) e poi, forse, dargli una seconda possibilità una volta raggiunti i 27/28 anni. A quel punto dovrebbero essere pronti. Tuttavia, a parte il caso di Gabbiadini che ha davanti il Pipita (e che ora può approfittare della sua squalifica per giocare), tutti gli altri non giocano a discapito di giocatori stranieri, più "maturi" e per niente migliori. Nagatomo, Kucka, per fare alcuni nomi. La verità è che in Italia non si ha tempo di aspettare, si deve vincere subito, comprando giocatori "funzionali" e che possano dare risposte immediate. E queste risposte, a quanto pare, le danno: l'Inter e il Milan ritornano finalmente in Champions, la Roma vince lo scudetto dopo anni e anni, la Fiorentina si qualifica ai preliminari di Champions. Ah no? Scusate, devo aver bevuto troppo. Avevo sognato che Vainqueur segnava il gol scudetto in rovesciata e che Felipe Melo segnava il gol di tacco che portava l'Inter in Champions. La verità è solo una, i giovani servono per fare soldi, perchè non si può rischiare che falliscano perdendo facili plusvalenze. Il nome straniero porta più fiducia, aiuta il marketing. Aiuta gli allenatori. Perchè gran parte della colpa è riservata agli allenatori, alla loro mancanza di personalità e alla preoccupazione di tenersi strette le relative panchine. Non è una caso se Donnarumma, Florenzi, Santon e Bernardeschi siano stati lanciati titolari da Mihajlovic, Zeman, Mourinho e Paulo Sousa, quattro che certo non lamentano la mancanza di personalità. E dove le società si nascondono dietro la ricerca di risultati, i tifosi, se i giovani sono validi come gli esempi sopra riportati, rispondono positivamente a questi "esperimenti". Così, oggi, la nazionale Italiana si ritrova senza difensori centrali promettenti, tranne Rugani e Romagnoli. Dove il primo non ha giocato praticamente niente in stagione. E se si pensa che un tempo vi erano Nesta, Maldini, Costacurta, Ferrara, Panucci, un po' di sconforto viene. Per concludere, bisogna ritrovare il coraggio di lanciare i giovani italiani in prima squadra, titolari, magari con qualche regolamento creato ad hoc dalla FIGC, cosicché Beppe Bergomi non rimanga uno dei pochi a vincere un Mondiale da titolare a 18 anni.