Ed è proprio lì, ad un quarto d'ora dalla fine della partita che può riabilitare parzialmente una stagione deludente, forse fallimentare, che si inizia a sperare. Si spera perché hai un rigore a favore che ti può catapultare di nuovo nell'Europa dei grandi quando, quell'Europa, l'hai solo annusata in un preliminare sciagurato pochi mesi prima. Sul dischetto c'è il tuo miglior realizzatore, ha già segnato due gol in quella partita. Fischio dell'arbitro. Pochi secondi, la rincorsa, l'impatto col pallone, un vetro si infrange, la fine di un sogno. L'Europa dei grandi è persa. Quella dei piccoli deve passare da un preliminare. La stessa Europa League dalla quale, qualche settimana prima, si è usciti malamente contro un avversario nettamente inferiore. Ci ha provato il Napoli, a diventare grande. A ripercorrere la strada dettata dal giocatore più forte di tutti i tempi ( o dei primi tre, fate voi). Tutto quello che è rimasto è il senso di una grande incompiuta che poteva fare molto di più, che poteva essere aiutata di più. Eppure l'inizio dell'avventura del Napoli in Serie A dopo sei anni di assenza era stata col botto: 8° in Serie A, eliminati agli ottavi di Coppa Italia da una Lazio che sarebbe stata un semifinalista del torneo e tanti buoni colpi di mercato. Su tutti Lavezzi ed Hamsik, ma anche Zalayeta, Gargano, Mannini che andavano ad aggiunsersi a elemnti come Domizzi, Sosa, Calaiò. Insomma, un vero lusso per una neopromossa. La stagione 2008/2009 è più che altro una stagione di puntellamento della buona squadra vista l'anno prima: arrivano Maggio, Denis, Aronica. Si esce dai preliminari di Europa League per mano del Benfica e dai quarti di Coppa Italia ai rigori con la Juve, risultati preventivabili per una squadra che si sta affacciando di nuovo a certi livelli. E' il campionato che invece delude un pò: si conclude 12° e nel corso della stagione vi è l'avvicendamento tra Reja e Donadoni. Ma l'ex-Milan non resiste tanto e a Ottobre 2009 viene esonerato: arriva Mazzarri. Sarà l'inizio del sogno. Cambia anche il direttore sportivo: Riccardo Bigon succede a Pierpaolo Marino. Con Mazzarri si hanno un 6°, 3°, 5° e 2° posto in SerieA, la vittoria di una Coppa Italia contro la Juve, il passaggio di un girone di Champions composto da squadre del calibro di Bayern Monaco, City, Villareal e la successiva uscita di scena in un folle ottavo con il Chelsea che poi vincerà la competizione. In questi anni la squadra si consolida: De Sanctis, Campagnaro, Zuniga, Cigarini, Dossena, Quagliarella arrivano nel 2009/2010. Ma è nell'estate del 2010 che arriva il giocatore che cambia faccia alla squadra, le da' consapevolezza, le da' speranza. La fa sognare. Edinson Cavani arriva a Napoli come un buon giocatore, ne uscirà come uno dei migliori centravanti del mondo. Attaccante moderno, svaria su tutto il fronte d'attacco, corre come un matto, ritorna in difesa e un attimo dopo è in attacco a buttarla dentro la rete. Ha cuore, grinta, tecnica. Tutto quello che può e serve ad esaltare Napoli. Il primo anno segna 33 gol, 26 in campionato, secondo solo a Di Natale. Il 2011/2012 è probabilmente l'anno che racchiude l'emblema di questo Napoli incompiuto. Si, questa è pur sempre l'annata che riporta un trofeo ( Coppa Italia) in casa partenopea, ma non si coglie l'occasione di dare continuità al 3° posto dell'anno precedente, con un mercato che diventerà una costante per gli azzurri: si rinforza l'attacco, si puntella il centrocampo, non si pensa ad una difesa all'altezza. Si comprano infatti Pandev, Inler, Dzemaili che arrivano a Castelvolturno insieme a Britos e Fernandez per il reparto arretrato. Si arriva così al 2012/2013. L'apice di un ciclo. La stagione della conscarazione. Nonostante quello che dicano allenatore e società, tutti i tifosi respirano aria di tricolore, la città lo sente, lo vuole. Ora o mai più. Nonostante l'addio ai tre tenori, dovuto al passaggio del Pocho al PSG, il Napoli si rifà il trucco e va pesante sul mercato tra luglio e gennaio: Gamberini, Rolando, Armero, Mesto, Behrami, El Kaddouri e Insigne che torna dal Pescara di Zeman. Il peccato capitale di quella squadra è non riuscire a vincere contro le grandi. Lo farà tre volte: contro la Fiorentina, L'Inter e la Roma. Ed è una gran parte di scudetto che viene persa così. Paradossalmente lo scudetto lo vince una squadra opposta al Napoli. La Juve ha una solida difesa con Bonucci, Barzagli e Chiellini, il Napoli Britos, Campagnaro, Gamberini, Rolando. Non male ma nemmeno da scudetto. I centrocampi sono completamente opposti, ma questo più che altro è dovuto alla visione dei due allenatori. Tecnico e dinamico quello dei bianconeri, roccioso e aggressivo quello degli azzurri. Sull'attacco non farei neanche un confronto, nettamente superiore quello dei napoletani. Cavani chiude a 38 gol stagionali, capocannoniere in campionato con 29, mentre Hamsik è il miglior assistman del torneo con 13 assist. Tutto questo però non serve e Napoli si risveglia bruscamente. Mazzarri lascia. L'amore col Matador finisce e l'uruguagio raggiunge Lavezzi al PSG. La prima grande vera occasione per Napoli è persa. La speranza si è infranta. Il sogno no. Il 2° posto è benaugurante e la perdita di Cavani si traduce con una valanga di milioni con cui rifondare la squadra. Primo tra tutti arriva tra l'entusiasmo generale Rafa Benitez. Lo spagnolo ha il compito di dare un bel gioco e una dimensione internazionale al Napoli. Si passa così dal 3-5-2 tutto corsa e fisico di Mazzarri al 4-2-3-1 dello spagnolo con la società che deve conseguentemente operare tenacemente sul mercato. Si ripete ancora una volta l'errore capitale del Napoli. Infatti in attacco arrivano Higuain, Mertens, Callejon, Zapata, a centrocampo Jorginho, in difesa Albiol, Ghoulam, Henrique. De Sanctis è sostituito da Reina, con Rafael e Andujar subito dietro. Il livello del reparto arretrato è, di nuovo, palesemente inferiore all'attacco. Ed infatti, nonostante un fantastico gioco che porta ad uscire dal girone di Champions con Borussia, Arsenal e Marsiglia tra gli applausi e solo a causa della classifica avulsa, in campionato non supera il 3° posto. Arriva però di nuovo una vittoria in Coppa Italia a spese della Fiorentina. Non male per essere il primo anno di un nuovo progetto. Ma dal prossimo si deve cambiare. Tutti aspettano il prossimo anno. Che DEVE essere decisivo. Si arriva così ai giorni nostri. Alle delusioni, al sogno infranto. Una Supercoppa conquistata e tanti, troppi rimpianti ed errori fanno di questa stagione 2014/2015 una stagione sciagurata per gli azzurri. Il mercato è imbarazzante e non all'altezza di una squadra che deve giocare un preliminare di Champions e punta allo scudetto. Perchè si, anche la società lo dice apertamente: si vuole il tricolore. Apparte però l'ottimo colpo Gabbiadini a gennaio dalla Samp, arrivano solo giocatori da media classifica: De Guzman, Gargano, David Lopez, Koulibaly, Strinic, Michu. Ancora una volta la difesa e il centrocampo devono dire addio a quel colpo da novanta che alzerebbe definitivamente il livello della squadra. Il Napoli inizia l'incubo con l'eliminazione dal preliminare di Champions per mano del Bilbao, che poi verrà strapazzato nel girone e verrà eliminato in Europa League dal Torino. Durante il campionato non raggiungerà mai neanche la seconda posizione. Higuain inizialmente sembra svogliato, la mancata competizione per la coppa dalle grandi orecchie lo ha colpito e ne risente tutta la squadra. Il cammino in Europa League si infrange in semifinale contro un modestissimo Dnipro in un doppio scontro dove si poteva, si doveva fare di più. Ma niente, si esce a un passo dal sogno. E allora rimane solo il 3° posto da conquistare. Si arriva all'ultima giornata con un testa a testa con la Lazio complice la forma straordinaria dei biancocelesti ed un suicidio collettivo da parte del Napoli. Fino a quel rigore. A quel pallone che sorvola la traversa e va ad infrangere un vetro immaginario. Un vetro che proteggeva tutti i sogni dei napoletani. Il sogno di tornare in Champions, il sogno di ritornare grandi la dove solo un "Diez" li aveva saputi portare. Il sogno è finito. Il Napoli è addirittura 5° scavalcato dalla Fiorentina: preliminari di Europa League. Intanto Benitez lascia e va al Real Madrid, col Vesuvio che è ormai un ricordo. Higuain probabilmente forzerà per andare a giocare quella Champions che lui stesso con i suoi errori ha negato al popolo azzurro dopo averli illusi di poter essere un nuovo trascinatore della squadra, un nuovo Cavani. Un argentino sulle orme di Diego. Di questo nuovo ciclo del Napoli in Serie A rimangono 2 Coppe Italia, 1 Supercoppa, tanti rimpianti e poco altro. Rimarrà certamente il capitano, Marek Hamsik, ma insieme a lui pochi sono portatori di speranza. Gabbiadini, Mertens, Callejon, forse il ritorno di Reina. Una squadra da rifondare con uno sguardo attento alla difesa e al centrocampo oltre che all'attacco. Non bastera certo un Emery, un Mihajlovic o un Klopp a fare del Napoli una grande squadra. Servono i giocatori. Serve voglia di lottare. Servono piedi buoni. Serve una buona difesa. Se non si pone rimedio a questo tracollo al quale è stata sottoposta la squadra, il Napoli ha finito di sognare ed è condannato alla mediocrità. Dispiace per una squadra che ci ha fatto scoprire il talento di gente come Hamsik, Lavezzi, Cavani, Mertens... Dispiace perchè vedere Napoli che sogna lo scudetto fa bene al calcio italiano. Ma questo sogno è a rischio. E non ci si può rifugiare per sempre nei ricordi. Maradona ormai è storia, grande, ma passata. De Laurentis lavori bene per riparare quel vetro infranto da Higuain. Il futuro del Napoli spera, ma per il momento, non sogna.