Brozovic, Podolski, Shaqiri, Santon, Kongdobia, Perisic, Murillo, Miranda, Felipe Melo, Jovetic, Eder, Ljajic, Montoya, Telles, Biabiany. Quindici giocatori comprati in un anno. E' questo quello che ha fatto l'Inter per Roberto Mancini, il grande allenatore con esperienza internazionale che doveva risollevare l'Inter. Ma può un allenatore che ha vinto un campionato all'ultimo secondo con una delle squadre più forti dal punto di vista economico (ManCity) risultare veramente un grande allenatore? Un allenatore che ha vinto uno scudetto che, senza Ibrahimovic a Parma, sarebbe stato forse perso all'ultima giornata? Secondo me no, Mancini non è mai stato un grande allenatore e mai lo sarà. Anzi, probabilmente non sarà mai un allenatore. Ed in realtà, la mia opinione soggettiva può facilmente diventare oggettiva e concordabile da tutti. Prima di tutto basti ricordare che Mancini ha sempre allenato grandi squadre con grandi giocatori: Adriano, Veron, Ibrahimovic, Vieira, Maicon, Aguero, Yaya Tourè, Sneijder, solo per citarne alcuni. Ed è proprio grazie a loro che è riuscito a raggiungere con difficoltà i successi ottenuti in carriera poichè il gioco di Mancini, se mai è esistito, è un gioco sterile, patetico, noioso, incentrato solo sulle fiammate dei campioni della squadra. Per questo Mancini pretende sempre tanto dalle campagne acquisti: vuole avere più giocatori possibili in grado di dargli queste fiammate. Tuttavia, quest'anno di gestione all'Inter non è risultato a lui favorevole, semplicemente per il fatto che i nerazzurri non riescono più a richiamare fuoriclasse e quindi necessitano di una minima organizzazione di gioco. Ecco da dove iniziano le pene dell'Inter. Siamo quasi a metà del girone di ritorno e ancora l'Inter non ha una formazione base, non ha identità, non riesce ad imporre il proprio gioco (anche perchè non ne ha uno). Ieri sera a Torino Mancini ha cambiato di nuovo modulo sistemandosi a specchio rispetto alla Juventus ma, se non si riesce a dar direttive precise, se non ci si è allenati a mantenere le distanze e coprire bene il campo utilizzando un determinato modulo allora quello che succede è quello che si è visto ieri: caos. Alla squadra manca un leader, sia carismatico che tecnico. Ma la dove il carisma avrebbe dovuto darlo l'allenatore, il lato tecnico è ben coperto proprio per volere di quest'ultimo, eppure non lo si vede mai sul terreno di gioco. Jovetic, autore dell'inizio folgorante dell'Inter, è scomparso misteriosamente perchè Mancini ha deciso che è un brocco (o più probabilmente non riesce a sistemarlo in campo). Poi è stato il turno di Ljajic quello di mettere delle pezze alle lacune dell'allenatore con giocate e gol ma, un giorno, il buon Roberto deve essersi svegliato con la luna storta e ha riconosciuto in Ljajic il responsabile del suo malumore trovando subito la soluzione: panchina. E che dire di Perisic, inseguito per mari e monti e fatto giocare fuori posizione e messo poi da parte? Ed Eder? Palesemente diventato scarso, colpa sua. E Brozovic? E Kongdobia? E... Ah senza dimenticare che per finanziare il mercato di questi "panchinari" Mancini ha rinunciato volentieri a Shaqiri (voluto a tutti i costi e bocciato dopo sei mesi) e Kovacic. Ed Icardi? Potrebbe fare di più, non si impegna. La verità è che Icardi, con il "gioco" di Mancini non ha niente a che fare: gli esterni si accentrano sempre, i terzini non vanno mai sul fondo a crossare, i centrocampisti non si inseriscono sulle rare sponde che può fare il numero nove ed il risultato è uno solo: Icardi solo in mezzo ai due centrali avversari. La verità è una sola: l'Inter non ha gioco, non ha un allenatore, ma coi giocatori che ha potrebbe fare molto meglio. Basti pensare che un allenatore romano, sconosciuto ai più, senza esperienza internazionale, quattro anni fa si presentò allo Stadium con 3-4-3 con davanti Cassano-Milito-Palacio riuscendo a battere la Juventus schiacciasassi di Antonio Conte. Se si è preparati si riesce a far convivere tranquillamente tre attaccanti di quel calibro, cosa che Mancini non riesce palesemente a fare con Jovetic-Icardi-Ljajic( Eder). Questione di personalità. Questione di tattica. Questione di praparazione. Cose che, purtoppo per Mancini, non si possono comprare al calciomercato.